Scontri nel campo profughi in Cisgiordania. Colpite anche le infrastrutture militari siriane
Le ultime news di mercoledì 25 ottobre sulla guerra tra Israele e Hamas, in diretta. Razzi dal Libano causano un blackout sulle alture del Golan. La Cnn: “Hamas ha pianificato l’attacco del 7 ottobre con linee telefoniche sotterranee”. Tre palestinesi sono morti e altri sono rimasti feriti a seguito di un raid israeliano a Jenin, in Cisgiordania. Lo riporta Wafa, citando fonti sanitarie. Le forze israeliane, accompagnate da due bulldozer, avrebbero d’assalto la città di Burqin, Wadi Burqin e il quartiere Al-Hadaf di Jenin, e avrebbero schierato i loro cecchini sui tetti delle case, prima che un aereo israeliano lanciasse almeno due razzi nei pressi del cimitero di Jenin. Tre, al momento, le vittime, identificate come Muhammad Qadri Al-Sabah, Mahmoud Al-Fayed e Muhammad Abu Qatna. I feriti sono stati trasportati nell’ospedale di Jenin. Venendo alla diplomazia, il presidente Usa Joe Biden ha invitato Israele a operare “secondo leggi di guerra”, mentre il presidente francese Macron definisce “un errore” l’ipotesi di invasione di terra a Gaza da parte di Israele. Intanto, il Qatar spera in una “svolta a breve” sul tema degli ostaggi. I governi tedesco e spagnolo difendono dalle critiche il presidente Onu Guterres, attaccato da Israele per le sue parole di ieri su Hamas, mentre la regina Rania di Giordania accusa l’Occidente di ‘doppio standard. Intanto, sul fronte umanitario, è allarme per la situazione acqua a Gaza: per Oxfam quella potabile sarebbe quasi finita.
Biden: “Non ho chiesto di rimandare invasione Gaza”
“Non l’ho chiesto“. Così il presidente Joe Biden ha risposto ad una domanda riguardo la presunta richiesta a Israele di rimandare l’invasione di Gaza per garantiire il rilascio degli ostaggi statunitensi nelle mani di Hamas.
Biden: “Se da Iran attacchi a nostre truppe risponderemo”
Joe Biden lancia un monito agli ayatollah iraniani. Se continueranno gli attacchi contro le truppe Usa presenti nella regione “risponderemo“. Il presidente Usa ha sottolineato che le truppe statunitensi sono presenti nella regione a partire da dopo l’11 settembre 2001 con compiti antiterrorismo e che la situazione “non ha nulla a che fare con Israele“. Biden ha poi riferito di non avere “alcuna fiducia” nei bilanci delle vittime civili diffusi da Hamas. “Sono sicuro che siano stati uccisi degli innocenti”, ha detto, aggiungendo che “questo è il prezzo della guerra” e che gli israeliani devono essere “incredibilmente attenti” e che quando ciò accade questo è “contro il loro interesse”. Ma, ha aggiunto, “non ho alcuna fiducia nei numeri che i palestinesi stanno usando”, in riferimento ai bilanci delle vittime riferiti da Hamas.
Biden: “Israele deve operare secondo leggi di guerra”
Israele ha il “diritto e la responsabilità” di rispondere agli attacchi di Hamas, ma il fatto che Hamas “si nasconda dietro i civili palestinesi non diminuisce la necessità di operare secondo le leggi di guerra“. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, parlando nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il premier australiano Anthony Albanese. Hamas, ha detto Biden, “non rappresenta la vasta maggioranza dei palestinesi”. Inoltre, ha aggiunto Biden, gli attacchi dei coloni israeliani estremisti contro i palestinesi in Cisgiordania “devono cessare”, in quanto “benzina sul fuoco” della crisi.
Israele, Netanyahu: “Ci stiamo preparando per invasione di terra di Gaza”
Israele si sta preparando per l’invasione di terra di Gaza. Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un discorso alla nazione, aggiungendo che al momento non verranno dati altri dettagli, neanche sulla tempistica. “Tutti dovranno rispondere per l’attacco (di Hamas, ndr.), me compreso”, ha aggiunto Netanyahu parlando alla nazione, secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Haaretz. Il Times of Israel sottolinea che il premier israeliano ha tuttavia evidenziato che questo dovrà avvenire “dopo la guerra”. “Tutti dovranno dare risposte su questa disfatta, me compreso, dopo la guerra”, ha dichiarato.
Israele: “Oltre metà degli ostaggi è cittadino straniero”
Oltre la metà dei 220 ostaggi che si stima siano nelle mani di Hamas hanno cittadinanza straniera e provengono da 25 Paesi differenti. Lo ha reso noto il governo israeliano. Tra gli ostaggi ci sono 54 cittadini thailandesi, 15 argentini, 12 tedeschi, 12 americani, 6 francesi, 6 russi e 5 nepalesi. Si ritiene che molti abbiano la doppia nazionalità israeliana, ma alcuni, come i thailandesi e i cinque ostaggi nepalesi, quasi certamente no. I lavoratori provenienti dalla Thailandia in Israele sono circa 30mila e lavorano soprattutto nel settore dell’agricoltura. Il governo israeliano ha anche affermato che dopo l’attacco del 7 ottobre sono morte o risultano disperse 328 persone provenienti da 40 Paesi.
Macron: “Operazione di terra a Gaza sarebbe un errore”
Una “massiccia” operazione di terra da parte di Israele nella Striscia di Gaza sarebbe “un errore“. Lo ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron. Fra le motivazioni Macron ha spiegato che questo tipo di operazione “non è compatibile con il rispetto delle popolazioni civili, del diritto umanitario internazionale e perfino delle regole di guerra”. Lo riporta BfmTv.
Per Wsj Israele rimanda invasione Gaza in attesa di difese aeree Usa
Israele ha per il momento acconsentito alla richiesta degli Stati Uniti di ritardare l’invasione di Gaza, per permettere al Pentagono di spostare nella regione una decina di sistemi di difesa aerea a protezione delle truppe Usa. Lo riferisce il Wall Street Journal, citando fonti israeliane e statunitensi. I sistemi di difesa aerea verranno dislocati a protezione delle truppe Usa in Iraq, Siria, Kuwait, Giordania, Arabia Saudita e Emirati Arabi. Secondo le fonti del Wsj, Israele avrebbe acconsentito a rimandare l’invasione in attesa del dislocamento di questi sistemi, che dovrebbe essere completato entro la fine di questa settimana.
Amb. palestinese in Italia: “Da Guterres grande verità su occupazione Israele”
“In questi giorni di profondo dolore e immensa preoccupazione, sono di conforto le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che chiedono la fine dell’occupazione israeliana della nostra terra. Il segretario delle Nazioni Unite ha dichiarato di fronte al mondo intero una grande verità: ciò che è successo il 7 ottobre non è accaduto nel vuoto ma in una situazione ben precisa, di soffocante occupazione, che il popolo palestinese sopporta da 56 anni”. Così a LaPresse l’ambasciatrice palestinese in Italia, Abeer Odeh. “Guterres ha giustamente ricordato come in questi decenni la nostra terra sia stata divorata dai coloni e vessata dalla violenza, come la nostra economia sia stata strangolata, come le nostre famiglie abbiano assistito alla demolizione delle proprie case e siano state costrette a trasferimenti forzati. Questo, ha detto il segretario generale Guterres, ha contribuito a far svanire la speranza del popolo palestinese in una soluzione politica”, aggiunge l’ambasciatrice, “dobbiamo riaccendere questa speranza. Per questo, nel ringraziare il segretario Guterres per le sue parole, ribadiamo la nostra piena fiducia nella forza del diritto e ci appelliamo alla comunità internazionale perché non incoraggi ma fermi la mano distruttrice di Israele, e perché non garantisca l’impunità di chi sta portando allo sterminio del popolo di Gaza, colpito a morte mentre viene deportato. Parliamo di uomini, donne, anziani e, soprattutto, dei 2.360 bambini uccisi fino a oggi senza un perché.Vittime innocenti, popolazione civile da rispettare e da proteggere ovunque e da qualsiasi parte si trovi”
Macron in Egitto: “Francia non usa due pesi e due misure”
“La Francia non pratica il doppio standard, il diritto internazionale si applica a tutti”. Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, parlando in conferenza stampa in Egitto, dove ha incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi. Le parole di Macron giungono dopo che la regina Rania di Giordania in un’intervista alla Cnn ha denunciato l’uso di “due pesi e due misure” da parte dei Paesi occidentali a proposito del conflitto fra Israele e Hamas.
