Mia Regev, 21 anni, e il fratello Itai, 18 anni, il 7 ottobre erano tra i partecipanti al rave del Nova Festival nel Sud di Israele. Questo drammatico messaggio vocale è l’ultimo che la ragazza ha inviato al padre Ilan Regev prima che le comunicazioni tra di loro si interrompessero. Le immagini sono le ultime inviate via WhatsApp, la ragazza si nasconde in una macchina. I due fratelli sono stati presi in ostaggio dai miliziani di Hamas e da allora non si hanno più notizie di loro. Ora il padre dei due civili è arrivato in Italia insieme a una delegazione di familiari di israeliani assassinati e rapiti per incontrare le cariche istituzionali – sono stati ricevuti da Meloni e Salvini – e figure chiave della comunità ebraica. L’obiettivo della missione è quello di sensibilizzare il Paese all’urgenza di riportare a casa di circa 220 ostaggi tenuti da Hamas nella Striscia di Gaza.
“Mia mi ha inviato un breve video e poi un vocale su WhatsApp. Si vede terrorizzata mentre si nasconde in un’automobile. Nell’audio la si sente gridare che le hanno sparato, che sta morendo. Mi chiede di andarla ad aiutare”. Così in un’intervista a Repubblica Ilan Regev, padre di due giovani ostaggi di Hamas giunto ieri a Roma con una delegazione di parenti di persone rapite dai miliziani palestinesi a seguito dell’attacco del 7 ottobre. “Penso che sono feriti, che stanno soffrendo, spesso penso che sono già morti – afferma – Sono sicuro che non sono insieme perché Hamas divide gli uomini dalle donne. Mi domando cosa mangiano, se li curano, cosa provano quando sentono cadere tutte quelle bombe. Non dormo più, chiamo in continuazione i loro cellulari ma sono spenti”. Poi un messaggio ai miliziani: “I miei figli sanno che sono disposto a fare qualsiasi cosa per loro. Sono pronto a dare la mia vita, per questo dico ad Hamas: prendete me”. In Italia, dice di aspettarsi che tutti gridino come “come gridava mia figlia in quell’ultimo vocale, vorrei che tutti sentissero quello che sento io in questo momento così da fare in modo che questo non accada più”.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato a Palazzo Chigi una delegazione dei familiari delle vittime e degli ostaggi del brutale attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso. Nel corso dell’incontro, spiega una nota di palazzo Chigi, la premier ha ascoltato le storie dei familiari e ha espresso il “profondo sgomento per la ferocia con la quale Hamas si è accanito contro civili inermi, casa per casa, non risparmiando neppure donne, bambini e anziani”. Ad accompagnare la delegazione l’ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar, la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni e il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun.