Pioggia di droni in Russia, colpito un aeroporto. L'Ue rilancia il proprio sostegno con 20 miliardi

Il conflitto russo-ucraino registra una giornata di violenti attacchi da entrambe le parti, con una pioggia di bombe nei cieli di Kiev e un fitto lancio di droni su Mosca. “Kiev non subiva un attacco così potente dalla primavera”, ha fatto sapere l’amministrazione militare della capitale Ucraina a seguito del raid russo della scorsa notte, costato la vita ad almeno due persone. Nella notte almeno 10 droni ucraini avrebbero attaccato l’aeroporto russo di Pskov, dove quattro aerei Il-76 sono stati danneggiati. Attacchi che, se per Mosca dimostrano “l’agonia del regime ucraino”, per Kiev sono il segno di un cambio di passo. “La guerra si sta spostando sempre più verso il territorio della Russia, e questo non può essere fermato”, ha affermato Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Esplosioni sono state avvertite nella città russa di Shebekino, nella regione del Belgorod, tanto che Mosca si è trovata costretta a chiudere temporaneamente i tre aeroporti della capitale. Altri droni lanciati dalle forze ucraine sono stati abbattuti dai russi nelle regioni di Ryazan e Kaluga, mentre nel Mar Nero Mosca riferisce di aver distrutto quattro imbarcazioni ucraine con gruppi di sbarco delle forze armate per un totale di 50 persone e una nave militare a sud-est dell’Isola dei Serpenti. Notizie che Kiev definisce “false”.

Mentre le armi non accennano a tacere, i ministri della Difesa Ue si sono riuniti a Toledo per il consueto consiglio informale di fine agosto, utile a preparare le prossime decisioni. Dalla cittadina spagnola l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, ha annunciato il lancio di un fondo per sostenere Kiev nel lungo termine con 5 miliardi l’anno per quattro anni, 2024-2027, che sarà integrato all’interno della Struttura europea per la pace (European Peace Facility), per un totale di 20 miliardi. “Nonostante la condanna globale, Putin non mostra alcun segno di voler cessare la sua aggressione contro il popolo ucraino ed è per questo che sono necessari aiuti militari a lungo termine, sostenibili e prevedibili”, rileva il capo della diplomazia europea.

Tutto questo mentre la controffensiva Ucraina sembra ottenere qualche risultato. Con l’assalto e la liberazione del villaggio di Robotyne “dopo settimane di assalti” le forze armate ucraine si sono “aperte la strada verso Tokmak e, infine, Melitopol e il confine con la Crimea”, ha rimarcato il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, nel suo intervento alla conferenza degli ambasciatori francesi, prima di recarsi a Toledo, dove domani parteciperà al Consiglio informale Ue Esteri. L’Ue accelera anche sulla produzione di munizioni, con il suo piano Asap che sta entrando nel vivo con tre contratti quadro tramite l’Agenzia europea per la difesa già stati firmati. L’obiettivo è arrivare a produrre un milione di munizioni l’anno e – riferisce il commissario Breton – è già partita la selezione dei progetti delle industrie della difesa nazionali da finanziare.

Per l’Italia serve chiarezza nelle priorità europee per poter parlare di spese militari e di aiuti all’Ucraina, sia chiarezza politica che sul fronte delle regole del Patto di stabilità e crescita, ha evidenziato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ai suoi omologhi a Toledo, sottolineando come a volte l’Europa sembri schizofrenica, in quanto in alcuni incontri viene affermato che occorre investire di più e in altri, come in quelli dei ministri dell’Economia e delle Finanze viene detto che servono tagli. Per Crosetto è necessario arrivare anche a un tavolo di pace, ma per Kiev il presidente russo, Vladimir Putin, “non è assolutamente un soggetto adatto ai negoziati” e “la ‘storia’ dell’omicidio dimostrativo di Prigozhin dimostra che Putin non rispetterà alcun accordo”, stando alle parole del consigliere Podolyak. Anche la Casa Bianca afferma di non sapere quando finirà la guerra e ammette che non ci sono segnali della volontà di un negoziato da parte della Russia, mentre gli ucraini stanno facendo dei “progressi”. 

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