Il leader del Cremlino: "Pronti a ripristinare l'accordo se saranno rimosse le restrizioni all'export"

Si è svolto a Sochi lincontro atteso da mesi tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, arrivato in Russia per convincere Mosca a dare il suo benestare alla ripresa dell’accordo sull’export di grano ucraino attraverso il Mar Nero. Putin si è dichiarato pronto a ripristinare l’accordo a patto che vengano rimosse le restrizioni alle esportazioni dei prodotti agricoli russi. Posizione che era stata ribadita già in passato dal Cremlino. Ma Erdogan ha assicurato di aver sottoposto al leader russo nuove proposte, vagliate con le Nazioni Unite, che potrebbero portare a fare passi avanti sul tema. Al tempo stesso, però, ha suggerito a Kiev di ammorbidire la propria posizione “per poter compiere passi congiunti con la Russia”. I due leader hanno concordato la fornitura di cereali ai Paesi più poveri e Mosca ha assicurato che a breve ci saranno consegne gratuite a sei Paesi africani. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha affermato che “l’accordo deve essere ripristinato, ma senza accettare i capricci e i ricatti della Russia“.

 

 

 

Kiev delusa da trattativa su grano

Il presidente turco ha anche approfittato della sua visita per rendersi ancora una volta disponibile come mediatore in futuri negoziati di pace tra Mosca e Kiev. Sforzi che Putin ha fatto sapere di apprezzare, sottolineando che la Russia “non ha mai rifiutato le attività di mediazione” estere. Non ha però dimenticato di commentare la controffensiva ucraina che negli ultimi giorni ha guadagnato territorio nel sud del Paese. “È un fallimento”, l’ha bollata senza mezzi termini il presidente russo. “Oggi abbiamo ricevuto l’ennesima conferma che qualsiasi ‘negoziato’ con Putin è fasullo e inutile…”, è il giudizio del consigliere ucraino Mykhailo Podolyak sulla giornata di colloqui a Sochi.

Le dimissioni del ministro della Difesa di Kiev

Intanto in Ucraina il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov ha rassegnato le sue dimissioni, dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva annunciato di volerlo sostituire. “È stato un onore servire il popolo ucraino e lavorare per l’esercito negli ultimi 22 mesi, il periodo più difficile della storia moderna dell’Ucraina”, ha scritto su X. La sua rimozione verrà esaminata oggi, 5 settembre, dal parlamento ucraino che, un giorno dopo, deciderà anche sulla candidatura di Rustem Umerov come suo sostituto. Umerov, 41 anni, è un politico del partito di opposizione Holos ed è stato a capo del Fondo di proprietà statale dell’Ucraina dal settembre 2022. Coinvolto nello scambio di prigionieri di guerra, prigionieri politici e nell’evacuazione di civili dai territori occupati, ha fatto anche parte della delegazione ucraina nei negoziati con la Russia per l’accordo sull’export di grano nel Mar Nero.

A Mosca riappare Surovikin

E mentre a Mosca è riapparso il generale russo Sergei Surovikin, scomparso dalla fallita rivolta del gruppo Wagner e allontanato dall’esercito per i suoi presunti rapporti con Yevgeny Prigozhin, Kiev ha denunciato la caduta di droni russi sul territorio rumeno durante un attacco aereo notturno alle infrastrutture portuali sul fiume Danubio. Nonostante il ministero della Difesa della Romania abbia smentito “categoricamente” il fatto, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha però assicurato: “Abbiamo le prove fotografiche”.

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