L'88enne Felicien Kabuga, secondo la corte dell'Onu, non avrebbe le "capacità necessarie per partecipare in modo significativo" al procedimento
Felicien Kabuga, uno degli ultimi sospettati del genocidio del 1994 in Ruanda, non sarà processato in quanto affetto da demenza senile. Lo ha deciso la corte delle Nazioni Unite con sede all’Aia. Ciò significa che Kabuga (88 anni) non potrà essere raggiunto da alcun verdetto di colpevolezza. I consulenti medici che hanno verificato le condizioni di salute di Kabuga all’interno di un centro detentivo dell’Onu nella città olandese ritengono, infatti, che “le conseguenze della demenza privano il signor Kabuga delle capacità necessarie per partecipare in modo significativo al processo“. Capacità che, proseguono, non verranno “recuperate perché le sue condizioni sono caratterizzate da un declino progressivo e irreversibile“.
Le accuse
Secondo i giudici “è molto improbabile che Kabuga “recuperi la sua forma fisica” e dunque “verrà istituita una procedura di accertamento alternativa il più possibile somigliante a un giudizio, ma senza possibilità di arrivare a una condanna”. L’88enne è accusato di aver incoraggiato e finanziato il genocidio del Ruanda del 1994. Il suo processo è iniziato lo scorso anno, quasi tre decenni dopo che il massacro di 100 giorni ha causato 800mila morti. Le accuse nei suoi confronti sono di genocidio, istigazione e cospirazione a commettere genocidio, persecuzione, sterminio e omicidio. Se fosse stato condannato, avrebbe rischiato la pena massima dell’ergastolo.
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