Mentre le bombe continuano a cadere, il cardinale Zuppi annuncia la sua visita a Pechino come inviato speciale del Papa

Il treno blindato con a bordo il leader della Corea del Nord, Kim Jong Un varca il confine russo ma le modalità del suo atteso incontro con Vladimir Putin restano ancora top secret. Dopo le prime indiscrezioni che parlavano della città di Vladivostok, dove il presidente russo è arrivato lunedì per partecipare a un forum internazionale della durata di tre giorni, le ultime indiscrezioni parlano della base di lancio spaziale di Vostochny come possibile sede del meeting. Il Cremlino si limita a confermare che i due si vedranno “dopo il vertice di Vladivostok” ma non va oltre nelle indicazioni. Nel frattempo Kim ha un primo contatto con il governo di Mosca nella persona del ministro delle Risorse naturali, Alexander Kozlov. I due si sono visti nella regione di Primorsky nell’estremo oriente russo. “Abbiamo rapporti amichevoli di lunga data con i nostri vicini e grandi prospettive di cooperazione”, le parole in merito di Kozlov.

Vladimir Putin, in attesa di incontrare Kim Jong Un, torna ad attaccare gli Stati Uniti accusandoli di colonialismo. Per farlo il presidente russo utilizza come metro di paragone l’invio di carri armati da parte dell’Unione Sovietica a Praga nel 1968 e a Budapest nel 1956 definendolo “una politica sbagliata che portava solo a tensioni nelle relazioni”. Un modus operandi che oggi – a suo dire – sono “i principali Paesi occidentali e soprattutto gli Stati Uniti” a portare avanti. Putin poi interviene anche su quella che potrebbe essere la sfida per le prossime presidenziali americani fornendo un assist a Donald Trump. Secondo la visione di Putin nei confronti del tycoon ci sarebbe una “persecuzione per motivi politici” che mostra “il marcio del sistema politico americano, che non può pretendere di insegnare agli altri la democrazia”.

Mentre le bombe continuano a cadere sull’Ucraina e proseguono le accuse reciproche fra le parti in causa il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e inviato speciale di Papa Francesco, annuncia la sua visita in Cina per “cercare di tessere la difficile tela della pace che è un dono per tutti e che tutti devono trovare”. Un pensiero al “conflitto terribile” in Ucraina “che non vede fine e che ha provocato morti, feriti, dolori, esodi e distruzioni” arriva dallo stesso Santo Padre che invita la comunità internazionale “all’audacia della pace” nonostante “gli ostacoli e le obiettive difficoltà perché “in un mondo in cui tutto va avanti veloce, solo la fine delle guerre sembra lenta”. Dall’Ucraina infine arriva un attacco all’Onu e all’Aiea definite da Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, “organizzazioni fittizie”. Particolarmente dura la critica alle Nazioni Unite bollate come un’organizzazione “assente” e “un ufficio di lobbying” il cui unico scopo sarebbe quello di “guadagnare soldi per la pensione delle persone che ricoprono cariche dirigenziali”. 

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