Il Parlamento europeo ha approvato la decisione del Consiglio europeo di aumentare il numero dei seggi dell’Eurocamera per la prossima legislatura da 705 a 720. La proposta del Consiglio europeo si basava sulla relazione del Parlamento del giugno 2023, che ha avviato il processo ed è stata stimolata dai cambiamenti demografici avvenuti nell’Ue dopo le elezioni del 2019. I posti aggiuntivi verranno assegnati come segue: Belgio +1 [22], Danimarca +1 [15], Irlanda +1 [14], Spagna +2 [61], Francia +2 [81], Lettonia +1 [9], Paesi Bassi +2 [31], Austria +1 [20], Polonia +1 [53], Finlandia +1 [15], Slovenia +1 [9], Slovacchia +1 [15]. Il Parlamento ha approvato la decisione legislativa con 515 voti favorevoli, 74 contrari e 44 astensioni. Le prossime elezioni (6-9 giugno 2024) si svolgeranno con il nuovo numero di seggi in Parlamento. Durante il dibattito che ha preceduto il voto, i deputati hanno criticato il tentativo del Consiglio europeo di influenzare il Parlamento nelle sue funzioni di bilancio e hanno ribadito l’indipendenza del Parlamento. I correlatori si sono rammaricati del fatto che il Consiglio europeo non abbia informato immediatamente il Parlamento della sua intenzione di discostarsi dalla proposta originaria, sia in termini di seggi complessivi che di disposizioni per una circoscrizione elettorale paneuropea.
Da quanto si apprende a Bruxelles, i seggi sono integrati a valere sulla “riserva Brexit” (ovvero i seggi assegnati alla Gran Bretagna che, dopo l’uscita di Londra dall’UE, non erano stati redistribuiti) al fine di assicurare il rispetto del principio di proporzionalità degressiva a fronte degli aggiornati dati demografici dei Paesi UE. L’aumento dei seggi nazionali per alcuni Stati membri è motivato da incrementi demografici – tenuti in considerazione per assicurare il rispetto del principio di proporzionalità degressiva- mentre altri Stati membri (tra cui l’Italia) registrano una perdita netta di popolazione. A seguito della proposta del Parlamento europeo, nel corso del negoziato tra Stati membri, l’Italia ha mantenuto invariato il proprio numero di seggi ed escluso riferimenti a formule ed automatismi basati in modo rigido ed esclusivo su dati statistici della popolazione residente degli Stati membri. Per l’Italia non era un risultato scontato: non era detto che la nuova distribuzione di seggi venisse realizzata aumentando il numero di parlamentari europei. Nel corso del negoziato, diversi Stati membri avevano richiesto che la nuova composizione mantenesse invariato il numero complessivo di eurodeputati, il che avrebbe potuto comportare la diminuzione degli eletti in Italia. A seguito dell’approvazione del Parlamento europeo, seguirà la formalizzazione della decisione del Consiglio europeo.