Stefano Gatti della Fondazione Cdec: "Episodi non solo sui social ma anche nel mondo reale"

Preoccupa sempre di più l’aumento degli episodi di antisemitismo dall’inizio del conflitto in Medioriente del 7 ottobre. A lanciare l’allarme a LaPresse è Stefano Gatti, ricercatore dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec), che afferma che “dal 7 ottobre c’è stato un aumento degli episodi di antisemitismo a livello globale“. Questi episodi, spiega, “hanno varie sfumature, alcuni sono particolarmente gravi, con casi di violenza fisica in Francia e nel Regno Unito, o come il lancio di una molotov contro una sinagoga in Germania”. Gli incidenti nel Daghestan, in Russia, dove centinaia di persone hanno tentato di assaltare un volo proveniente da Israele, secondo Gatti rientrano “in questo aumento di episodi di antisemitismo di tipo aggressivo“.

In Italia più antisemitismo 

E la situazione in Italia? “In Italia l’antisemitismo circola soprattutto sul web, ma nel mese di ottobre abbiamo visto un cambiamento, con episodi legati principalmente al mondo reale”, spiega Gatti. “Forme di violenza, magari verbale – prosegue -, sono segnalate nelle università e nelle scuole. È un dato significativo”. Ci sono poi, spiega Gatti, “le manifestazioni, nelle quali sono stati lanciati slogan in favore di Hamas e terroristici”. In Italia, dunque, si registrano “più episodi di antisemitismo e più legati al mondo reale”. Contemporaneamente, “resta e aumenta l’antisemitismo tramite social, dove vengono pubblicate immagini molto aggressive”. In Italia, in ogni caso, secondo Gatti “le forze dell’ordine sono sempre state molto efficienti ed efficaci nel contrastare” l’antisemitismo. “Periodicamente – spiega – i giornali e le televisioni danno conto di azioni contro estremisti islamici o contro forze neonaziste che possono essere autori di episodi di violenza antisemitica”. Al momento, tuttavia, “non è possibile prevedere cosa potrà succedere” in Italia, sottolinea il ricercatore, visto che “gli estremisti autori di questi atti possono agire qui come in altri Paesi”.

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