Il presidente Zelensky: "È solo l'inizio", sul fronte diplomatico il cardinale Zuppi lancia l'appello per "una pace giusta"
Il premier ucraino, Volodymyr Zelensky, torna dal suo viaggio in Olanda e Danimarca con un bottino importante. I due Paesi infatti annunciano che forniranno a Kiev i tanto attesi caccia F-16 per potenziare le difese aeree. I primi – come annunciato dalla premier danese Mette Fredriksen, potrebbero arrivare entro l’anno. “Vogliamo che siano attivi e operativi il prima possibile”, conferma il primo ministro olandese Mark Rutte. Zelensky incassa e ringrazia avvertendo Mosca che questo “è solo l’inizio“.
Nelle parole del presidente di Kiev è ancora viva la rabbia per l’ultimo raid russo su Chernihiv che ha causato la morte di sette persone, fra cui una bambina di 6 anni, e oltre cento feriti. “I nostri guerrieri daranno alla Russia una risposta tangibile”, avverte. Il presidente ucraino usa poi l’ironia per rispedire al mittente con forza qualsiasi proposta di cessione di territori a Mosca in cambio dell’ingresso nell’Alleanza Atlantica. “Siamo pronti a scambiare Belgorod (regione della Russia) con la nostra adesione alla Nato”, le sue parole che non lasciano spazio a interpretazioni.
Il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, invece si dice “non preoccupato” per il pessimismo che inizia a serpeggiare in Occidente in merito alla controffensiva Ucraina. “Il nostro successo ricompenserà gli ottimisti mentre rovinerà la reputazione dei dubbiosi”, assicura. L’invito, per raggiungere risultati, “in breve termine” è quella della fornitura di missili a lungo raggio. Nel frattempo Kiev continua ad usare i droni per effettuare attacchi sul territorio russo. L’ultimo è stato denunciato dal governatore della regione di Kursk dove un velivolo senza pilota ucraino si sarebbe schiantato sul tetto della stazione ferroviaria causando cinque feriti leggeri.
Sul fronte della diplomazia invece, mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, si reca in Ungheria per incontrare Viktor Orban, si alza nuovamente la voce del Cardinale Matteo Zuppi. “Papa Francesco ci chiede di non abituarci alla guerra e ci insegna a struggerci per la pace”, dice il presidente della Cei. Una pace che però deve richiedere “la giustizia e la sicurezza“. In caso contrario infatti sarebbe soltanto la “premessa per la continuazione dei conflitti”.
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