L'intesa è stata raggiunta attraverso negoziati con il contingente di russo di peacekeeping nella regione, Mosca conferma l'intesa

I media armeni riportano che è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco con l’Azerbaigian per porre fine ai due giorni di combattimenti scoppiati ieri nella regione separatista del Nagorno-Karabakh. L’accordo è stato annunciato dalle autorità della regione separatista dell’Azerbaigian per entrare in vigore alle 13.00 ora locale di oggi (le 11 in Italia). L’intesa è stata raggiunta attraverso negoziati con il contingente di russo di peacekeeping nella regione e prevede il ritiro delle unità e delle attrezzature militari armene dal Nagorno-Karabakh e il disarmo delle forze di difesa locali. 

Le autorità armene sostengono che 32 persone sono morte in bombardamenti dell’Azerbaigian nell’enclave armena del Nagorno-Karabakh e che 7 di loro sono civili, 2 dei quali bambini. Lo riporta l’agenzia di stampa armena Armenpress, citando informazioni dell’Ufficio armeno per la difesa dei diritti umani, secondo cui i feriti sono oltre 200, compresi 35 civili, fra cui 13 bambini. L’agenzia armena afferma che l’esercito azero sta bombardando insediamenti pacifici in Nagorno-Karabakh, prendendo di mira civili e infrastrutture, nonché edifici residenziali e scuole, e aggiunge che oggi è stata presa di mira anche un’ambulanza. Il presidente dell’Azerbaigian invece, Ilham Aliyev, nel corso di un colloquio telefonico avuto con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, ha detto che “durante l’applicazione delle misure anti-terrorismo”, espressione con cui si riferisce ai combattimenti iniziati ieri in Nagorno-Karabakh, “popolazione civile e infrastrutture non vengono presi di mira, ma vengono distrutti solo obiettivi militari legittimi”. 

La Russia chiede di cessare immediatamente spargimenti di sangue, porre fine alle ostilità e alle vittime civili nella contesa regione del Nagorno-Karabakh dove ieri l’Azerbaigian ha lanciato un’offensiva militare e ha chiesto la resa dell’Armenia. “In relazione alla forte escalation del confronto armato nel Nagorno-Karabakh, esortiamo le parti in conflitto a fermare immediatamente lo spargimento di sangue, a cessare le ostilità e a evitare le vittime civili” si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri russo, pubblicata sul sito dello stesso dicastero. 

Mosca, nostri peacekeeper uccisi in agguato

Un’auto con a bordo membri delle forze di pace russe è stata raggiunta da colpi d’arma da fuoco nel Nagorno-Karabakh, con alcuni militari di Mosca che sono rimasti uccisi. Lo riporta Ria Novosti che cita una nota del ministero russo della Difesa. “Il 20 settembre, mentre tornava da un posto di osservazione del contingente russo di mantenimento della pace nella zona del villaggio di Dzhanyatag, un’auto con personale militare russo è finita sotto il fuoco di armi leggere. A seguito dell’attacco, i russi del personale militare nell’auto sono rimasti uccisi”, afferma il comunicato.

Scontri tra manifestanti e polizia a Erevan

In serata scontri tra la polizia e i manifestanti a Erevan, capitale dell’Armenia, vicino al palazzo del governo. I manifestanti, che chiedono le dimissioni del premier Nikol Pashinyan, hanno scagliato bottiglie e pietre contro i poliziotti.

Domani incontro Baku-separatisti in Azerbaigian

Domani 21 settembre nella città di Yevlakh, in Azerbaigian, si terrà un incontro fra rappresentanti del Nagorno-Karabakh e di Baku. Lo riferisce l’ufficio presidenziale del Nagorno-Karabakh, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa armena Armenpress. Poco fa è stato annunciato il raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco per il Nagorno-Karabakh a partire dalle 13 ora locale, le 11 in Italia, e l’ufficio presidenziale dell’enclave armena ha fatto sapere che è stato raggiunto con la mediazione del comando di peacekeeping russo. 

Mosca: “Raggiunto cessate il fuoco con nostra mediazione”

L’Azerbaigian e i rappresentanti del Nagorno-Karabakh hanno concordato la cessazione delle ostilità. Lo ha confermato il ministero della Difesa russo citato da Ria Novosti. “Attraverso la mediazione del comando del contingente russo di mantenimento della pace, è stato raggiunto un accordo tra la parte azera e i rappresentanti del Nagorno-Karabakh sulla completa cessazione delle ostilità. L’attuazione di questi accordi sarà effettuata in coordinamento con il comando del Contingente russo per il mantenimento della pace”, viene spiegato ancora.

