Nei primi sei mesi oltre 65mila arrivi dalla rotta principale, il numero più alto dal 2017

Il numero di arrivi di migranti dalla rotta del Mediterraneo centrale ha raggiunto nei primi sei mesi dell’anno il numero massimo dal 2017. Lo riferisce una nota dell’agenzia di gestione delle frontiere Ue, Frontex. “Nei primi sei mesi di quest’anno, il numero di rilevamenti di attraversamenti irregolari alle frontiere esterne dell’Ue ha raggiunto 132.370, il totale più alto per la prima metà dell’anno dal 2016 e il 10% in più rispetto a un anno fa. Il Mediterraneo centrale rimane la principale rotta migratoria verso l’Ue, rappresentando quasi la metà di tutti i rilevamenti alle frontiere dell’Ue nel periodo gennaio-giugno. Il numero di rilevamenti è salito a quasi 65.600, il numero più alto su questa rotta per questo periodo dal 2017 e quasi il 140% in più rispetto a un anno fa“.

“Pressione da Libia e Tunisia resterà nei prossimi mesi”

Per quanto riguarda le previsioni, “l’aumento della pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo centrale potrebbe persistere nei prossimi mesi con i contrabbandieri che offrono prezzi più bassi per i migranti in partenza dalla Libia e dalla Tunisia in mezzo a una feroce concorrenza tra i gruppi criminali“, scrive ancora Frontex. “Il Mediterraneo centrale rimane la rotta più attiva verso l’Ue quest’anno, con quasi 66.000 rilevamenti segnalati dalle autorità nazionali nei primi sei mesi del 2023. Questa rotta rappresenta uno ogni due ingressi irregolari nell’Ue in quest’anno – precisa – Gli arrivi su tutte le altre rotte migratorie hanno registrato cali rispetto a un anno fa, che vanno dal 6% sul Mediterraneo occidentale fino al 34% sulla rotta del Mediterraneo orientale”.

“Traversate rimangono estremamente pericolose”

“Dopo una diminuzione a maggio causata da lunghi periodi di cattive condizioni meteorologiche, i contrabbandieri hanno intensificato le loro attività, determinando un aumento dell’85% degli arrivi nel Mediterraneo centrale a giugno – si legge ancora nella nota – Purtroppo, le traversate marittime rimangono estremamente pericolose. Secondo i dati dell’OIM, nel solo mese di giugno sono scomparse nel Mediterraneo quasi 1.900 persone, la maggior parte lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Nel periodo gennaio-giugno, la rotta dei Balcani occidentali, la seconda rotta più attiva con quasi 40.000 rilevamenti, ha registrato un calo del 29%, in gran parte dovuto alle politiche in materia di visti più rigorose”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata