Tensione all'Assemblea nazionale dopo la decisione di far approvare la riforma delle pensioni attivando l'articolo 49.3 della costituzione

È arrivato il giorno decisivo in Francia. Si terrà nel tardo pomeriggio, il voto all’Assemblea nazionale francese sulle due mozioni “di censura” presentate presentate dal Rassemblement National di Marine Le Pen e dai centristi indipendenti del Liot contro il governo di Elisabeth Borne dopo la decisione di far approvare la riforma delle pensioni attivando l’articolo 49.3 della costituzione. 

È Liot che raccoglierà il massimo dei voti “transpartisan”, dall’estrema destra fino all’estrema sinistra. E il faro resta puntato sui Républicains ancora indecisi e sui 15-20 voti che mancano per far cadere il governo di Elisabeth Borne. 

Le opposizioni sono pronte a tutto: Marine Le Pen ha promesso a tutti i Républicains che voteranno la sfiducia che nel caso di scioglimento delle camere e nuove elezioni, non presenterà candidati concorrenti nelle loro circoscrizioni. All’estrema sinistra, i sindacati e Jean-Luc Mélenchon ribadiscono che la mobilitazione continuerà in ogni caso, anche se il governo non cadrà questo pomeriggio.

68% cittadini vuole approvazione mozione contro governo

Quasi sette francesi su dieci vogliono che i parlamentari dell’Assemblea nazionale votino la mozione di censura contro il governo di Elisabeth Borne. Lo riporta un sondaggio di Elabe per Bfmtv. Per la precisione si tratta del 68% degli intervistati, e del 51% degli elettori del presidente Macron al secondo turno delle elezioni presidenziali, secondo un nuovo sondaggio Elabe. Tutte le categorie socio-professionali e tutte le fasce d’età (compresi i pensionati, al 55%) vogliono che venga adottata la mozione di censura

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