Aggredita in Cecenia la giornalista della Novaya Gazeta Yelena Milashina
Un attacco con 5 droni è stato sventato martedì mattina sulla regione di Mosca. Il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver “abbattuto cinque veicoli aerei senza pilota diretti contro oggetti” nella regione della capitale. Un chiaro “atto di terrorismo del regime di Kiev”, lo ha definito la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, mentre il ministero ha accusato che l’attacco “non sarebbe stato possibile senza l’aiuto degli Stati Uniti e della Nato“. “È una guerra ibrida contro di noi”, ha detto il presidente russo Vladimir Putin, intervenendo al summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shangai (Sco) con Kazakistan, Kirghizistan, Cina, Tagikistan, Uzbekistan, India e Pakistan, “ma il popolo russo è unito più che mai”.
Restituiti a Prigozhin 10 miliardi di rubli
Secondo Putin, i russi sono coesi contro il recente “tentativo di ribellione” del gruppo Wagner, che ha fatto sapere che al leader Yevgeny Prigozhin sono stati restituiti 10 miliardi di rubli che gli erano stati sequestrati durante le perquisizioni in seguito alla rivolta della milizia. Rivolgendosi poi agli avversari, il leader del Cremlino ha sottolineato come “per molto tempo, al di fuori dei nostri confini, è stato attuato un progetto da parte di forze esterne per creare uno Stato ostile, un anti-Russia nel vicino Paese dell’Ucraina”. Sul fronte occidentale, la Svizzera ha annunciato di avere intenzione di prendere parte al progetto di difesa aerea European Sky Shield, in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Si tratta del secondo Paese neutrale, dopo l’Austria, a prendere questa decisione. Nessun passo avanti degli alleati di Kiev, invece, sulla fornitura di jet da combattimento. “La discussione sui caccia è importante, ma non si risolverà a breve termine durante questa controffensiva”, ha detto il capo della commissione militare della Nato, il contrammiraglio Rob Bauer.
Giornalista Novaya Gazeta aggredita in Cecenia
In Cecenia, intanto, Yelena Milashina, giornalista della testata russa indipendente Novaya Gazeta, e l’avvocato Alexander Nemov sono stati brutalmente aggrediti da un gruppo di uomini con passamontagna mentre stavano viaggiando in macchina, diretti al processo contro l’attivista Zarema Musaeva, madre di due attivisti e moglie di un giudice federale, arrestata nel 2022 e condannata poi a 5 anni e mezzo di carcere. “Hanno buttato fuori dall’auto l’autista, sono saliti, ci hanno piegato la testa, mi hanno legato le mani, mi hanno costretto a inginocchiarmi e mi hanno puntato una pistola alla testa”, ha raccontato la donna in un video registrato all’ospedale, definendo le modalità utilizzate come quelle di “un classico rapimento”. “Ci hanno seguito con 3 macchine fin dal nostro arrivo in aeroporto”, ha affermato Milashina, “sapevano esattamente cosa stavano facendo. Non hanno preso i soldi. Erano interessati alla tecnologia e ai documenti”. Non si esclude che gli aggressori viaggiassero sul loro stesso aereo. La reporter ha riportato una lesione cerebrale e ha le dita delle mani rotte, mentre a Nemov è stato fatto un profondo taglio alla gamba. Prima di essere trasferiti a Mosca, entrambi sono stati ricoverati all’ospedale di Grozny, dove una foto ha immortalato la giornalista mentre parlava al telefono con il viso coperto di antisettico verde e diversi lividi sulla testa rasata. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito l’attacco “grave”, chiedendo l’apertura di un’indagine. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha incaricato le forze dell’ordine di identificare gli autori dell’aggressione, mentre il ministro per la Politica nazionale Akhmed Dudayev ha insinuato che l’aggressione porti una chiara “firma dei servizi segreti occidentali”.
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