La presidente del Parlamento Europeo a margine del Consiglio europeo informale di Granada

L’allarme della presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, sul bilancio dell’Ue: le risorse sono poche ed entro la fine dell’anno potrebbero essere a rischio i fondi per l’Ucraina. “Il nostro bilancio è al limite, al punto che non può succedere che se a un paese che si trova ad affrontare una catastrofe naturale verso la fine dell’anno viene detto che non ci sono più soldi. Questa è la realtà in cui viviamo oggi. E se continuiamo su questa strada, nel dicembre di quest’anno i fondi attuali per l’Ucraina finiranno. Ciò significa che non possiamo semplicemente ignorare queste realtà su cui dobbiamo agire”, ha detto Metsola nella conferenza stampa a margine del Consiglio europeo informale a Granada, in Spagna. Ha aggiunto di aver parlato ai leader “del lavoro che svolgiamo costantemente e della revisione dei nostri budget a lungo termine, del quadro finanziario pluriennale. Il mio secondo punto riguarda il fatto che i fondi sono limitati. La pandemia, l’invasione dell’Ucraina, i disastri naturali e la crisi del costo della vita hanno avuto un impatto sui nostri bilanci. L’aumento dei tassi di interesse ha fatto lievitare i costi di finanziamento del Next Generation e non possiamo lasciare che la prossima generazione di europei diventi responsabile del rimborso dei nostri debiti“.

Premier armeno in plenaria a Strasburgo il 18 ottobre

Nella conferenza stampa Metsola ha anche affrontato il tema delle tensioni tra Armenia e Azerbaigian nella regione del Nagorno-Karabakh, annunciando di aver invitato il primo ministro armeno Pashinyan a parlare alla plenaria di Strasburgo il prossimo 18 ottobre. “Ieri il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione dai termini molto forti sulla situazione attuale in Nagorno-Karabakh, ci concentreremo sulla crisi umanitaria, in altre parole, su come aiutare decine di migliaia di rifugiati armeni che hanno lasciato la propria vita alle spalle – ha proseguito -. Accolgo con favore anche tutti gli sforzi volti a ridurre l’escalation, gli incontri con il presidente del Consiglio europeo, il presidente francese e il cancelliere tedesco, che si sono assunti la grande responsabilità di parlare sia con l’Armenia che con l’Azerbaigian”. 

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