Morti 2 soldati di Tel Aviv. Gli Houthi rivendicano lancio di droni contro Stato ebraico. Si aggrava l'emergenza sanitaria nella Striscia. Tajani: "Lavoriamo per aiutare civili e nostri concittadini"

Nella notte nuovi raid israeliani sulla Striscia di Gaza, con l’Idf che avrebbe colpito, secondo fonti palestinesi, nelle vicinanze dell’ospedale Al-Quds, nell’area di Tal-Alhwa. Bombardamenti registrati anche su alcune basi di Hazbollah in Libano. L’esercito israeliano conferma di star colpendo in tutta la Striscia. Intanto, Hamas sarebbe pronto a concludere un accordo sullo scambio di prigionieri con Israele. Lo ha confermato ad Al Jazeera il portavoce dell’organizzazione palestinese, Hazem Kasem, secondo il quale il movimento è pronto a rilasciare tutti i prigionieri in cambio di tutti quelli detenuti da Israele. Il portavoce ha inoltre osservato che Hamas spera di “affrontare la battaglia attuale, contando sulle proprie forze e sulla capacità di resistenza del popolo palestinese“.

Fumettisti israeliani rinunciano a Lucca Comics

“Abbiamo iniziato a lavorare col team di Lucca Comics & Games circa un anno fa. È stata una splendida esperienza con tutti i membri del team che abbiamo incontrato in questa efficiente e calorosa organizzazione. Di gran lunga la migliore che abbiamo avuto in venticinque anni di lavoro in questo settore. Abbiamo accettato questo incarico con grande entusiasmo per dare il nostro miglior contributo alla nostra comunità allargata di artisti e appassionati. Ci siamo sentiti considerati e supportati in ogni passo di questo percorso. Tuttavia, dobbiamo con tristezza condividere la nostra decisione: non presenzieremo a Lucca Comics & Games“. Sono le parole dei due fumettisti israeliani, Asaf e Tomer Hanuka, riportate in una nota di Lucca Comics & Games, che “pur rammaricandosi della decisione di Asaf e Tomer Hanuka di non essere presenti a Lucca – precisano dall’organizzazione – desidera esprimere la più profonda e sentita vicinanza a loro e a tutti gli artisti che non potranno essere presenti. Lucca Comics & Games è un luogo di inclusione e libertà espressiva e compirà ogni sforzo perché l’incontro in programma dal 1° al 5 novembre rappresenti un arricchimento per tutta la comunità che vorrà partecipare agli eventi, ai progetti e alle iniziative educative in programma”. “La nostra presenza a Lucca – continuano Asaf e Tomer Hanuka – e le nostre attività rischierebbero di essere oggetto di eccessiva attenzione afferente alla questione internazionale, oscurando la dimensione artistica, che invece è stata ed è il centro del nostro percorso con questa manifestazione e il suo gruppo di lavoro. Non ci sentiamo di spostarci da una zona di guerra vera verso una zona di conflitto mediatico. Questo interferirebbe con la felicità di incontrare tanti amici, fan e colleghi. Abbiamo deciso di fare un passo indietro e lasciare che l’arte parli per se stessa. In attesa di tornare quanto prima a riabbracciare Lucca Comics & Games, dobbiamo continuare a credere nella speranza. Viviamo tutto questo insieme. E, in questa parte del mondo, non ci possiamo permettere molto altro”.L’organizzazione sottolinea che “tutte le donne e gli uomini di Lucca Comics & Games si uniscono ad Asaf e Tomer Hanuka, che ci hanno regalato una meravigliosa rappresentazione del nostro festival, la bandiera dei nostri valori. L’invito è di andare a vedere la loro bellissima mostra insieme a tutte le straordinarie esposizioni degli artisti del festival. Domani comincia Lucca Comics & Games”.

Egitto accoglierà 81 feriti da Gaza 

L’Egitto si sta preparando ad accogliere i palestinesi feriti provenienti dalla Striscia di Gaza attraverso il valico di frontiera di Rafah per cure mediche. Lo riporta Al Arabiya citando fonti mediche e di sicurezza egiziane. L’Autorità generale per i valichi e le frontiere di Gaza ha spiegato che l’Egitto consentirà domani a 81 feriti provenienti dalla Striscia di entrare in Egitto per essere curati. 

Ue: “Israele proteggia civili Cisgiordania da violenze coloni”

Israele ha il dovere di proteggere i civili in Cisgiordania dalla violenza dei coloni estremisti, di perseguire i responsabili e di garantire che l’esercito israeliano intervenga. È un obbligo legale che deve essere rispettato”. Così un portavoce dell’Unione europea. “L’aumento del terrorismo dei coloni in Cisgiordania ha portato a un numero molto elevato di vittime civili e costretto le comunità palestinesi a lasciare le proprie case. La situazione potrebbe andare fuori controllo e sta causando indicibili sofferenze alle comunità locali”, ha spiegato il portavoce, secondo cui “sono necessarie misure urgenti”. Quanto avviene in Cisgiordania, conclude, “si aggiunge alla già tragica situazione di Gaza, aumentando il rischio di una pericolosa escalation del conflitto, che deve essere evitata a tutti i costi”.

Sirene allarme a Tel Aviv e nel centro di Israele

Le sirene d’allarme tornano a suonare a Tel Aviv e in diverse località del centro di Israele. Lo riporta Haaretz secondo cui allarmi per il possibile arrivo di razzi sono stati attivati a Tel Aviv, Ramat Gan, Petah Tikva, Givatayim, Ramat Hasharon, Holon, Bat Yam e in altre città del centro di Israele. Sirene d’allarme anche ad Ashkelon, nel sud del Paese.

