Il presidente russo è andato per la prima volta nei territori occupati del Donbass. Oggi inizia la visita a Mosca del leader di Pechino

Ancora una visita a sorpresa di Putin, questa volta però a Mariupol. È la prima volta che il presidente russo si reca di persona nei territori occupati del Donbass. Lo ha fatto nella tarda serata di sabato, accompagnato dal vice primo ministro Marat Khusnullin. Nel suo giro per la città gli sono state mostrate le nuove aree residenziali costruite dopo l’occupazione e si è confrontato con gli abitanti che lo hanno invitato a vedere le loro nuove case. Il presidente russo ha presenziato anche a una riunione al comando militare della cittadina.

 

La visita ha scatenato l’ira di Kiev che ha accusato Putin di essere stato a Mariupol con il buio per non vedere la devastazione della cittadina, semi distrutta dai combattimenti. “Dopotutto, nell’oscurità, non puoi vedere quante case sono in piedi e dove invece di grattacieli è rimasto un mucchio di pietre”, scrive in un messaggio Telegram il consiglio comunale di Mariupol. Critico sulla visita di Putin anche il consigliere presidenziale ucraino Podolyak che la descrive come una mossa di “cinismo e mancanza di rimorso” per poi aggiungere in un tweet: “Il criminale torna sempre sul luogo del delitto”.

Intanto, sempre Putin, in un’intervista televisiva, ha fatto sapere che la Russia possiede armi ipersoniche, a differenza del 2014 quando occupò la Crimea. “Certo, non le usiamo ma esistono”, ha assicurato il presidente russo.

Ora l’agenda del leader del Cremlino, salvo altre sorprese, prevede l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping. Incontro sul quale gli Stati Uniti hanno già messo le mani avanti, assicurando che qualsiasi richiesta di un cessate il fuoco da parte di Xi e Putin verrà ritenuta inaccettabile. Una tregua, secondo Washington, non farebbe altro che “ratificare la conquista russa fino ad oggi” e darebbe a Mosca “il tempo di riattrezzarsi, riarmarsi e cercare di pianificare una nuova offensiva”.

Da Mosca, nel frattempo, il Cremlino torna sulla questione dei droni americani sul Mar Nero. Dmitry Peskov ha ribadito che la loro presenza dimostra ancora una volta il coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto contro la Russia. Il portavoce del Cremlino ha anche annunciato che gli investigatori russi stanno indagando sui crimini commessi dagli ucraini e che il materiale raccolto potrà costituire la base per la creazione di un tribunale ad hoc.

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