Da G7 sostegno a Kiev. Harris: "Putin responsabile di crimini di guerra"
Fermo sostegno all’Ucraina da parte di G7, Nato ed Europa e un’iniziativa per una proposta di pace da parte della Cina. Nella seconda giornata di lavori alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, ancora una volta il tema principale è stata la guerra in Ucraina e le conseguenza dell’aggressione russa a quasi un anno dall’inizio del conflitto.
Ad aprire la giornata è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha condannato fermamente “la guerra imperialista di Putin”. Von der Leyen ha poi sottolineato la necessità di “accelerare la produzione” per quanto riguarda gli armamenti da fornire a Kiev, ipotizzando un modello simile a quello adottato durante la pandemia con le industrie farmaceutiche. “Chiederemo alle industrie militari di cosa hanno bisogno per aumentare la produzione”, ha affermato von der Leyen, accompagnata sul palco dalla premier finlandese Sanna Marin, anche lei irremovibile nel sostenere la necessità della vittoria dell’Ucraina.
Marin ha poi parlato di “un atto di pace”, in riferimento alla volontà della Finlandia di aderire alla Nato. E il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, anche lui intervenuto alla Conferenza, ha ribadito la volontà di agire “il prima possibile” per l’adesione di Finlandia e Svezia. Stoltenberg ha poi ribadito la necessità di “fornire a Kiev tutto ciò che serve per vincere la guerra”. Anche per il premier britannico, Rishi Sunak, questo è il “momento di raddoppiare il supporto militare”, affinché Kiev possa vincere.
A Monaco c’era poi attesa per la presenza del capo dell’Ufficio della Commissione centrale per gli Affari esteri del Partito comunista cinese, Wang Yi. Tanti i temi affrontati dal diplomatico cinese. A cominciare dal percorso di “pace e dialogo” per l’Ucraina che Pechino vuole sostenere, anche tramite un’iniziativa per “una proposta con la posizione cinese sulla soluzione politica della crisi ucraina”. Wang ha poi definito “inaccettabile” quella che ha definito “l’isteria degli Stati Uniti” riguardo ai palloni aerei abbattuti, invitando gli Usa a non “agire in modo assurdo e a essere più onesti”. Il capo della diplomazia cinese ha affrontato anche la questione Taiwan che “appartiene alla Cina e non è e non sarà uno Stato autonomo”. Wang ha sottolineato come Pechino non accetterà “interferenze sulla sovranità territoriale”, incolpando le “forze separatiste” di Taipei di voler “cambiare lo status quo”.
Attesa alla Conferenza anche per l’intervento della vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris. “Un anno dopo Kiev resiste ancora. La Russia è indebolita e l’alleanza transatlantica è più forte di sempre”, ha affermato Harris, che ha poi puntato il dito contro Mosca, responsabile di “crimini contro l’umanità”. Accusa ribadita anche dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, secondo cui “tutti i responsabili devono essere chiamati a rispondere”.
Dopo l’intervento via video nella prima giornata del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, l’Ucraina è stata rappresentata fisicamente dal ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba che, a margine della Conferenza, ha ringraziato gli alleati per gli aiuti, ribadendo la necessità di “velocizzare” le forniture di armamenti. Tra questi, Kuleba si è detto convinto che ci saranno anche i caccia da combattimento. “È solo una questione di tempo”, ha spiegato il ministro.
Sui caccia a Kiev si è espresso anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha incontrato Kuleba. Tajani ha spiegato che la questione dei jet non è stata affrontata in occasione della riunione dei ministri degli Esteri del G7 e che, fino a questo momento, all’Ucraina sono state fornite armi difensive. Tajani ha poi ribadito che l’obiettivo resta quello di una “pace giusta”, che però non può passare attraverso la “resa del’Ucraina”.
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