Sarebbe stata monitorata dai servizi segreti durante il periodo in cui ha partecipato alla commissione Pegasus

L’europarlamentare Eva Kaili, coinvolta nel cosiddetto Qatargate, ha fatto ricorso contro il Parlamento europeo “per violazione della sua immunità parlamentare, essendo stata monitorata dai servizi segreti durante il periodo in cui ha partecipato alla commissione Pegasus, che stava indagando istituzionalmente sull’esistenza di software illegali che monitoravano le attività di eurodeputati e dei cittadini dell’Unione europea“. Lo riferiscono i suoi legali Sven Mary e Michalis Dimitrakopoulos.

Secondo gli avvocati solo pochi media hanno riportato questa notizia, media che “sistematicamente attaccano la signora Kaili, accusandola di creare scenari di cospirazione”. “Ma la sconvolgente notizia che ne è seguita, secondo la quale anche il giudice istruttore Michel Claise sarebbe monitorato, ha lasciato i media senza parole – aggiungono -. Non c’è uno scenario complottista, sembra che la triste realtà sia che a Bruxelles, capitale d’Europa, si siano installati i conflitti geopolitici del Golfo Persico, del Nord Africa, della penisola arabica, di cui oggi è vittima la signora Eva Kaili”.

Da quanto si apprende da Bruxelles il Parlamento europeo non è a conoscenza di alcuna azione legale da parte dell’eurodeputata Eva Kaili contro l’istituzione. Quello che finora è stato presentato da Kaili è una richiesta per verificare se sia stata violata la sua immunità – richiesta annunciata lunedì scorso in plenaria dalla presidente Metsola – ai sensi della regola 7 del Regolamento interno riferito alla commissione per gli affari legali (Juri) del Parlamento europeo. La regola prevede che tutti i deputati possano chiedere la difesa dell’immunità al Parlamento europeo: “Nei casi in cui si presume che una violazione dei privilegi e delle immunità di un deputato o di un ex deputato da parte dell’autorità di uno Stato membro o dalla Procura europea si è verificata o sta per verificarsi – recita l’articolo – può essere presentata una richiesta di decisione del Parlamento in merito alla violazione o al rischio di violazione di tali privilegi e immunità”.

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