L'ex Capo di Stato americano è stato incriminato per aver tentato di sovvertire l'esito delle elezioni presidenziali del 2020
“Non colpevole”. Donald Trump lo ha ripetuto quattro volte, una per ciascun capo di imputazione, davanti alla giudice Moxila Upadhyaya. L’ex presidente si è presentato giovedì pomeriggio al tribunale federale di Washington, per rispondere delle accuse di avere tentato di sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali 2020: cospirazione per frodare gli Stati Uniti, cospirazione per ostruire un procedimento ufficiale, ostruzione e tentativo di ostruzione di un procedimento ufficiale e cospirazione contro i diritti civili.
La sede della E. Barrett Prettyman Courthouse, sulla Constitution Avenue, era da mercoledì sera stata messa in sicurezza dalla polizia di Washington e da tutte le altre agenzie di ‘law enforcement’ coinvolte, per evitare eventuali proteste violente dei sostenitori del tycoon o scontri tra trumpiani e anti-trumpiani. A poche centinaia di metri dalla sede del tribunale, la cittadella di Capitol Hill, presa d’assalto dai supporter dell’ex presidente il 6 gennaio 2021. Nello stesso tribunale sono già stati celebrati decine di processi e comminate decine di condanne per i fatti avvenuti quel giorno.
Trump ha fatto precedere l’arrivo a Washington da una serie di post sul suo social media Truth: “Mi serve un’altra incriminazione per vincere le elezioni”. E ancora: “sto andando a Washington per essere arrestato per avere contestato un’elezione corrotta, truccata e rubata. È un grande onore, perché mi arrestano per voi”, aveva scritto, prima che il suo aereo personale, il ‘Trump Force One’ atterrasse sulla pista dell’aeroporto Ronald Reagan, in Virginia, e la sua ‘motorcade’ lo conducesse fino alla sede del tribunale. Prima ancora, in un’email inviata ai suoi sostenitori per raccogliere fondi elettorali, il tycoon aveva detto di rischiare “561 anni” di carcere.
Giunto in tribunale, Trump è stato arrestato e preso in consegna dalle autorità e poi condotto davanti alla giudice. L’udienza è durata in tutto 27 minuti. Presente in aula, seduto al banco dell’accusa, a pochi metri dall’ex presidente, anche il procuratore speciale Jack Smith, che ha condotto l’inchiesta e presentato la richiesta di incriminazione.
Smith non ha chiesto la carcerazione preventiva per Trump che, come per le altre due incriminazioni a livello federale – a Manhattan per i pagamenti in nero alla pornoattrice Stormy Daniels e in Florida per le carte top secret sequestrate a Mar-a-Lago – rimarrà libero fino al processo e all’eventuale condanna. A una condizione: non potrà comunicare con altri testimoni coinvolti nel processo, se non attraverso un avvocato.
Le prossime udienze
La giudice Upadhyaya ha fissato la prossima udienza al 28 agosto. La mano passerà poi alla giudice Tanya Chutkan, nominata da Barack Obama nel 2014, che presiederà il processo vero e proprio. Sarà per il tycoon e per i suoi avvocati un’estate affollata di impegni legali. Il 25 agosto, tra l’altro, è prevista un’altra udienza in Florida, per la vicenda dei documenti di Mar-a-Lago.
“Giorno triste per l’America”
Uscito dal tribunale, Trump si è diretto all’aeroporto Reagan per fare ritorno nel suo resort di Bedminster, in New Jersey. Prima di imbarcarsi sul suo aereo, l’ex presidente ha fatto delle brevi dichiarazioni ai cronisti. È stato un “giorno triste per l’America”, questa, è una “persecuzione contro un oppositore politico” che è in testa nei sondaggi. “Non è mai accaduto prima in America” e “non possiamo lasciare che accada”, ha detto il tycoon. Dalla Casa Bianca di Joe Biden, nessun commento. “No”, aveva risposto il presidente Usa, in vacanza in Delaware, ai giornalisti che gli chiedevano se avrebbe seguito in tv l’arresto del suo predecessore.
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