La commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson: "Sia per l'Italia che per l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera non era un caso Sar"

“Per quanto posso vedere, Frontex ha fatto tutto quello che poteva in questa situazione. Sfortunatamente, questo non è bastato”. Lo ha detto la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, nella conferenza stampa sulla protezione temporanea agli sfollati ucraini, rispondendo a una domanda sull’operato di Frontex nel naufragio di Cutro. “Avrebbero potuto rimanere più a lungo e monitorare la situazione? O forse sarebbero potuti rimanere più a lungo, se avessero avuto più carburante? Avrebbero forse potuto vedere le condizioni meteorologiche cambiare e poi che la barca era in difficoltà. Purtroppo non è stato così”, ha aggiunto. 

Quando Frontex ha visto l’imbarcazione del naufragio di Cutro “c’erano solo una o due persone in plancia, ma con una termocamera hanno potuto vedere che probabilmente c’erano molte persone sottocoperta, ma non sono state viste. Non erano in difficoltà. L’aereo è rimasto il più a lungo possibile per monitorare la situazione fino a quando non ha esaurito il carburante. Durante il monitoraggio, la barca non era in pericolo e nessuno stava segnalando e probabilmente non volevano che fossero rilevati” ha aggiunto la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson.”Ed è per questo che entrambi, penso sia Frontex che le autorità italiane hanno pensato che non si trattava di un caso così rischioso ma di un’operazione di polizia. E su questo ovviamente spetta alle autorità italiane rispondere – spiega -. E forse è per questo che è intervenuta la Guardia di Finanza e non quella per la ricerca e il salvataggio. Poi improvvisamente, a quanto pare, le condizioni meteorologiche sono peggiorate. Quindi questi eventi tragici accadono”. 

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