Il filmato rilasciato in esclusiva alla Cnn: il raid risale al 17 luglio scorso

 I servizi di sicurezza ucraini (Sbu) hanno rilasciato alla Cnn un filmato esclusivo che mostra il momento in cui, lo scorso 17 luglio, il ponte russo verso la Crimea fu attaccato. Lo riferisce la Cnn sul suo sito, sottolineando che è la prima volta che lo Sbu rivendica apertamente la responsabilità dell’operazione. Il capo dello Sbu, Vasyl Maliuk, ha dichiarato alla Cnn che per l’attacco è stato usato un drone marino sperimentale chiamato ‘Sea Baby’, risultato di mesi di sviluppo iniziati subito dopo l’invasione. “I droni di superficie marini sono un’invenzione unica del Servizio di sicurezza dell’Ucraina”, ha dichiarato.

“Nessuna società privata è coinvolta. Con questi droni abbiamo recentemente colpito con successo il ponte di Crimea, la grande nave d’assalto Olengorskiy Gornyak e la petroliera SIG”, ha affermato. Maliuk ha rivendicato anche la responsabilità del primo attacco ucraino al ponte, avvenuto l’8 ottobre, ma non ha fornito dettagli. Le circostanze dell’attacco, che secondo le telecamere a circuito chiuso sarebbe stato causato da un’esplosione proveniente da un camion in movimento sul ponte, rimangono poco chiare.

Il primo attacco al ponte Crimea nell’ottobre scorso

L’attacco del 17 luglio causò danni alle corsie stradali del ponte e, secondo le autorità russe, due civili rimasero uccisi. Si è trattato del secondo attacco a questo snodo cruciale e ha dimostrato quanto sia difficile difendere l’unico collegamento indipendente della Russia con la penisola. Il ponte fu inaugurato in pompa magna dal presidente russo Vladimir Putin nel 2018 ed è il simbolo del suo desiderio di conquistare l’Ucraina e legarla per sempre alla Russia. È anche un collegamento vitale per le operazioni militari della Russia in Crimea. Nel video dell’attacco di luglio fornito dallo Sbu alla Cnn si vede lo schermo del pilota nei momenti precedenti il momento in cui il Sea Baby carica fino a 850 chilogrammi di esplosivo su uno dei pilastri di supporto in cemento del ponte. Fonti del servizio hanno anche fornito alla Cnn due video a circuito chiuso che mostrano il momento dell’impatto di un drone sulla sezione stradale del ponte, e poi l’esplosione di un altro drone che colpisce la sezione ferroviaria circa cinque minuti dopo, dalla direzione opposta.

Kiev, granai colpiti da droni russi in regione Odessa

Nella notte le forze russe hanno attaccato la regione di Odessa due volte con droni e hanno danneggiato magazzini e granai. Lo riferisce il governatore della regione di Odessa, Oleg Kiper, secondo quanto riporta la testata ucraina Unian. “L’obiettivo principale era l’infrastruttura portuale e cerealicola nel sud della regione. A seguito dei colpi nemici su uno dei porti del Danubio, sono stati danneggiati magazzini e granai. Gli incendi che sono scoppiati sono stati prontamente spenti dal servizio di emergenza statale”, ha riferito il governatore, precisando che non si hanno notizie di vittime.

 

 

Kiev, partita da Odessa prima nave cargo con corridoio umanitario

È partita da Odessa la prima nave cargo ucraina a utilizzare il nuovo ‘corridoio umanitario’ nel Mar Nero annunciato da Kiev la scorsa settimana. Lo riferisce il vicepremier ucraino Oleksandr Kubrakov in un post su Facebook. “La nave portacontainer Joseph Schulte (bandiera di Hong Kong) ha lasciato il porto di Odessa e sta procedendo attraverso il corridoio temporaneo istituito per le navi civili da/per i porti del Mar Nero dell’Ucraina”, riferisce Kubrakov.

“Il 16 agosto 2023 la nave portacontainer, che si trovava nel porto di Odessa dal 23 febbraio 2022, ha lasciato il faro di Vorontsov e si sta dirigendo verso il Bosforo. Trasporta più di 30mila tonnellate di carico, tra cui prodotti alimentari”, ha riferito Kubrakov. Il vicepremier precisa che “il corridoio sarà utilizzato principalmente per evacuare le navi che si trovavano nei porti ucraini (Chornomorsk, Odesa e Pivdennyi) al momento dell’invasione su larga scala della Federazione Russa”.

Kiev, neutralizzate 5 navi anfibie russe

 Cinque grandi navi anfibie della flotta russa nel Mar Nero sono state neutralizzate dalle forze armate ucraine. Lo ha reso noto il portavoce della Marina militare di Kiev, Dmytro Pletenchuk, citato da Rbc-Ukraine. Un numero che, ha precisato ancora, “può crescere”. Secondo Kiev i russi “con la scusa dell’addestramento prima dell’invasione su larga scala” avevano posizionato dodici navi anfibie nel Mar Nero.

Podolyak: “Stop comunicazioni dirette con leadership Russia”

“Per accelerare una fine equa della guerra” bisognerebbe rifiutare “qualsiasi comunicazione diretta” con la leadership della Russia. Lo afferma Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un post sulla piattaforma X, precedentemente nota come Twitter. Podolyak non precisa chi dovrebbe seguire quest’indicazione, se l’Ucraina, gli alleati di Kiev o entrambi.  “Tre problemi che richiedono soluzioni più incisive per accelerare una fine equa della guerra”, recita il post di Podolyak, che poi inizia l’elenco dei tre punti. Il primo punto è il seguente: “Elusione delle sanzioni e produzione di missili in Russia. La soluzione: o un cambiamento ufficiale dello status della Russia in Stato terrorista o dure sanzioni secondarie contro gli intermediari privati”. Il secondo punto illustrato da Podolyak cita le “forniture di armi all’Ucraina. La soluzione: un’analisi matematica delle dimensioni dei sistemi di difesa russi, delle loro capacità di stoccaggio e di logistica. Trasferimento di volumi ottimali di missili a lungo raggio, munizioni, sistemi di sminamento e sistemi di difesa missilistica di prima linea in base alle esigenze. Infine appunto il terzo e ultimo aspetto: “Isolamento della leadership russa, che ridurrà drasticamente le possibilità di manovra diplomatica e invierà un segnale ai Paesi neutrali… Soluzione: rifiuto di qualsiasi comunicazione diretta, emissione di mandati d’arresto di varie giurisdizioni per complicità nei crimini”.

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