La situazione è grave da diverso tempo, e da molto i giovani protestano: i prezzi delle camere sono simili a quelli di Milano
Le tende comparse davanti alle principali università italiane nelle ultime settimane, in Olanda non sono una novità. I giovani da anni manifestano contro il caro affitti e chiedono che il governo trovi una soluzione a una crisi degli alloggi che è a tutti gli effetti un’emergenza. L’ultima protesta in ordine di tempo si è svolta il 10 marzo scorso all’Aia, dove decine di giovani si sono radunati in tende da campeggio poco distanti dalla sede del Parlamento olandese. Un’azione culmine di una mobilitazione in cui erano state raccolte 102.621 firme per chiedere al governo di costruire almeno 10.000 case “veramente accessibili” all’anno. La petizione è stata consegnata direttamente nelle mani del ministro per l’Edilizia abitativa, Hugo de Jonge, nominato nel 2022 per trovare una soluzione al problema. Secondo l’ultima rilevazione dell’agenzia nazionale statistica Cbs, risalente a marzo, in alcune città come Haarlem, Zaandam, Amsterdam e dintorni i prezzi delle case sono aumentati di quasi il 130% dalla fine del 2013. Se comprare per i giovani è quasi impossibile, anche affittare una stanza è da tempo un’impresa. Nel 2019, anno nero per gli studenti che cercavano una sistemazione in Olanda, un report dell’agenzia di consulenza immobiliare Savills stimava che mancassero circa 31.000 stanze per soddisfare la domanda. È proprio in quell’anno che, per far fronte all’enorme afflusso di studenti universitari internazionali, la città di Groningen fu costretta ad aprire un dormitorio di emergenza, dopo che la struttura che solitamente svolgeva questa funzione e offriva 120 stanze era stata occupata nel giro di pochi giorni. Ottanta letti con scrivania e un tavolo divisi da paraventi: fu questa la mossa delle autorità locali per scongiurare che gli studenti dovessero dormire in tenda, come già era accaduto l’anno precedente. A Tillburg, lo stesso anno, l’associazione studentesca creò un campeggio per coloro che erano appena arrivati ed erano sprovvisti di un alloggio, fornendo loro una tenda, un sacco a pelo, un materassino e dei cuscini, in attesa che trovassero una stanza.
La situazione, dopo una pausa dettata dal Covid, non è migliorata e sono sempre più frequenti le manifestazioni di chi chiede che il proprio diritto a una casa venga assicurato. Ad Amsterdam sono frequenti le proteste del gruppo Het Woonprotest e del collettivo Mokum Kraakt, che ha occupato un hotel lasciato vuoto rinominandolo Hotel Mokum. L’università ad Amsterdam mette a disposizione solo stanze per i cosiddetti ‘short stay’, periodi di permanenza lunghi al massimo un anno. Queste stanze sono destinate esclusivamente alle matricole e agli studenti internazionali. Sulla piattaforma su cui si può fare richiesta, l’università precisa di riuscire a soddisfare meno della metà delle domande. È in questa struttura che ha trovato la sua prima stanza anche Michela Grasso, giovane attivista, autrice e fondatrice della pagina Instagram ‘Spaghettipolitics’, dove approfondisce per i suoi oltre 230mila follower la vita da expat e l’Olanda vista dall’interno. “Nella mia prima casa pagavo 380 euro al mese, avevo 18 coinquilini con cui condividevo due gabinetti, due docce e una cucina”, racconta a LaPresse. Nel frattempo, sapendo che il contratto sarebbe scaduto dopo solo un anno, ha provato a cercare un’altra stanza, sempre nelle residenze studentesche, ma gestite da agenzie private esterne. La lista di attesa si è rivelata lunga ben 4 anni. “Succede spesso che si debba aspettare così tanto, qualcuno finisce gli studi prima di poter trovare un alloggio”, spiega, “per questo molti olandesi, che conoscono la situazione, si mettono in lista mentre ancora sono alle superiori”.
Le agenzie, per evitare che gli studenti rifiutino le loro offerte a priori a causa dei lunghi tempi di attesa, hanno introdotto un nuovo meccanismo di assegnazione: la lotteria. Il sistema assicura a qualche fortunato uno sconto sui tempi. Non è stato il caso di Grasso, che però ora può godersi una camera di 16 mq, in cui sono compresi anche un bagno e una cucina, a 480 euro. “Grazie al mio fidanzato che è olandese, sono riuscita a ottenere una stanza in una delle case studentesche permanenti, a cui hai diritto fino alla fine degli studi. Sono stata fortunata, perché puoi essere ammesso solo se raccomandato da qualcuno che già ci vive e devi superare una severa selezione da parte degli altri coinquilini”.
Per chi non riesce a ottenere una stanza in una di queste soluzioni, i prezzi “sono simili a quelli di Milano, dai 500 agli 800 euro per una stanza e circa 1000 euro per un monolocale”, spiega, “quando finirò l’università perderò il diritto alla casa economica dove vivo ora. È anche per questo che ho scelto di fare un altro master”.
Il governo non sembra essere riuscito a trovare una soluzione efficace, nonostante la nomina di de Jonge. Appena insediato, il ministro per l’Edilizia abitativa aveva fissato l’obiettivo di creare 900.000 nuove case nei successivi sette anni per soddisfare la domanda. Ma i permessi finora rilasciati dal governo per costruire sono di molto inferiori alla tabella di marcia. Come misura a breve termine, de Jonge aveva quindi promesso 37.500 unità abitative temporanee entro la fine del 2024. Le case, che dovrebbero essere impilate l’una sull’altra, sono rivolte a persone che hanno bisogno di trovare rapidamente un posto dove vivere, come studenti, rifugiati con permesso di soggiorno e persone che stanno per divorziare e devono cambiare casa. Ma, secondo quanto rivela il quotidiano economico Het Financieele Dagblad, circa 2.000 unità abitative modulari commissionate l’anno scorso dal ministero per 200 milioni di euro stanno finendo in deposito, perché le società edilizie dubitano di poter coprire i costi e i consigli comunali non sono disposti a utilizzarle, temendo ulteriori proteste. E il servizio di proprietà statale Rijksvastgoedbedrijf sta ancora cercando di collocare 800 case, che sono state ordinate nel mese di dicembre.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata