Attacco russo con droni nella notte. Kiev: "Liberati 37 km quadrati in una settimana"

Il giorno numero 494 della guerra in Ucraina si apre con l’allarme dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia: alcuni dipendenti della struttura che collaborano con i russi e del personale dell’agenzia russa Rosatom, per un totale di 100 specialisti, hanno lasciato la città occupata di Enerhodar. Ad annunciarlo il sindaco della città stessa, Dmytro Orlov, in una dichiarazione a Ukrainske Radio rilanciata da Ukrainska Pravda e Kiev Independent. Il primo cittadino afferma che attualmente si trovano nella città di Enerhodar circa 5mila-6mila dipendenti della centrale nucleare che sono ostaggio dell’esercito russo, e aggiunge che le autorità occupanti non permettono loro di lasciare la città: d’altra parte, se non firmano un contratto con Rosatom, non possono lavorare perché i loro pass sono bloccati. Secondo lo stesso Orlov, a Enerhodar non ci sono rifugi in caso di esplosione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo scorso 22 giugno il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che, secondo informazioni di intelligence, la Russia starebbe valutando un attacco terroristico alla struttura. 

Mosca, rischio rinvio elezioni in aree occupate

L’alta funzionaria elettorale russa, Ella Panfilova, ha avvertito il presidente russo Vladimir Putin che la Russia potrebbe dover abbandonare i piani di tenere le elezioni nelle regioni ucraine annesse a settembre, a seconda della situazione militare in quel momento. Lo riporta il Guardian. Le elezioni sono previste per il 10 settembre, ma “se si verificano circostanze impreviste – in alcune aree la situazione può peggiorare drasticamente – e vediamo che esiste un grave pericolo per la vita e la salute dei residenti, allora abbiamo il diritto di rinviare queste elezioni”, ha affermato Panfilova.

Medvedev: “Apocalisse nucleare abbastanza probabile”

“Noterò una cosa che i politici di ogni genere non amano ammettere: un’apocalisse nucleare non è solo possibile, ma anche abbastanza probabile“. Lo scrive su Telegram il vicepresidente del consiglio russo di sicurezza Dmitry Medvedev, secondo cui ci sarebbero almeno due ragioni che avvicinano la guerra nucleare. “Primo: lo scontro è molto peggiore rispetto a quello della crisi dei missili di Cuba, perché i nostri avversari hanno deciso di sconfiggere davvero la più grande potenza nucleare: la Russia. Sono, senza dubbio, degli idioti squattrinati, ma è proprio così”. La seconda ragione, secondo Medvedev, “è piuttosto banale: le armi nucleari sono già state utilizzate da qualcuno, il che significa che non sono un tabù“.

Kiev: liberati 37 km quadrati in una settimana

Nel corso dell’ultima settimana di combattimenti le forze ucraine sono riuscite a liberare complessivamente 37 chilometri quadrati nel sud e nell’est del Paese. Lo scrive su Telegram la viceministra della Difesa Hanna Malyar. A est, riferisce, “nell’ultima settimana, a seguito del miglioramento della posizione operativa (tattica) e dell’allineamento della linea del fronte, l’area liberata è stata aumentata di 9 chilometri quadrati”. Mentre a sud “i territori liberati sono stati aumentati di 28,4 chilometri quadrati”, per un totale di 158,4 chilometri quadrati liberati nelle regioni meridionali dell’Ucraina. 

Attacco russo con droni nella notte

L’aeronautica militare ucraina ha riferito su Telegram che le difese aeree del paese hanno abbattuto 13 dei 17 droni Shahed di fabbricazione iraniana che la Russia ha lanciato contro l’Ucraina durante la notte del 3 luglio. Lo riferisce Kiyv Independent. I restanti quattro droni che le difese aeree ucraine non hanno abbattuto non hanno raggiunto i loro obiettivi, prosegue l’aeronautica. Nel corso della notte, sono stati attivati allarmi antiaerei in diverse regioni centrali, orientali e meridionali e l’Air Force ha avvertito della minaccia di attacchi missilistici e di droni. Le esplosioni che si sono verificate nei distretti di Kirovohrad e Khmelnytskyi sono state il risultato delle difese aeree dell’Ucraina che operano nell’area, ha riferito. 

Due civili uccisi in raid russi nel Donetsk

È di due civili morti il bilancio dei raid condotti dai russi nell’ultimo giorno sulla regione del Donetsk. Lo scrive su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko. “In serata, i russi hanno lanciato un attacco missilistico su Pokrovsk, uccidendo 1 persona e danneggiando lo stabile di un panificio”, riferisce Kyrylenko. L’altra vittima, aggiunge, si è registrata a Novo Komar. Tre persone sono state ferite.

Morta Victoria Amelina, scrittrice ferita a Kramatorsk

La scrittrice ucraina Victoria Amelina è morta l’1 luglio scorso dopo essere stata gravemente ferita in un attacco missilistico russo su Kramatorsk. Lo riporta Kyiv Independent. Amelina era a Kramatorsk con una delegazione di scrittori e giornalisti colombiani il 27 giugno quando le forze russe hanno lanciato due missili Iskander sulla città, colpendo un famoso ristorante del centro. Kramatorsk si trova a circa 55 chilometri dalla linea del fronte a Bakhmut nell’oblast di Donetsk. È stato un obiettivo frequente dei missili russi e una stazione di passaggio per le truppe ucraine. Almeno 12 persone sono state uccise e altre 60 sono rimaste ferite nell’attacco di Kramatorsk. Diversi media avevano successivamente scritto che Amelina era tra i feriti.

“Medici e paramedici a Kramatorsk e Dnipro hanno fatto tutto il possibile per salvarle la vita, ma le ferite sono state fatali“, si legge nella dichiarazione dell’associazione degli scrittori dell’Ucraina (Pen). Victoria Amelina era nata il 1 gennaio 1986 a Leopoli. Mentre era ancora a scuola, si è trasferita in Canada con suo padre, ma presto ha deciso di tornare in Ucraina. Nel 2007 si è laureata presso il Politecnico di Leopoli con un master. Ha pubblicato il suo primo romanzo, The November Syndrome, o Homo Compatiens, nel 2014. La scorsa primavera, Amelina aveva deciso di lavorare per denunciare crimini di guerra, unendosi all’organizzazione per i diritti umani Truth Hounds. Aveva documentato i crimini di guerra russi sui territori disoccupati nelle parti orientali, meridionali e settentrionali dell’Ucraina.

Scholz sente Zelensky, ribadito sostegno militare a Kiev

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha parlato oggi al telefono con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. I due hanno discusso della situazione politica, militare e umanitaria in Ucraina, come riferito dal portavoce del governo federale, Steffen Hebestreit. Zelensky ha ringraziato il governo di Berlino per il sostegno militare, in particolare per rafforzamento della difesa aerea e dell’artiglieria ucraine. Scholz ha ribadito la continua e incrollabile solidarietà con l’Ucraina di fronte alla continua aggressione della Federazione Russa. Il cancelliere tedesco ha annunciato che la Germania continuerà a sostenere l’Ucraina, anche in campo militare, in stretto coordinamento con i partner europei e internazionali. Scholz e Zelensky hanno chiesto poi che l’accordo sui cereali sotto l’egida delle Nazioni Unite venga prorogato oltre il 17 luglio, così da contribuire a migliorare la situazione alimentare globale. Il cancelliere tedesco e il presidente ucraino hanno convenuto di continuare il loro scambio costruttivo, anche in vista di un sostegno globale per una soluzione di pace, e di rimanere in stretto contatto.

Amministrazione Sumy: forze russe bombardano 8 aree urbane

Le forze russe hanno bombardato otto aree nei territori di Sumy il 2 luglio scorso, sparando oltre 110 colpi con vari tipi di armi. Lo ha riferito l’amministrazione militare del distretto di Sumy su Telegram. Secondo il post, la Russia ha bombardato le comunità di Bilopillia, Khotin, Krasnopillia, Yunakivka, Hlukhiv, Shalyhyne, Putyvl e Myropillia. Le forze russe hanno usato artiglieria e mortai per prendere di mira la comunità di Krasnopillia, danneggiando due residenze private. La comunità di Bilopillia nella parte centrale dell’oblast di Sumy, spesso la più colpita dai bombardamenti di Mosca, è stata attaccata con esplosivi. Nella comunità di Putyvl un’abitazione privata è stata distrutta e un’altra è stata danneggiata a seguito di un attacco di mortaio. Non sono state, in ogni caso segnalate vittime a seguito dei raid. Sumy si trova al confine nord-orientale dell’Ucraina con la Russia. È stata l’obiettivo di bombardamenti e attacchi russi da quando parti del territorio sono state liberate dalle truppe russe all’inizio di aprile del 2022.

Media russi: “Prigozhin è andato fuori di testa per i soldi”

Il capo della compagnia Wagner Yevgeny “Prigozhin è andato fuori di testa a causa dei gran soldi” che ha fatto. Lo ha detto Dmitry Kiselev, uno dei volti principali della macchina di propaganda russa, nel suo programma televisivo settimanale sul canale Rossija 1. Lo riportano i media internazionali. Il riferimento è alla ‘marcia su Mosca’ tentata da Prigozhin come ribellione alle gerarchie della difesa russe. Secondo Kiselev, Prigozhin ha ricevuto oltre 17,5 miliardi di euro dallo Stato russo.

Wagner sospende reclutamento per un mese

Dopo la tentata ribellione di sabato 24 giugno il gruppo Wagner ha annunciato di aver sospeso per un mese il reclutamento di nuovi paramilitari. Lo riporta il Moscow times citando un post sul canale Telegram dedicato al reclutamento della stessa Wagner. L’interruzione di un mese, spiega il gruppo fondato da Yevgeny Prigozhin, è dovuta alla “temporanea non partecipazione” alle ostilità in Ucraina e al suo spostamento in Bielorussia.

Mosca: “Nessuna mobilitazione per sostituire Wagner”

Non c’è necessità di una nuova mobilitazione per sostituire le unità del gruppo Wagner ritiratesi dall’Ucraina dopo la tentata rivolta del 24 giugno. Lo ha detto alla Tass il capo della commissione Difesa della Duma, Andrey Kartapolov.”Non sarà necessaria una nuova mobilitazione – ha spiegato – Il presidente della Federazione Russa (Vladimir Putin ndr) ha affermato in modo chiaro, comprensibile e specifico che non ci sarebbe stata una nuova mobilitazione; è previsto il reclutamento di personale militare per contratto e l’addestramento pianificato di formazioni e unità, inclusa la riserva. Non c’è bisogno di una mobilitazione oggi e nel prossimo futuro“. Per Kartapolov non c’è il rischio di una “diminuzione del potenziale bellico né a breve né tantomeno a lungo termine”. Al momento della ribellione, ha sottolineato, “non c’erano unità della Wagner in prima linea e l’offensiva delle forze ucraine era già stata respinta senza la loro partecipazione”.

Shoigu: “Rivolta Wagner fallita per fedeltà esercito”

La rivolta del gruppo armato Wagner è stata un “tentativo di destabilizzare la situazione in Russia”, ma “questi piani sono falliti soprattutto perché il personale delle Forze Armate è stato fedele al proprio giuramento e al proprio dovere militare”. Lo ha detto il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, in collegamento video con i vertici dell’esercito russo. Shoigu ha aggiunto che la provocazione non ha influenzato le azioni dei gruppi di truppe russe, che hanno continuato a svolgere con coraggio e altruismo i compiti loro assegnati. Lo riporta Ria Novosti.

Kiev: Un morto in attacco russo su Sumy

La città ucraina di Sumy è stata attaccata questa mattina da droni kamikaze lanciati dall’esercito russo. Una persona è morta nell’esplosione di un drone contro un edificio residenziale di 5 piani. Lo ha riferito in un messaggio su Telegram il capo dell’ufficio di presidenza ucraino Andrii Yermak. Nella mattinata sirene di allarme aereo sono suonate anche sulle regioni ucraine di Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk, secondo quanto riporta Unian.

 

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