Prosegue la repressione dopo il golpe. Tajani rassicura: "Italiani nel paese sono meno di 100, non in pericolo"

Continuano gli arresti dopo il colpo di Stato in Niger. Oggi, 31 luglio, sono stati arrestati il ministro del Petrolio Abba Sani Issoufou Mahamadou, figlio dell’ex presidente Issoufou Mahamadou, mediatore nella crisi in corso, e il presidente del Partito nigerino per la Democrazia e il Socialismo (Pnds) Foumakoye Gado. Lo apprende Rfi. I loro arresti arrivano dopo quelli del ministro dell’Interno, Hama Amadou Souley, e il ministro dei Trasporti, Oumarou Malam Alma, arrestati nelle prime ore del golpe. Tre giorni fa i due erano al capezzale dei loro compagni feriti in ospedale dopo che la sede del loro partito era stata incendiata. È stato riferito che anche il ministro delle Miniere Ousseini Hadizatou Yacouba è stato arrestato e messo agli arresti domiciliari. Fonti vicine al partito hanno inoltre dichiarato che non si hanno notizie del Ministro delle Finanze Ahmat Jidoud e del Ministro della Pianificazione Abdou Rabiou.

Tajani: “Meno di 100 italiani nel Paese, non in pericolo”

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, rassicura intanto sulla sicurezza dei connazionali che si trovano nel paese africano. Il vicepremier ha detto al Tg2 che gli italiani attualmente in Niger sono “meno di 100” e “tutti in sicurezza”. Sono “costantemente contattati dall’ambasciata”, ha aggiunto, specificando: “Sappiamo che al momento non corrono nessun pericolo”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata