Preoccupano le scorte di ossigeno a bordo, secondo i calcoli dovrebbero durare fino alla mattinata italiana di giovedì
Rumori subacquei sono stati captati negli abissi dell’Oceano Atlantico nell’ambito delle ricerche del sommergibile Titan scomparso domenica dopo che si era immerso per portare 5 persone ad ammirare il relitto del Titanic. Rumori e colpi sono stati rilevati due volte, per due giorni consecutivi: la prima volta martedì da un velivolo militare canadese P-3 di sorveglianza; la seconda volta mercoledì da una nave di sorveglianza canadese, come riferito dalla Guardia costiera Usa nell’ultimo aggiornamento. “A essere sinceri non sappiamo cosa siano” i rumori, ha detto il capitano Jamie Frederick, coordinatore della risposta del primo distretto della Guardia Costiera Usa. Ma la notizia dei colpi rilevati è considerata incoraggiante da alcuni esperti perché agli equipaggi dei sottomarini che non possono comunicare con la superficie viene insegnato a battere sullo scafo del loro sommergibile per essere rilevati dal sonar. Anche se a preoccupare sono le scorte di ossigeno a bordo del sommergibile, che secondo i calcoli dovrebbero durare fino alla mattinata italiana di giovedì.
Ricerche in un’area grande due volte il Connecticut
Secondo quanto riferito inizialmente da Rolling Stone a proposito della prima rilevazione di suoni dagli abissi, le squadre di ricerca hanno sentito “rumori di colpi nella zona ogni 30 minuti“. Tuttavia nessuna delle autorità ha pubblicamente suggerito di conoscere la fonte dei rumori subacquei. E anche nell’ultimo aggiornamento la Guardia costiera ha ribadito di non conoscerne l’origine. Frederick ha comunicato invece alcune novità: la Guardia costiera ha inviato altre navi e altre imbarcazioni per le ricerche; e la zona di ricerca è stata estesa e copre ora una superficie grande due volte il Connecticut. Poi una nota di speranza: “Questa è una missione di ricerca e salvataggio, al 100%”, ha detto Frederick. “Siamo nel bel mezzo della ricerca e del salvataggio e continueremo a mettere in campo tutte le risorse disponibili per cercare di trovare il Titan e i membri dell’equipaggio”, ha aggiunto, mentre a proposito del cibo sul sommergibile ha detto che “le razioni a bordo sono limitate, ma non so dirvi esattamente quanto”.
Scorte di ossigeno per 4 giorni
Il Titan aveva una scorta di ossigeno di 96 ore, cioè quattro giorni, quando si è immerso intorno alle 6 locali di domenica mattina. Così ha riferito David Concannon, consulente della OceanGate Expeditions che ha supervisionato la missione. Ma Frank Owen, esperto di ricerca e salvataggio di sottomarini, precisa che la scorta di ossigeno stimata in 96 ore è un “obiettivo” utile per i ricercatori, ma si basa solo su una “quantità nominale di consumo che un uomo medio potrebbe consumare facendo determinate cose”. Secondo quanto riferisce, il sub a bordo del Titan probabilmente consiglierà ai passeggeri di “fare qualsiasi cosa per ridurre i livelli metabolici in modo da poter effettivamente prolungare queste 96 ore”. I cinque a bordo sono: l’esploratore britannico Hamish Harding, l’uomo d’affari pakistano Shahzada Dawood e il figlio Suleman, poi si ritiene che ci sia anche il ceo della società OceanGate che organizza la spedizione, Stockton Rush, nonché l’esploratore francese 73enne Paul-Henry Nargeolet.
Anche coloro che hanno espresso un certo ottimismo hanno avvertito che rimangono molti ostacoli: dall’individuare la posizione dell’imbarcazione, al raggiungerla con le attrezzature di salvataggio, al portarla in superficie – ammesso che sia ancora intatta – prima che le scorte di ossigeno dei passeggeri si esauriscano. L’area dell’Atlantico settentrionale in cui il sommergibile Titan è scomparso domenica è soggetta a nebbia e a condizioni di tempesta, il che rende estremamente difficile condurre una missione di ricerca e salvataggio, ha dichiarato Donald Murphy, un oceanografo che ha prestato servizio come scienziato capo dell’International Ice Patrol della Guardia Costiera.
Le autorità si sono adoperate per far arrivare sul posto le attrezzature di recupero nel caso in cui il sommergibile venisse ritrovato. Ma restano comunque dubbi su come le squadre possano eventualmente raggiungere il sommergibile, visto che potrebbe trovarsi a una profondità di circa 3.800 metri sotto la superficie, vicino al relitto del Titanic. Mentre è emerso che dubbi sulla sicurezza del sommergibile erano stati sollevati nel 2018 dal’ex delle operazioni marittime di Oceangate, David Lochridge: è venuto fuori un report, presentato nell’ambito di una causa legale, in cui Lochridge diceva che i test e le certificazioni dell’azienda erano insufficienti e avrebbero “sottoposto i passeggeri a un potenziale pericolo estremo in un sommergibile sperimentale”. L’azienda ha insistito sul fatto che Lochridge “non è un ingegnere e non è stato assunto o invitato a svolgere servizi di ingegneria sul Titan” e l’azienda afferma inoltre che l’imbarcazione in fase di sviluppo era un prototipo, non il Titan ora scomparso.
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