Mosca si trova ad affrontare l'attacco da parte di droni ucraini. Il presentatore Solovyev attacca l'Italia: "Bastardi"
Nel giorno in cui Vladimir Putin firma la legge che ufficializza la sospensione della partecipazione di Mosca al trattato Start sulla riduzione delle armi strategiche offensive la Russia si trova ad affrontare l’attacco da parte di droni ucraini. Il primo caso si verifica nella regione di Krasnodar. I media di Kiev battono la notizia di un’esplosione in una raffineria della compagnia Rofsnet nella città di Tuapse. Il ministero della Difesa di Mosca conferma l’attacco ma replica che i due droni usati dagli ucraini sono stati abbattuti. Nel pomeriggio poi un altro drone si schianta nella regione di Kolomna, a poco più di 100 chilometri di Mosca. A confermarlo il governatore locale secondo cui l’obiettivo “era probabilmente una struttura infrastrutturale civile” che “non è stata colpita”.
Momenti di apprensione si vivono pure a San Pietroburgo il cui aeroporto nella mattinata italiana sospende momentaneamente tutti i voli per “l’individuazione di un oggetto non identificato”. Una scoperta che fa scattare il cosiddetto piano ‘Tappeto’ che entra in vigore in caso di attraversamento illegale dei confini o quando – come in questo caso – nello spazio aereo compaiono oggetti non identificati. Una volta terminata l’allerta Mosca spiega che si è trattato solamente di “una sessione di addestramento sull’interazione con le autorità civili di controllo del traffico aereo“. La tensione che si respira in Russia traspare dalle parole pronunciate da Vladimir Putin nel suo incontro con i vertici del Servizio per la sicurezza Fsb. L’ordine impartito dal leader del Cremlino è quello di “istituire una barriera ai gruppi di sabotatori di Kiev” e “identificare e fermare le attività di coloro che stanno cercando di dividere e indebolire la società e utilizzare il separatismo, il nazionalismo e il neonazismo per questo”. Secondo il presidente russo infatti l’Ucraina usa “metodi terroristici” e la Russia “ne è ben consapevole”.
Da Mosca arrivano pure le invettive contro l’Occidente e l’Italia del famoso anchorman televisivo Vladimir Solovyev. “Lasciate che i bastardi tremino”, dice riferendosi agli alleati di Kiev. Quanto all’Italia “chissà se a Milano si ricordano di come baciavano le mani dei soldati russi“. Nella fattispecie Solovyev fa riferimento al generale Aleksandr Suvorov che fra l’aprile e il settembre del 1799 guidò l’esercito russo-austriaco contro i francesi, che furono costretti a lasciare Milano. “Ci sarà un altro attraversamento delle Alpi se necessario – avverte – i russi partono lentamente ma sono corridori veloci”.
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