Lo ha reso noto Oceangate, la società che gestiva il batiscafo diretto al Titanic
OceanGate, la società che gestiva il sommergibile diretto al Titanic e scomparso nell’oceano Atlantico, ha dichiarato in una nota di ritenere che i passeggeri siano morti. “Ora crediamo che il nostro CEO Stockton Rush, Shahzada Dawood e suo figlio Suleman Dawood, Hamish Harding e Paul-Henri Nargeolet, siano purtroppo morti”, ha dichiarato la società. “Questi uomini erano veri esploratori che condividevano un distinto spirito di avventura e una profonda passione per l’esplorazione e la protezione degli oceani del mondo”, si legge nella dichiarazione, “i nostri cuori sono con queste cinque anime e ogni membro delle loro famiglie durante questo tragico momento. Piangiamo la perdita della vita e la gioia che hanno portato a tutti quelli che conoscevano”.
Il sommergibile è imploso
La Guardia costiera Usa afferma che il sommergibile Titan probabilmente è imploso nelle acque del Nord Atlantico e non ci sono sopravvissuti tra le cinque persone a bordo. L’implosione è probabilmente avvenuta vicino al Titanic, dove era diretto il sommergibile. “I detriti sono coerenti con la catastrofica perdita della camera di pressione”, ha detto il contrammiraglio John Mauger del primo distretto della guardia costiera, “le nostre più sentite condoglianze vanno ai cari dell’equipaggio”.
Secondo i funzionari della Guardia costiera Usa il campo di detriti del Titan è stato scoperto vicino al naufragio del Titanic, ma è troppo presto per dire esattamente quando si sia verificata “la catastrofica implosione”. Il sommergibile è stato segnalato come disperso domenica otto ore dopo aver inizialmente perso il contatto con la sua nave di superficie e la sua fornitura di ossigeno di 96 ore si sarebbe esaurita giovedì mattina. Non è chiaro se l’implosione sia avvenuta domenica o nei giorni successivi, durante la ricerca internazionale per ritrovare il sommergibile scomparso. Il campo di detriti del Titan si trovava a circa 488 metri dal Titanic.
Rimangono dubbi sulle otto ore intercorse tra il momento in cui il Titan ha perso la comunicazione con la superficie e il momento in cui la sua nave di supporto canadese, il rompighiaccio Polar Prince, ne ha denunciato la scomparsa alla Guardia costiera degli Stati Uniti. Il ritardo deve ancora essere spiegato dalla società proprietaria del sommergibile, OceanGate Expeditions. Sean Leet, capo della società comproprietaria della nave di supporto del Titan, non ha discutsso la cronologia, dicendo solo che “tutti i protocolli sono stati seguiti per la missione”. Ma gli esperti che hanno familiarità con l’esplorazione di acque profonde affermano che quelle ore perse sollevano molti interrogativi.
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