Il ministero della Difesa russo ha confermato di avere compiuto un attacco sulla regione di Odessa nella notte
Dopo le esplosioni sul ponte di Crimea e il raid aereo al porto di Odessa, continuano gli attacchi incrociati tra le forze ucraine e quelle russe nelle due regioni. Le truppe di Kiev hanno rivendicato un attacco ad una base militare in Crimea, in cui è esploso un deposito di munizioni. Le esplosioni hanno bloccato un tratto dell’autostrada Tavrida. Un’ulteriore complicazione per l’evacuazione prevista dalle autorità filo-russe che dovrebbe coinvolgere circa 2000 persone che si trovano nelle zone vicino ad alcuni incendi. La Russia, a sua volta, ha continuato a prendere di mira Odessa e le infrastrutture nel porto utilizzato per l’export del grano ucraino. Attacchi notturni sono stati registrati anche in altre regioni del Paese. In particolare, ad Odessa i missili russi hanno colpito il terminal del grano e del petrolio, danneggiato serbatoi e attrezzature di carico. Secondo il ministero dell’Agricoltura ucraino, nell’attaco sono andate distrutte 60mila tonnellate di grano.
Un’azione “mirata a fermare le spedizioni di cereali” secondo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. I russi “hanno deliberatamente preso di mira le infrastrutture per il commercio del grano e ogni missile russo è un colpo non solo per l’Ucraina, ma per tutti coloro che nel mondo vogliono una vita normale e sicura”, ha dichiarato Zelensky. Il ministero della Difesa russo ha confermato di avere compiuto un attacco sulla regione di Odessa nella notte, sostenendo però di avere colpito strutture militari e di carburanti. Mosca ha poi reso noto che, a partire dalla mezzanotte di giovedì, le navi dirette verso i porti ucraini nel Mar Nero saranno considerati come “potenziali portatori di carichi militari”. Il ministero della Difesa russo ha quindi riferito che “un certo numero di aree marittime nelle parti nord-occidentali e sud-orientali delle acque internazionali del Mar Nero sono state dichiarate temporaneamente pericolose per la navigazione”.
Poi, ieri, in serata Vladimir Putin è parso mostrare un’apertura sull’accordo sul grano: la Russia tornerà immediatamente nell’intesa non appena saranno soddisfatte le sue condizioni e verrà ripristinata l’essenza umanitaria originale degli accordi, ha detto, accusando l’Occidente di avere “tratto profitto dall’accordo sul grano” distorcendone completamente l’essenza.Intanto si è risolto il ‘dilemma’ in merito alla presenza del presidente russo al vertice dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) a Johannesburg ad agosto. Putin, sul quale pende un mandato di cattura internazionale, ha deciso che non prenderà parte all’evento. Al suo posto la Russia sarà rappresentata dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Sembra, invece, destinato a restare in Bielorussia ancora per un po’ il capo dei mercenari della Wagner, Yevgeny Prigozhin, che in un presunto video pubblicato sul canale Telgram del gruppo, avrebbe definito ciò che sta accadendo in Ucraina “una vergogna” a cui le sue truppe “non dovrebbero partecipare”.Secondo diverse indiscrezioni, potrebbe aumentare considerevolmente il fondo per gli aiuti miliari all’Ucraina da parte dell’Unione Europea. L’Ue proporrà un fondo per mantenere le scorte militari di Kiev per i prossimi quattro anni per un costo che potrebbe arrivare fino a 20 miliardi di euro. La proposta non implicherebbe che l’Ue paghi direttamente le armi dell’Ucraina, ma Bruxelles aiuterebbe i Paesi a coprire i propri costi di acquisto e donazione all’Ucraina di articoli come munizioni, missili e carri armati. Il piano prevederebbe anche un aiuto per pagare l’addestramento dei soldati ucraini.
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