Il capo della Wagner è nato a Leningrado, l'attuale San Pietroburgo, nel 1961
Era considerato uno dei più stretti alleati del presidente russo Vladimir Putin, fino al tentato ammutinamento del 24 giugno. Accusato di tradimento dallo zar e poi almeno apparentemente graziato, Yevgeny Prigozhin con la sua compagnia Wagner era stato ‘esiliato’ in Bielorussia, per poi ricomparire in video solo pochi giorni fa da un non meglio precisato Paese dell’Africa, esaltando il suo gruppo di mercenari che “rende la Russia ancora più grande in tutti i continenti”. Prigozhin è nato a Leningrado, l’attuale San Pietroburgo, nel 1961.
È stato condannato a 12 anni di carcere per rapina e aggressione nel 1981. Dopo il suo rilascio, negli anni ’90 ha avviato un’attività di ristorazione a San Pietroburgo: è così che ha conosciuto Putin, allora vicesindaco della città. Ha iniziato con modestia, vendendo hot dog con senape che preparava nella cucina del suo appartamento di famiglia, per poi aprire l’Old Customs House, famoso ristorante galleggiante di San Pietroburgo, e arrivare ad accaparrarsi lucrosi contratti col governo russo, che gli sono valsi il soprannome di “chef di Putin”. Successivamente si è espanso in altre aree, inclusi i media e una famigerata ‘fabbrica di troll’ su Internet che ha portato alla sua incriminazione negli Stati Uniti per ingerenza nelle elezioni presidenziali del 2016.
Ma Prigozhin è noto soprattutto per essere il fondatore della famigerata compagnia paramilitare Wagner, vista per la prima volta in azione nell’Ucraina orientale subito dopo lo scoppio del conflitto separatista dell’aprile 2014, nelle settimane successive all’annessione russa della penisola ucraina di Crimea. La compagnia di Prigozhin si chiama Wagner dal soprannome del suo primo comandante, Dmitry Utkin, un tenente colonnello in pensione delle forze speciali dell’esercito russo. Ben presto si è guadagnata una reputazione di brutalità e spietatezza. Il personale di Wagner è stato schierato anche in Siria, dove la Russia ha sostenuto il governo del presidente Bashar Assad nella guerra civile. In Libia hanno combattuto al fianco delle forze del comandante Khalifa Hifter. Il gruppo ha operato anche nella Repubblica Centrafricana e in Mali. Prigozhin avrebbe utilizzato il dispiegamento di Wagner in Siria e nei paesi africani per assicurarsi consistenti contratti minerari. Alcuni media russi hanno affermato che Wagner fosse coinvolta nell’uccisione nel 2018 di tre giornalisti russi nella Repubblica Centrafricana che stavano indagando sulle attività del gruppo. Gli omicidi rimangono irrisolti. I paesi occidentali e gli esperti delle Nazioni Unite hanno accusato i mercenari Wagner di violazioni dei diritti umani in tutta l’Africa.
Nel 2021 l’Unione europea ha accusato il gruppo di “gravi violazioni dei diritti umani, tra cui torture ed esecuzioni e uccisioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie” e di aver svolto “attività destabilizzanti” nella Repubblica Centrafricana, Libia, Siria e Ucraina. Un video online del 2017 mostrava un gruppo di persone armate, secondo quanto riferito appaltatori Wagner, che torturavano un siriano e lo picchiavano a morte con una mazza prima di mutilarne e bruciarne il corpo. Le autorità russe hanno ignorato le richieste dei media e degli attivisti per i diritti di indagare. Nel 2022, un altro video mostrava un ex appaltatore Wagner picchiato a morte con una mazza dopo che sarebbe fuggito dalla parte ucraina ed era stato rimpatriato. Nonostante l’indignazione pubblica e le richieste di un’indagine, il Cremlino ha chiuso un occhio. Wagner ha assunto un ruolo sempre più visibile nella guerra in Ucraina poichè le truppe regolari russe hanno subito forti perdite di uomini, armi e territorio. Prigozhin ha visitato le prigioni russe per reclutare combattenti, promettendo la grazia se fossero sopravvissuti a sei mesi di servizio in prima linea con Wagner. Ha detto di avere 50.000 uomini a disposizione “nei momenti migliori”, con circa 35.000 in prima linea in ogni momento. Gli Stati Uniti hanno stimato che Wagner avesse circa 50.000 membri in Ucraina, inclusi 10.000 appaltatori e 40.000 detenuti; quasi la metà dei 20.000 soldati russi uccisi in Ucraina da dicembre sarebbero truppe di Wagner a Bakhmut. Prigozhin ha rivendicato a gennaio di aver catturato la città mineraria di Soledar, nella regione ucraina di Donetsk, e ha accusato il ministero della Difesa russo di aver tentato di rubare il merito a Wagner.
Ha ripetutamente attaccato l’esercito russo per non essere riuscito a fornire a Wagner munizioni sufficienti per catturare Bakhmut ha minacciato di ritirare i suoi uomini. Feroci le critiche al capo di stato maggiore, il generale Valery Gerasimov, e al ministro della Difesa Sergej Shoigu, un fatto senza precedenti per il sistema politico russo, in cui solo Putin ha tale potere. Prigozhin ha sempre più alzato il tiro e il suo profilo pubblico, vantandosi quasi quotidianamente delle presunte vittorie di Wagner, deridendo i suoi nemici e i vertici militari. Fino ad arrivare a criticare Putin, e a tentare una ‘marcia su Mosca’ il 24 giugno scorso. Dura la reazione dello zar, che lo ha accusato di tradimento, per poi consentire alla Wagner di riparare in Bielorussia. Sulle sorti del ‘cuoco di Putin’ riecheggia la previsione di Christo Grozev del gruppo di giornalismo investigativo Bellingcat, noto per i suoi scoop sui complotti legati al Cremlino, secondo cui entro sei mesi Prigozhin sarebbe morto o ci sarebbe stato un secondo golpe in Russia.
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