Media, Blinken ha chiesto a Qatar di moderare toni Al Jazeera
Nel suo incontro con il primo ministro del Qatar, meno di due settimane fa, il segretario di Stato Antony Blinken ha chiesto al suo interlocutore di intervenire su Al Jazeera per fare abbassare i toni dell’emittente tv qatariota riguardo alla guerra a Gaza. Lo riporta Axios, riferendo quanto raccontato dallo stesso Blinken nel corso di un incontro avvenuto lunedì con i leader delle comunità ebraiche Usa. Secondo la ricostruzione di tre persone presenti all’incontro, il segretario di Stato ha riferito di avere chiesto al governo del Qatar, lo scorso 13 ottobre a Doha, di cambiare il proprio atteggiamento verso Hamas. Come esempio delle azioni che Doha potrebbe mettere in atto, Blinken ha chiesto ai suoi interlocutori di “abbassare il volume della copertura di Al Jazeera, perché è pieno di incitazione anti Israele”.
Al-Sisi a Macron: “Evitare invasione di Gaza”
Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente egiziano Al-Sisi ha chiesto di evitare l’invasione di terra israeliana a Gaza e di “contenere la spirale di violenza” in Medioriente.”L’attuale crisi non deve allargarsi e comprendere altre regioni”, ha detto, “un’invasione di terra di Gaza potrebbe causare un gran numero di vittime civili”. Lo riporta Bfmtv.
Israele contro Erdogan: “Hamas è peggio dell’Isis”
“Israele respinge con forza le dure parole del presidente turco sull’organizzazione terroristica Hamas“. Èquanto scrive in un post pubblicato sul social X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Lior Haiat. “Hamas è un’organizzazione terroristica spregevole, peggiore dell’Isis“, ha aggiunto, “che uccide brutalmente e intenzionalmente neonati, bambini, donne e anziani, prende in ostaggio i civili e usa i propri cittadini come scudi umani”. “Anche il tentativo del presidente turco di difendere l’organizzazione terroristica e le sue parole incitanti non cambieranno gli orrori che tutto il mondo ha visto e il fatto inequivocabile: Hamas = Isis”, ha concluso Haiat. In precedenza il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, aveva affermato che “Hamas non è un’organizzazione terroristica, ma un gruppo di liberazione e mujaheddin che lotta per proteggere le proprie terre e i propri cittadini”
Guterres: “Falso che io abbia giustificato terrore Hamas”
“Sono scioccato dalle interpretazioni errate di una parte della mia dichiarazione di ieri al Consiglio di Sicurezza, come se avessi giustificato gli atti di terrore di Hamas. E’ falso. Era l’opposto”. Così il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, interviene sulle polemiche suscitate dalle sue affermazioni di ieri. Guterres aveva dichiarato che “gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla”, aggiungendo che “il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione”.
Berlino non ritene opportuno chiedere dimissioni Guterres
Il governo tedesco ha espresso fiducia nel segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, criticato dal governo israeliano per le sue dichiarazioni sull’attacco di Hamas a Israele, e non ritiene opportuno chiederne le dimissioni. Lo ha detto il il portavoce del governo Steffen Hebestreit, come riporta Ard. Guterres aveva dichiarato, tra le altre cose, che “attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla” aggiungendo che “il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione”. L’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan ha chiesto le sue dimissioni, ma il portavoce del governo di Berlino ha sottolineato che Guterres gode di fiducia e di non ritenere opportuno chiedere le sue dimissioni
Sanchez: “Sostegno a Guterres, dà voce a maggioranza”
“Voglio esprimere il completo sostegno del governo spagnolo e credo della maggior parte della società spagnola al nostro segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che credo stia dando voce a ciò che la maggioranza del mondo vuole, ovvero una pausa umanitaria, a favore degli aiuti umanitari e per la fine di questo disastro umano”. È quanto ha affermato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, al suo arrivo al vertice sociale tripartito a Bruxelles. Sanchez ha anche ribadito la sua condanna dell’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas, che ha definito come la “chiara origine” del conflitto.
