Il racconto di Nada a LaPresse, la testimonianza raccolta grazie a Operazione Colomba

Qui manca tutto, internet, elettricità, acqua. L’acqua è tuttora tagliata, molte tubature sono state distrutte dai bombardamenti. Quel poco di acqua che c’è si può prendere tramite taniche, spesso di notte, in modo molto rischioso”. Così a LaPresse Nada, 30enne palestinese residente a Jarara, nel distretto di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. La testimonianza, raccolta grazie agli operatori di Operazione Colomba, è resa difficile proprio dalla mancanza di elettricità: “Abbiamo tra il 3 e il 5% di batteria, sempre, carico il telefono con la batteria dell’auto – spiega ancora – Le persone fanno la coda per l’acqua e il pane”. Nada lavora con un’associazione sul territorio che si occupa di educazione e animazione con i più giovani: “La sede dell’associazione dove lavoro è stata completamente distrutta. Il palazzo è ancora in piedi ma praticamente vivevo lì dentro, è stato un duro colpo”, spiega ancora a LaPresse.

“Ci sono tantissime persone che sono arrivate e stanno arrivando a sud e non sanno dove stare, si sono portati dietro pochissime cose, non hanno niente, sono fuggiti velocemente. Sono terrorizzati. Stiamo cercando dei fondi per aiutarli, del cibo” aggiunge Nada. “Anche mia sorella ha partorito due settimane fa, stava a Gaza City e ora si è spostata vicina a noi. La preoccupazione è altissima, come potete immaginare – aggiunge Nada -. Il figlio di un’amica, otto anni, è morto due giorni fa in un bombardamento“.

 

 

Voci da Gaza

“Stiamo bene ma non ci sono cibo, acqua ed elettricità, ed è difficile trovare del cibo”. “Non c’è elettricità, è impossibile arrivare anche solo al 10% di batteria nei telefoni”. “Non so cosa accada fuori, sento solo le bombe“. Sono alcune delle voci raccolte da LaPresse sempre tramite Operazione Colomba, tra sabato scorso e oggi, da persone che si trovano nella Striscia di Gaza. La maggior parte si trova nel sud, o perché lì residente o perché si è spostata dopo che Israele ha intimato a tutti i residenti nel nord di andarsene.  “Sto cercando cibo e pane per la mia famiglia, non riusciamo a trovarlo”, dice un’altra persone. “Ci sono milioni di persone qui, ho dormito in strada”, spiegano alcuni sfollati. Operazione Colomba lavora in Palestina da oltre 20 anni, dapprima nella Striscia di Gaza e dal 2004 nel Masafer Yatta, a sud di Al-Khalil/Hebron.

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