Martina Fuga, vice presidente CoorDown - Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down: "Entusiasti dell'iniziativa"

Barbie con la sindrome di Down. È la novità introdotta sul mercato da Mattel e “creata per consentire a un numero ancora maggiore di bambini e bambine di rivedersi nelle Barbie, oltre a far sì che Barbie rifletta il mondo che li circonda”, riporta una nota della società di giocattoli con sede in California. Barbie con la sindrome di Down è inclusa nelle Barbie Fashionistas 2023. Sono disponibili in quantità limitate online e in negozio questa estate e autunno a 10,99 dollari. “La bambola Barbie con sindrome di Down – viene specificato – ha lo scopo di ispirare tutti i bambini a raccontare più storie attraverso il gioco”. “In quanto linea di bambole più diversificata sul mercato, Barbie svolge un ruolo importante nelle prime esperienze di un bambino e ci dedichiamo a fare la nostra parte per contrastare lo stigma sociale attraverso il gioco – ha affermato Lisa McKnight, executive vice president e global head di Barbie & Bambole, Mattel. -Il nostro obiettivo è consentire a tutti i bambini di vedersi in Barbie, incoraggiandoli anche a giocare con bambole che non assomigliano a loro. Il gioco con le bambole al di fuori dell’esperienza vissuta da un bambino può insegnare la comprensione e creare un maggiore senso di empatia, portando a un mondo più accogliente. Siamo orgogliosi di presentare una bambola Barbie con sindrome di Down per riflettere meglio il mondo che ci circonda e promuovere il nostro impegno nel celebrare l’inclusione attraverso il gioco”.

Per garantire che la bambola rappresenti accuratamente una persona con sindrome di Down, Barbie ha lavorato a stretto contatto con la National Down Syndrome Society (Ndss). Ndss dà potere alle persone con sindrome di Down e alle loro famiglie fornendo risorse, guidando il cambiamento delle politiche, impegnandosi con le comunità locali. La guida di NDSS e le esperienze del mondo reale hanno contribuito al processo di progettazione dall’inizio alla fine. “È stato un onore lavorare con Barbie sulla bambola Barbie con la sindrome di Down – ha dichiarato Kandi Pickard, Presidente e ceo di Ndss -. Questo significa molto per la nostra comunità, che per la prima volta può giocare con una bambola Barbie che assomiglia a loro. Questa Barbie ci ricorda che non dovremmo mai sottovalutare il potere della rappresentazione. È un enorme passo avanti per l’inclusione e un momento che stiamo celebrando”.

Siamo entusiasti dell’iniziativa di Mattel e National Down Syndrome Society, la Barbie con sindrome di Down è un passo significativo per la cultura della diversità. La rappresentazione conta. Per un bambino con disabilità così, come per quelli di etnia diversa, è importante vedersi finalmente rappresentati, potersi riconoscere in una bambola così come raccontati in un film o in una pubblicità. Immaginate come si sono sentiti fino ad oggi a vedere bambole che assomigliavano a tutti tranne che a se stessi”. Così Martina Fuga, vice presidente CoorDownCoordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down – commenta a LaPresse l’iniziativa della Mattel di realizzare una Barbie con la sindrome di Down. “Da mamma posso raccontare la mia esperienza quando mia figlia aveva un anno lessi di un’azienda di giocattoli spagnola che aveva prodotto una bambola con sindrome di Down. La comprai subito senza avere le idee chiarissime se quel giocattolo potesse avere un valore per mia figlia. Oggi – spiega – posso dire che servì ad mia figlia a riconoscersi, servì nella narrazione della disabilità di Emma con i suoi fratelli, servì con gli amichetti e le amichette. Attraverso il gioco i bambini e le bambine possono sperimentare le sfumature della natura umana, possono conoscersi meglio, possono sviluppare un immaginario più ampio e variegato. Quindi benvenuta Barbie con sindrome di Down. Forse non basterà una bambola a fare inclusione, ma certamente aiuta”. 

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