Qatar: “Speriamo presto svolta su ostaggi Gerusalemme”
Proseguono i negoziati per il rilascio degli oltre 200 ostaggi nelle mani di Hamas dopo l’attacco del 7 ottobre contro Israele. Lo ha detto il premier e ministro degli Esteri del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, nel corso di una conferenza stampa con l’omologo turco, Hakan Fidan. “I negoziati sugli ostaggi sono ancora in corso”, ha affermato. “Se pensiamo da dove siamo partiti e dove ci troviamo ora ci sono progressi e qualche svolta e restiamo fiduciosi”, ha continuato. “Se riusciremo a far trovare un accordo alle parti – ha concluso – penso che presto avremo delle svolte, ci speriamo”.
Oxfam: “Acqua potabile a Gaza praticamente finita”
Oxfam afferma che l’acqua potabile nella Striscia di Gaza è “praticamente finita“. “Si stima che oggi siano disponibili solo tre litri di acqua pulita per persona”, ha fatto sapere, come riporta Al Jazeera, “l’Onu ha affermato che un minimo di 15 litri al giorno è essenziale per le persone che si trovano nelle emergenze umanitarie più acute”. Le scorte di acqua in bottiglia stanno diminuendo e il loro prezzo è salito alle stelle fino a un livello inaccessibile per la famiglia media di Gaza.
Rania di Giordania: “Occidente usa ‘doppio standard'”
“Le persone in tutto il Medioriente, inclusa la Giordania, sono semplicemente scioccate e deluse dalla reazione del mondo a questa catastrofe che si sta verificando. Nelle ultime due settimane abbiamo assistito a un evidente doppio standard nel mondo”. Lo ha detto la regina Rania di Giordania, intervistata dalla Cnn. “Quanto è avvenuto il 7 ottobre, il mondo si è schierato immediatamente e inequivocabilmente dalla parte di Israele e del suo diritto di difendersi e ha condannato l’attacco avvenuto”, ha aggiunto Rania, “ma quello che stiamo vedendo nelle ultime due settimane è il silenzio nel mondo”. “Ci viene detto che è sbagliato uccidere una famiglia, un’intera famiglia, sotto la minaccia delle armi, ma va bene bombardarli a morte? Voglio dire, qui c’è un evidente doppio standard”, ha accusato.
Autorità Gaza: “Oltre 6.500 morti, 2.704 sono bambini”
Sale a 6mila e 546 morti il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza a seguito dei raid lanciati da Israele in risposta all’attacco subito da Hamas lo scorso 7 ottobre. Lo afferma il locale ministero della Sanità, citato da Al Jazeera. Tra le vittime ci sono anche 2mila e 704 minorenni. Arriva a quota 17mila e 439, invece, il numero dei feriti nella Striscia dall’inizio del conflitto tra Hamas e Israele.
Borrell: “Nell’Ue cresce sostegno a pausa umanitaria”
“Buone notizie in arrivo da New York. Nell’Unione europea cresce il sostegno a una pausa umanitaria per consentire la consegna di aiuti a Gaza, in linea con la nostra discussione al Consiglio Affari Esteri di lunedì. Tutte le vite dei civili hanno lo stesso valore e tutte devono essere protette”. Lo scrive su X l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell.
Lapid alla sinistra globale: “Quanti ebrei devono morire?”
“Quanti ebrei devono morire prima che smettiate di incolparci per tutto ciò che accade?“. È la domanda posta dal leader dell’opposizione di Israele, Yair Lapid, “all’estrema sinistra globale”, in una lunga serie di post su X. “Perché in quel sabato buio di 2 settimane fa, 1.400 sono stati uccisi. Di quanti altri avete bisogno? Diecimila? 6 milioni? Sì, ci sono arrivato. Ho fatto riferimento all’Olocausto. Senza tatto, lo so. Gli ebrei fanno sempre così, non è vero? Tirano fuori l’Olocausto per poter affermare di essere le vittime. Non funziona. Sei milioni per voi sono solo un numero. Come 1.400″, prosegue Lapid. E ancora: ” Forse il numero vi fa da scudo. In questo modo non dovete pensare alle persone che stanno dietro al numero”. Poi Lapid prosegue con altre domande rivolte alla sinistra globale: “La seconda domanda è la seguente: i vostri sentimenti vi esentano dal conoscere i fatti? Capisco che sentite che i palestinesi stanno soffrendo, lo sentite davvero, è un sentimento forte, ma non avete davvero alcun interesse per i fatti reali? Sapete, per esempio, che Hamas non sostiene la soluzione dei due Stati? Non vogliono nemmeno liberare la Palestina. Non è questo il loro tipo di movimento. Hamas non è un movimento nazionale palestinese, lo confondete con l’Autorità Palestinese”. Lapid prosegue dicendo che “le due organizzazioni sono acerrime rivali” e chiamando in causa anche le persone omosessuali: “Hamas è un’organizzazione islamica radicale, come l’Isis. Il loro obiettivo è un califfato islamico in tutto il Medioriente, senza ebrei, senza persone Lgbt, senza cristiani e persino senza musulmani moderati. E che dire delle persone Lgbt? Davvero non vi interessa che le persone che sostenete impicchino i gay?”, scrive. L’ex premier israeliano accusa “Hamas e gli iraniani” di finanziare “un’enorme rete di disinformazione, che si dirige verso gli algoritmi della sinistra ultra-liberale”. “Se siete il tipo di persona che cerca su Google ‘diritti dei trans’ o ‘protesta per il clima’, troverete presto la loro propaganda nel vostro scroll. Vi farà sentire bene, ma vi consiglio comunque di controllare perché a Gaza non ci sono persone trans, nemmeno una”, aggiunge. Poi la conclusione: “C’è un motivo per cui state protestando contro di noi in questi giorni e, come ogni cosa, deriva dai sentimenti. Perché al contrario di tutto ciò che pensate di voi stessi […] siete antisemiti. So che pensate di non esserlo, ma lo siete”.
Israele: “Operazioni contro Hamas anche in Cisgiordania”
“Ci siamo tolti i guanti nella nostra guerra con Hamas anche in Giudea e Samaria”, in Cisgiordania. È quanto ha affermato il comandante delle Forze di difesa israeliane (Idf) in Cisgiordania, Avi Bluth, incontrando gli ufficiali di sicurezza israeliani e i capi degli insediamenti in Cisgiordania. Dall’inizio della guerra sono stati arrestati nell’area “più di 930 ricercati e circa 600 miliziani di Hamas”, ha aggiunto Bluth, “vedremo altre operazioni offensive per ripulire i nidi dei terroristi, come è stato fatto nel campo profughi di Nur al-Shams”. Bluth, come riporta Haaretz, ha anche assicurato che l’Idf “farà di tutto per mantenere la sicurezza dei residenti, soprattutto in questi giorni difficili”, “siamo aggressivi, non conteniamo gli incidenti ma li eliminiamo, e al di là della difesa agiamo in modo significativo per contrastare il terrorismo”.
Turchia: “A Gaza crimini contro l’umanità”
“Ciò che è accaduto a Gaza è un crimine contro l’umanità“. Lo ha detto il ministro turco degli Esteri, Hakan Fidan, durante una conferenza stampa congiunta a Doha con il suo omologo del Qatar, Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. Lo riportano i media turchi. “Stiamo lavorando per porre fine a questa tragedia. Non permetteremo che gli abitanti di Gaza vengano sfollati dalla loro patria. Non accettiamo attacchi contro civili innocenti”, ha affermato Fidan, secondo cui “dovrebbe essere immediatamente dichiarato un cessate il fuoco” e “dovrebbe esserci un corridoio per gli aiuti”.
Israele: “Identificate 1.106 vittime di Hamas”
Complessivamente in Israele sono stati identificati i corpi i 1.106 persone morte nell’attacco di Hamas contro lo Stato ebraico. Lo riporta Haaretz. Nel dettaglio: la polizia israeliana afferma che i cadaveri identificati di civili sono 798, che rappresentano l’84% di tutti i civili uccisi da Hamas. A questi si aggiungono i militari morti, che secondo le forze israeliane di difesa sono 308.
Esercito Israele: “Iran ha aiutato Hamas e continua a farlo”
Secondo il portavoce delle forze israeliane di Difesa, Daniel Hagari, l’Iran avrebbe aiutato “direttamente” Hamas prima dell’attacco del 7 ottobre nel sud di israele. Lo riporta The Times of Israel citando la consueta conferenza stampa di Hagari. “L’Iran ha aiutato direttamente Hamas prima della guerra, con addestramento, fornitura di armi, denaro e know-how tecnologico”, ha detto Hagari. “Anche adesso, l’aiuto iraniano a Hamas” avviene “sotto forma di intelligence e incitamento online contro lo Stato di Israele continua”, prosegue.
Esercito Israele: “Ucciso alto comandante Hamas”
Le forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver ucciso il comandante del battaglione ‘North Khan Younis’ di Hamas, Taysir Mubasher, in un attacco aereo nella Striscia di Gaza. Lo riporta The Times of Israel. Secondo l’Idf, Mubasher è stato a capo delle forze navali di Hamas e ha ricoperto diversi incarichi legati alla produzione di armi del gruppo. “Mubasher ha una vasta esperienza nell’esercito e come comandante, dirigendo attacchi terroristici, ed è considerato vicino a Mohammed Deif, il comandante dell’ala militare di Hamas”, afferma l’Idf in una dichiarazione congiunta con l’agenzia di sicurezza Shin Bet.
Esercito Israele: “Colpiti tunnel e centri emergenza Hamas”
Le forze di difesa israeliane (Idf)affermano di aver effettuato decine di attacchi aerei nella Striscia di Gaza durante la notte, colpendo tunnel, centri di comando, depositi di armi, piazzole di lancio per mortai e missili anticarro di Hamas. Lo riporta The Times of Israel. Negli attacchi sono stati presi di mira anche sale di guerra, infrastrutture e centri di comando appartenenti al cosiddetto apparato operativo di emergenza di Hamas, responsabile – secondo l’Idf – della creazione di blocchi ce impediscono ai palestinesi di evacuare il nord della Striscia di Gaza.
Israele colpisce obiettivi militari in Siria
Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno colpito obiettivi militari in Siria. Lo riporta il The Times of Israel, citando la stessa Idf. Il raid è scattato a seguito del lancio di razzi dalla Siria verso le comunità israeliane delle alture del Golan. L’esercito sostiene che gli aerei da combattimento hanno colpito “infrastrutture militari” e siti di lancio dei mortai.
Autorità Gaza: “704 morti in 24 ore in raid israeliani”
Sono almeno 704 le vittime dei raid condotti nelle ultime 24 ore dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza. Lo afferma il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, sottolineando che la maggior parte delle persone che hanno perso la vita sono donne e bambini. L’Associated Press sostiene di non essere riuscita a verificare in modo indipendente il bilancio delle vittime tracciato da Hamas citando dati ospedalieri. Si tratterebbe del bollettino più grave dall’inizio della guerra
Israele nega visti a funzionari Onu dopo parole Guterres
Tel Aviv negherà i visti ai funzionari delle Nazioni Unite dopo le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, secondo cui gli attacchi di Hamas contro Israele “non vengono dal nulla”. Lo riporta The Times Israel. “A causa delle sue osservazioni ci rifiuteremo di rilasciare visti ai rappresentanti delle Nazioni Unite”, ha annunciato l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, parlando alla radio militare israeliana. “Abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario generale per gli affari umanitari Martin Griffiths”, ha detto Erdan. “E’ giunto il momento di dare loro una lezione”, ha concluso. Le affermazioni di Guterres, che aveva parlato dei “56 anni di occupazione” subiti dalla popolazione palestinese, sono sembrate a Israele quasi una giustificazione degli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Erdan ha chiesto le dimissioni di Guterres mentre il ministro israeliano degli Esteri, Eli Cohen, si è rifiutato di incontrarlo.
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