L'accusa dei media: "I miliziani di Hamas sotto effetto della droga Captagon". L’esplosione all'ospedale: "I morti? Tra 10 e 50". Annullati gli Mtv Awards a Parigi
L’offensiva di terra di Israele a Gaza ci sarà, e arriverà presto. L’annuncio, fatto dal ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant sotto forma di promessa ai soldati di fanteria al confine con la Striscia, è giunta mentre centinaia di veicoli carichi di aiuti sono in attesa di potere entrare a Gaza, che versa in condizioni umanitarie drammatiche sia per i raid israeliani sia per l’assedio totale decretato da Israele due giorni dopo il massacro del 7 ottobre, compiuto da Hamas in suo territorio. “Ora vedete Gaza da lontano, presto la vedrete dall’interno“, “ve lo prometto”, ha detto Gallant ai soldati, esortandoli a “organizzarsi, essere pronti” per l’ordine di entrare, senza tuttavia indicare quando dovrebbe avvenire l’invasione. I militari “continueranno a combattere come leoni“, dice il premier israeliano Benjamin Netanyahu, promettendo che “colpiremo i nostri nemici finché non otterremo la vittoria”. Mentre il capo del Comando sud dell’esercito israeliano, il maggiore generale Yaron Finkelman, ha comunicato che i combattimenti si sposteranno nella Striscia e l’offensiva sarà “lunga e intensa”.
Con Gaza a corto di cibo, acqua e medicine, nel pomeriggio la testata egiziana Al Qahera News, citando fonti informate, ha detto che il valico di Rafah fra l’Egitto e la Striscia riaprirà venerdì 20 ottobre per l’ingresso di aiuti umanitari per i suoi oltre 2 milioni di abitanti che si ritrovano intrappolati all’interno. Una notizia ancora non confermata e che giunge dopo che l’ok di Tel Aviv all’ingresso limitato di aiuti, a seguito della richiesta di Joe Biden, e dopo che lo stesso presidente Usa, nell’ambito della sua visita lampo in Israele, ha annunciato che l’egiziano Abdel Fattah al-Sisi aveva accettato di aprire il valico di Rafah e, per cominciare, di far entrare 20 camion con aiuti. Il tutto mentre a Gaza è drammatica anche la situazione degli ospedali, per la carenza di carburante per alimentare i generatori oltre che di medicine: il secondo ospedale più grande della Striscia, il Nasser, ha spento le luci in gran parte della struttura per risparmiare energia e i medici operano illuminati dalle torce dei cellulari, mentre in altri casi si usa l’aceto come disinfettante. “Il carburante è necessario anche per i generatori degli ospedali, per le ambulanze e per gli impianti di desalinizzazione: invitiamo Israele ad aggiungere carburante alle forniture salvavita che possono entrare a Gaza”, è l’appello lanciato dal direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus.
I bombardamenti israeliani su Gaza sono proseguiti colpendo anche la zona sud della Striscia, quella di Khan Younis, dove gli israeliani hanno chiesto ai residenti del nord di spostarsi definendola sicura in vista del lancio dell’offensiva. Nell’ambito di questi bombardamenti sarebbero stati uccisi il capo delle forze di Sicurezza nazionali di Hamas a Gaza, Jehad Mheisen, con un numero imprecisato di membri della sua famiglia, e la leader dell’ufficio politico di Hamas Jamila al-Shanti, vedova del co-fondatore di Hamas Abdel Aziz al-Rantisi e prima donna a essere eletta nell’ufficio politico del gruppo. Mentre il bilancio complessivo delle vittime palestinesi è salito a 3.785 morti, oltre 1.500 dei quali feriti, e 12.493 feriti.
Le sirene anti-aeree sono tornate a suonare in Israele, dove dopo la visita di mercoledì di Joe Biden oggi è stata la volta del premier britannico Rishi Sunak, poi volato in Arabia Saudita per incontrare Mohammed bin Salman. A un certo punto sono suonate contemporaneamente nel nord e nel sud del Paese, senza provocare vittime. Secondo un nuovo bilancio fornito dall’esercito di Israele, sono almeno 203 gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas a Gaza, fra civili e militari: è per cercare informazioni su di loro che l’esercito israeliano ha compiuto nuovi blitz nella Striscia. Intanto il canale israeliano Channel 12 ha riferito che molti membri di Hamas che hanno partecipato all’attacco a sorpresa contro Israele avevano usato la droga Captagon, conosciuta anche come ‘cocaina dei poveri’, prodotta in Libano e Siria e nota anche per essere usata dall’Isis. Secondo Channel 12 questa droga, che elimina l’appetito e aiuta a sentirsi vigili per molto tempo, “ha permesso ai terroristi di compiere atti disumani di omicidio rimanendo vigili, calmi e indifferenti”.
Mentre la situazione in Libano continua a essere tesa, con schermaglie al confine con lo Stato ebraico, Stati Uniti, Regno Unito e Germania hanno invitato i propri cittadini a lasciare il Libano. “Sono orgoglioso di essere qui con te nell’ora più buia di Israele come tuo amico”, è il messaggio di sostegno portato da Sunak a Netanyahu in Israele. Il presidente Usa Joe Biden, si prepara a parlare alla nazione dallo Studio Ovale per chiedere miliardi di dollari di aiuti militari con cui sostenere tanto Israele quanto l’Ucraina.
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