L'evento a un anno dalla chiusura delle scuole secondarie femminili, nel contesto del "Women's History Month"

A un anno dalla conferma della chiusura delle scuole secondarie per le ragazze afgane, l’Ambasciata d’Italia a Washington, nel contesto del “Women’s history month” celebrato negli Stati Uniti, ha ospitato lunedì l’evento, “Afghanistan’s Education Crisis: Ensuring Access to Education for Women and Girls“. L’appuntamento è stato realizzato in collaborazione con il Georgetown University’s Institute for Women, Peace, and Security-GIWPS e Women In International Security-Italy WIIS.

Zappia: “Senza la partecipazione delle donne, società afghana è più povera”

Senza la partecipazione delle donne, la società afgana è più povera e la sua economia più debole. Privare l’Afghanistan del contributo delle donne non è solo sbagliato, ma controproducente”, ha evidenziato in apertura l’ambasciatrice d’Italia, Mariangela Zappia. L’ambasciatrice ha sottolineato la gravità dei divieti imposti dai talebani, il coraggio delle donne afgane, che anche nei giorni scorsi sono scese in strada a protestare contro il regime, e il ruolo in prima linea dell’Italia nella promozione dei diritti delle donne e delle ragazze afgane.

L’evento ha messo in luce la necessità di continuare a mantenere alta l’attenzione della comunità internazionale sulla condizione delle donne in Afghanistan e sul diritto fondamentale delle ragazze afgane ad avere accesso all’educazione. L’Inviata Speciale Usa per i diritti umani, le donne e le ragazze afgane, Rina Amiri, ha sottolineato come il dramma dell’accesso negato all’istruzione per le ragazze e le donne afgane sia interamente “frutto dell’ideologia dei talebani e non derivi dalla religione islamica o dalla cultura afgana, come asseriscono i talebani”.

Un tema alla base della stabilità del Paese

“L’Afghanistan dei talebani è l’unico Paese al mondo in cui ragazze e donne sono private dell’istruzione per il loro genere“, ha sottolineato Melanne Verveer, direttrice del GIWPS e moderatrice dei due panel di discussione in cui si è articolato l’evento. Al primo, mirato a identificare barriere, aree di criticità e soluzioni innovative, hanno partecipato Palwasha Hassan (GIWPS), Sara Wahedi, creatrice dell’app Ehtesab (trasparenza) e Jo Bourne, della Global Partnership for Education. Al secondo panel, dedicato alla cooperazione internazionale per favorire l’accesso all’istruzione per le afgane, sono intervenute l’ambasciatrice Adela Raz, prima donna Rappresentante Permanente afgana alle Nazioni Unite ed ex ambasciatrice negli USA, Habiba Sarabi, ex ministra afgana per le donne e Loredana Teodorescu, presidente di WIIS Italia.

All’evento è intervenuto anche Richard Bennett, Special Rapporteur Onu sui diritti umani in Afghanistan, che ha insistito sulla necessità di un approccio che integri tutte le iniziative in essere sul tema. In chiusura dei lavori, il Rappresentante Speciale per l’Afghanistan dell’Amministrazione Usa, Tom West, ha evidenziato come l’accesso delle donne all’istruzione in Afghanistan sia prioritario per l’Amministrazione Usa, perché “non è solo una questione di diritti umani, ma un tema alla base della stabilità di un Paese al centro di una regione sempre più instabile”.

Nel riassumere gli esiti dell’evento, l’Inviato Speciale per l’Afghanistan della Farnesina, Gianfranco Petruzzella, ha rilevato il senso di urgenza diffuso nella comunità internazionale sulla questione, derivante dalla “gravità della ferita inferta dai talebani al proprio Paese con la negazione del diritto all’istruzione per le donne”.

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