Per il gruppo Wagner sarebbe un ologramma creato "con l'intelligenza artificiale", la Russia intanto torna ad attaccare Occidente e Nato

Il capo dell’Intelligence ucraina, Kyrylo Budanov, considerato dalla Russia il ‘nemico pubblico numero due’ dopo Volodymyr Zelensky, torna a farsi vedere per dimostrare che le voci che lo volevano ricoverato in coma in un ospedale in Germania a causa delle ferite riportate nell’attacco al suo quartier generale a Kiev a fine maggio sono false. In un’intervista video Budanov accusa la Russia di aver minato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, “compreso il dispositivo di raffreddamento”, e di essere responsabile della distruzione della diga di Nova Kakhovka. A tal proposito il numero uno dei servizi ucraini rivela che “30 minuti prima dell’esplosione le forze armate di Mosca “hanno raggiunto l’unità situata presso la centrale idroelettrica tramite la rete radio e hanno detto loro di fare i bagagli e lasciare il sito molto velocemente”. A proposito del disastro ambientale causato dalla distruzione della diga giunge un altro allarme. Secondo il ministro dell’Ambiente di Kiev, Ruslan Strilets, infatti le mine portate alla luce dalle inondazioni “potrebbero riversarsi sulle coste di altri paesi europei”. Il ritorno sulla scena di Budanov non convince però i russi. Per il canale Telegram ‘Grey Zone’ vicino al gruppo Wagner il video sarebbe stato creato “con l’intelligenza artificiale” e gli esperti informatici ucraini non sarebbero stati in grado di “generare e disegnare il suo tipico taglio di capelli”, quindi si tratterebbe soltanto di un ologramma.

La Russia intanto torna ad attaccare frontalmente l’Occidente e la Nato. L’Alleanza “ha dichiarato ancora una volta di essere contraria al congelamento del conflitto in Ucraina. Questo significa che vogliono combattere. Siamo pronti”, tuona il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. Un altro avvertimento arriva da titolare della Difesa, Sergei Shoigu secondo cui le forze armate ucraine starebbero pianificando di colpire il territorio della Russia, compresa la Crimea, con i missili da crociera Himars e Storm Shadow. “Questo significherà il pieno coinvolgimento degli Stati Uniti e della Gran Bretagna nel conflitto e comporterà attacchi immediati ai centri decisionali sul territorio dell’Ucraina”, la minaccia di Shoigu.

Il Cremlino commenta anche la missione a Pechino del segretario di Stato americano Antony Blinken. “La Cina sta esercitando il suo diritto sovrano di avere relazioni con altri Paesi ma il livello del nostro partenariato strategico ci consente di assicurarci che la costruzione di tali relazioni non sarà mai diretta contro di noi”, analizza il portavoce presidenziale, Dmitry Peskov. Da Washington il presidente americano Joe Biden giudica “reale” la minaccia di usare le armi nucleari tattiche da parte di Vladimir Putin e il suo predecessore Donald Trump spiega che in un colloquio telefonico con il leader del Cremlino, avvenuto quando il tycoon era alla guida degli Stati Uniti, avrebbe ritardato “di diversi anni” l’invasione dell’Ucraina avvisando Putin che sarebbe stata “una “catastrofe” e che ci sarebbe stato “l’inferno da pagare” come prezzo per le sue azioni.

Sul terreno infine proseguono gli attacchi russi. Nella notte scorsa tutta l’Ucraina è stata pesantemente bombardata, dalla regione di Kiev fino alla città occidentale di Leopoli, dove è stata colpita un’infrastruttura critica. Kiev fa sapere di aver abbattuto 32 dei 35 droni abbattuti da Mosca ma, allo stesso tempo, chiede maggiori risorse di difesa aerea per coprire gli attacchi su larga scala che coinvolgono sempre di più tutto il territorio.

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