Cremlino: “Armenia e Azerbaigian restano nostri partner” 

L’Armenia e l’Azerbaigian restano partner importanti per la Russia. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “L’Armenia è stata e rimane un nostro alleato molto importante, un partner, un Paese vicino a noi – ha detto – ontinuiamo anche i contatti con l’Azerbaigian, anch’esso un partner molto importante”. Il ministero della Difesa russo ha fatto sapere che l’accordo per il cessate il fuoco in Nagorno-Karabakh dopo che ieri Baku aveva lanciato “un’operazione antiterrorismo” è arrivato “grazie alla nostra mediazione”

Premier Armenia: “Mosca garantisca intesa”

“È logico supporre che se le forze di pace” russe “hanno fatto una simile dichiarazione, ciò significa di per sé che si sono già assunti pienamente e senza riserve l’obbligo di garantire pienamente la sicurezza degli armeni del Nagorno-Karabakh, garantire pieni diritti per una vita sicura e dignitosa degli armeni nella loro terra e nelle loro case”. Così il premier armeno, Nikol Pashinyan, dopo l’annuncio da parte del ministero russo della Difesa del raggiungimento, con la mediazione di Mosca, di un accordo per il cessate il fuoco tra l’Azerbaigian e i rappresentanti del Nagorno-Karabakh. Lo riporta Ria Novosti. 

Putin: “Spero in soluzione pacifica”

Il presidente russo Vladimir Putin, durante un incontro con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ha espresso la speranza che la situazione in Nagorno-Karabakh vada verso “una direzione pacifica“. “Spero che riusciremo a ridurre l’escalation e arrivare a una soluzione pacifica del problema”, ha spiegato. Il leader del Cremlino ha aggiunto che le “forze di pace” russe presenti sul territorio “stanno facendo di tutto per proteggere la popolazione civile”.

Guterres chiede fine immediata combattimenti

A proposito della situazione in Nagorno-Karabakh, il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, “chiede con forza la fine immediata dei combattimenti, una de-escalation e una più rigorosa osservanza del cessate il fuoco del 2020 e dei principi del diritto internazionale umanitario”. Lo riferisce il suo portavoce, Stéphane Dujarric, aggiungendo che il segretario dell’Onu è “estremamente preoccupato per l’uso della forza militare nella regione e per le notizie di vittime, anche tra la popolazione civile” e “si rammarica che questi sviluppi preoccupanti seguano la consegna di aiuti umanitari, molto necessari, alla popolazione locale il 18 settembre”.

Guterres “rimane preoccupato per la situazione umanitaria sul terreno e ribadisce il suo appello a compiere passi urgenti per facilitare il pieno accesso degli attori umanitari alle persone in difficoltà”, fa sapere ancora il portavoce del segretario generale dell’Onu. Inoltre, conclude Dujarric, Guterres “invita le parti a concentrarsi nuovamente sugli sforzi per contribuire a costruire la fiducia e garantire una pace a lungo termine nella regione”.

Baku a Blinken: “Ci fermiamo se armeni depongono armi”

Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha avuto un colloquio telefonico con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, a proposito dell’attuale situazione in Nagorno-Karabakh e Aliyev ha detto che “le misure antiterrorismo saranno interrotte se” gli armeni “deporranno le armi e saranno disarmati”. Lo riferisce la presidenza dell’Azerbaigian. 

Azerbaigian: “Non abbiamo colpito obiettivi civili”

Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, nel corso di un colloquio avuto con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha detto che “durante l’applicazione delle misure anti-terrorismo”, espressione con cui si riferisce ai combattimenti iniziati ieri in Nagorno-Karabakh, “popolazione civile e infrastrutture non vengono presi di mira, ma vengono distrutti solo obiettivi militari legittimi”. Lo riferisce in una nota la presidenza dell’Azerbaigian. 

Baku: “Operazioni continuano con successo” 

“Le misure antiterrorismo condotte dalle Forze Armate dell’Azerbaigian nella regione economica del Karabakh continuano con successo“. È quanto afferma il ministero della Difesa dell’Azerbaigian, in un comunicato di cui riferisce l’agenzia di stampa russa Tass. “Posizioni di combattimento, veicoli militari, installazioni di artiglieria e missili antiaerei, stazioni di guerra elettronica e altre attrezzature militari appartenenti alle formazioni delle Forze armate armene sono state neutralizzate”, aggiunge Baku, a proposito del secondo giorno dell’operazione lanciata nell’enclave armena del Nagorno-Karabakh.

Papa: “Sono preoccupato, tacciano le armi” 

 “Ieri mi sono giunte notizie preoccupanti dal Nagorno Karabach nel Caucaso meridionale dove la già critica situazione umanitaria ora é aggravata da ulteriori scontri armati. Rivolgo il mio appello ancora a tutte le parti in causa e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi e si compia ogni sforzo per trovare soluzioni pacifiche per il bene delle persone e il rispetto della dignità umana”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro.

Onu: “Azerbaigian e Armenia tornino a processo pace” 

È assolutamente fondamentale che l’Azerbaigian e l’Armenia tornino al processo di pace e lavorino a un accordo fondato sui diritti umani. Questo è più urgente che mai”. Lo afferma l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Türk, dicendosi “molto preoccupato” per “l’impatto sui civili del rinnovato uso della forza armata”. “Il pieno rispetto del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, compresa la garanzia di accesso all’assistenza umanitaria da parte della popolazione colpita, è fondamentale”, ha concluso Turk. 

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