Due anni e mezzo per il dottor Paolo Macchiarini dopo trapianti sperimentali di trachea

La Corte d’appello di Svea, in Svezia, ha condannato a due anni e mezzo di carcere il chirurgo italiano Paolo Macchiarini per trapianti sperimentali di trachea con cellule staminali condotti fra il 2011 e il 2014 su tre pazienti, due uomini e una donna, poi deceduti. La Corte d’appello ha aumentato la pena che gli era stata imposta il 16 giugno 2022 da una Corte di grado inferiore, il tribunale distrettuale di Solna, che aveva scagionato Macchiarini da due accuse di aggressione e gli aveva imposto la sospensione della pena per il terzo caso. Secondo il tribunale di secondo grado, non c’erano situazioni di emergenza in due dei tre pazienti che poi sono morti, mentre la procedura sul terzo non poteva essere giustificata: “Ai pazienti sono stati causati danni fisici e sofferenze”, ha dichiarato la Corte d’appello, concludendo che i pazienti “avrebbero potuto vivere per un tempo non trascurabile senza gli interventi”. Secondo le accuse, avrebbe operato in modo inappropriato le tre persone che sono poi morte, ma Maccharini non è stato accusato di aver ucciso i pazienti. L’avvocato di Macchiarini, Bjorn Hurtig, ha annunciato che presenterà ricorso: “Non ci siamo arresi, questa partita non è finita”, ha dichiarato ai media svedesi.

Macchiarini ha negato di avere commesso reati. Considerato una figura di spicco della medicina rigenerativa, nel 2011 è balzato agli onori della cronaca per aver effettuato il primo trapianto al mondo di trachea con cellule staminali presso il principale ospedale svedese. Nella sentenza, la Corte d’appello svedese afferma che il medico “ha agito con indifferenza intenzionale” e che “Macchiarini si è reso conto del rischio che gli interventi avrebbero potuto causare danni fisici e sofferenze ai pazienti” ma, “pur avendo la speranza che il metodo funzionasse, è stato indifferente al realizzarsi dei rischi”. La giudice capo Maria Holcke ha riferito che per la Corte d’appello le sue azioni “non erano impulsive, ma interventi pianificati” e quindi “c’è stato spazio per la riflessione”. Maccharini ha detto di sentirsi trattato come “un criminale di guerra”: “Abbiamo fatto il trapianto in buona fede”, ha dichiarato, aggiungendo di non aver letto la versione inglese della sentenza per poter comprendere appieno il contenuto. Macchiarini fu licenziato dal Karolinska Institute svedese a marzo del 2016 per violazione dell’etica medica dopo essere stato accusato di aver falsificato il suo curriculum e di aver rappresentato in modo fuorviante il suo lavoro. A dicembre 2018 la Svezia ha poi deciso di riaprire un’indagine precedentemente interrotta su tre casi.

Quando il primo trapianto di trachea di Macchiarini fu pubblicato sulla rivista medica Lancet nel 2008, fu salutato come una svolta nella medicina rigenerativa. Si pensava che la nuova trachea di Macchiarini, realizzata in parte con le cellule staminali del paziente, avrebbe inaugurato una nuova era in cui si sarebbero potuti creare nuovi organi in laboratorio. Ha impiantato trachee artificiali a 20 pazienti di diversi Paesi, fra cui Spagna, Russia, Islanda, Regno Unito e Stati Uniti. Secondo i critici, Macchiarini avrebbe aggirato l’etica medica per eseguire procedure pericolose senza alcun beneficio dimostrato e avrebbe falsificato le descrizioni delle condizioni dei suoi pazienti. Nel 2019 un tribunale italiano condannò Macchiarini a 16 mesi di carcere per falsificazione di documenti e abuso d’ufficio. Nonostante una commissione svedese indipendente abbia riscontrato numerosi problemi nel lavoro di Macchiarini, lui ha contestato le accuse, affermando che erano false.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata