10 persone sarebbero rimaste ferite nei fatti di ieri
Ottantatre persone sono state arrestate a seguito degli scontri avvenuti ieri all’aeroporto di Makhachkala, in Russia, quando una folla nella regione a maggioranza musulmana del Daghestan ha preso d’assalto lo scalo alla ricerca di passeggeri ebrei in arrivo da Israele. Lo riferisce l’agenzia di stampa russa Ria, aggiungendo al momento che 150 manifestanti sono stati identificati. Le autorità sanitarie locali hanno inoltre riferito che 10 persone sono rimaste ferite.
La Ria ha aggiunto che nove agenti di polizia sono rimasti feriti nell’incidente, due dei quali ricoverati in ospedale. Un video pubblicato sui social media ha mostrato centinaia di giovani, alcuni dei quali con bandiere palestinesi o cartelli di denuncia contro Israele, irrompere sulla pista dell’aeroporto internazionale di Makhachkala e cercare di salire su diversi aerei, tentando di sfondare i finestrini. I dipendenti dell’aeroporto hanno provato a riportare i passeggeri all’interno degli aerei mentre la folla si avvicinava all’aereo. La Russia ha chiuso l’aeroporto di Makhachkala ieri sera.
Sembra che le azioni siano state ispirate da una serie di post sulla piattaforma Telegram, in cui veniva detto ai follower che quella sera sarebbe arrivato un volo da Tel Aviv con profughi provenienti da Israele. Su alcuni cartelli tenuti dai rivoltosi si leggeva: “Siamo contro i rifugiati ebrei”. La polizia è rimasta a guardare mentre centinaia di manifestanti irrompevano nel terminal principale dell’aeroporto, entrando nelle aree riservate e chiedendo ai funzionari doganali di indirizzarli verso i passeggeri in arrivo, come riporta The Guardian.
Le autorità religiose locali hanno suggerito che potrebbe essere necessario evacuare circa 800 famiglie ebree da tutto il Daghestan, molte delle quali nella città meridionale di Derbent. “La situazione è molto difficile in Daghestan. La gente della comunità ha paura, chiama e non so cosa consigliare. Perché la Russia non è la nostra salvezza. Anche in Russia ci sono stati dei pogrom. Non è chiaro dove scappare”, ha detto al notiziario Podyom, Ovadya Isakov, rappresentante governativo della comunità ebraica locale.
La riapertura dell’aeroporto di Makhachkala è prevista per martedì sera, secondo quanto ha riferito l’Agenzia federale per il trasporto aereo sul suo canale Telegram. L’Agenzia ha osservato che l’aeroporto sarà autorizzato ad aprire solo dopo che le forze dell’ordine avranno condotto un’indagine completa sul terminal dell’aeroporto e sulla regione circostante. In precedenza era stato riferito che l’aeroporto di Makhachkala restava chiuso fino al 6 novembre.
Mosca: “Ruolo diretto di Kiev nelle violenze”
I disordini di massa accaduti in Daghestan sono “il risultato di una provocazione pianificata e attuata dall’esterno, volta a minare lo sviluppo armonioso e l’unità etno-confessionale del popolo della Federazione Russa”. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova. Lo riporta Ria Novosti. A tal proposito “un ruolo diretto e chiave” è da assegnare – a dire di Mosca – “al regime criminale di Kiev” che è interessato “a destabilizzare la situazione in Russia e screditarla sulla scena internazionale”.
Kiev: “Mosca vuole scaricare la responsabilità su di noi”
“Le accuse del ministero degli Esteri russo sul coinvolgimento dell’Ucraina negli eventi del Daghestan sono un tentativo di spostare la responsabilità su di noi“. È quanto ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, in un post su Facebook. “Gli eventi di Makhachkala riflettono il radicato antisemitismo delle élite e della società russa“, ha aggiunto, “siamo profondamente convinti che la comunità internazionale debba rispondere con decisione alle manifestazioni di odio razziale in Russia e altrove nel mondo”.
Putin: “Eventi ispirati da Occidente e Ucraina sui social”
“Gli eventi di ieri sera all’aeroporto Makhachkala (nel Daghestan, ndr) sono stati ispirati, tra l’altro, dai social network. Non da ultimo dal territorio dell’Ucraina. Per mano degli agenti dei servizi speciali occidentali”. È quanto ha affermato il presidente russo Vladimir Putin durante una riunione con i capi delle agenzie di sicurezza a Novo-Ogaryovo, una tenuta nel distretto Odintsovsky di Mosca. Lo riporta Ria Novosti.
Putin: “Kiev e suoi padroni istigano pogrom in Russia”
“Non finisco mai di stupirmi sia del regime di Kiev che dei suoi padroni oltreoceano” e “oggi, sotto la guida dei loro patroni occidentali, stanno cercando di istigare i pogrom in Russia“, ha detto ancora Putin.
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