Tajani: “Siamo tra Paesi che invia più aiuti a popolo palestinese”

Siamo uno dei Paesi che sta inviando più aiuti al popolo palestinese“, “visto il materiale che stiamo inviando, e stiamo insistendo con Israele perchè sia risparmiato il popolo palestinese”. Così il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della prima riunione del Comitato di cooperazione frontaliera italo-francese a Torino. “Hamas usa il popolo palestinese e lo usa come scudo”, “noi siamo col popolo palestinese che deve avere suo stato, ma diciamo anche che Israele ha diritto di esistere, e che la reazione deve essere proporzionata”, aggiunge.

Tajani: “Libano in guerra non credo sarebbe interesse di Hezbollah” 

“Una dichiarazione di guerra da parte del Libano al fianco di Hamas significherebbe dividere il Libano, non penso sarebbe interesse neanche di Hezbollah, tanto che i lanci di missili finora sono stati credo un modo di solidarizzare con Hamas, non una vera offensiva militare, e anche Israele ha risposto in modo proporzionato”. Così il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, al termine della prima riunione del Comitato di cooperazione frontaliera italo-francese a Torino, sull’annunciata dichiarazione del leader. “Mi auguro che questo non accada, stiamo lavorando perchè questo non accada”, aggiunge, il contingente Unifil “lavora per la pace, per impedire il ritorno di una guerra tra Hezbollah e Israele”. 

Parigi: “Due bambini francesi morti a Gaza”

“La Francia ha appreso con tristezza della morte di due bambini di nazionalità francese che si trovavano nel nord della Striscia di Gaza insieme alla madre francese, rimasta ferita insieme al suo terzo figlio”. Lo scrive su X il ministero francese degli Esteri. Il Qaui d’Orsay spiega che il consolato francese a Gerusalemme ha provato a mettersi in contatto con la donna con l’obiettivo di fornire assistenza a “lei e alla sua famiglia”. 

Tajani: “Siamo dalla parte del popolo palestinese ma mai amici di Hamas”

“Noi siamo dalla parte del popolo palestinese, non siamo dalla parte di Hamas, che è un’altra cosa”. Così il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della prima riunione del Comitato di cooperazione frontaliera italo-francese a Torino. “Certo non diremo mai che siamo amici di Hamas”, ha aggiunto, “siamo contro Hamas perchè è un’organizzazione terroristica e criminale”. 

Israele: “In attacco Jabalia ucciso comandante Hamas”

Le forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver ucciso il comandante del battaglione centrale Jabalia di Hamas, Ibrahim Biari, nel corso di un raid aereo sulla zona. Lo riporta The Times Israel citando la stessa Idf secondo cui l’attacco ha provocato il crollo di alcuni tunnel sotterranei e di diversi edifici vicini. Diversi miliziani di Hamas sarebbero morti nel raid. Biari era considerato responsabile di aver guidato i membri delle forze di èlite Nukhba di Hamas nel corso dell’invasione del 7 ottobre. 

Casa Bianca: “66 camion di aiuti umanitari entrati a Gaza”

A Gaza sono entrati oggi altri 66 camion di aiuti umanitari e ci aspettiamo che un’altra decina di camion avrà il via libera nel corso della giornata”. Lo ha riferito in un briefing alla Casa Bianca il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby. Il funzionario ha sottolineato che si tratta del “numero più alto” di camion finora entrati nella Striscia ma che “ancora non basta”.

Hamas: “Alcuni ostaggi stranieri liberi nei prossimi giorni” 

Il portavoce di Hamas, Abu Obaida, ha detto che “un certo numero” di ostaggi “con passaporto non israeliano” saranno liberati nei prossimi giorni perché “non vogliamo tenerli in prigione”. Lo riporta Haaretz. Obaida ha anche parlato dell’operazione di terra dell’esercito israeliano che ha portato alla liberazione della soldatessa rapita Ori Megidish. Secondo Abu Obaida, la ragazza non era nelle mani di Hamas: “Forse era tenuta in custodia da privati”, ha dichiarato, aggiungendo che “Israele non ha mai raggiunto nessuno dei prigionieri” nelle mani dei miliziani.

Egitto schiera tank e blindati al valico di Rafah 

L’Egitto ha schierato carri armati e veicoli blindati vicino al valico di Rafah alla frontiera con la Striscia di Gaza. Lo scrive il Times of Israel parlando di immagini che mostrano decine di veicoli che stazionano vicino al confine. 

Gallant: “A Gaza risultati significativi ma con prezzo alto”

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant afferma che le forze di difesa israeliane stanno ottenendo risultati “significativi” durante l’operazione di terra nella Striscia di Gaza, ma che, allo stesso tempo, stanno anche “pagando un prezzo pesante”. Lo riporta il Times of Israel. “Stiamo dispiegando forze su larga scala, nel profondo della Striscia e i successi sul campo di battaglia sono significativi”, ha spiegato. “Purtroppo in guerra ci sono anche dei prezzi da pagare e nell’ultimo giorno sono stati alti. Nonostante ciò, siamo determinati a continuare e vincere”, ha aggiunto ancora. Le forze israeliane hanno ufficializzato la morte di due soldati e il ferimento grave di altri due mentre “numerosi terroristi sono rimasti uccisi”.

Hamas a Paesi arabi: “Prendete posizione decisa”

In una nota riportata da Al Jazeera i miliziani di Hamas hanno chiesto ai Paesi arabi e musulmani di prendere una “posizione decisa per fermare i massacri commessi da Israele” dopo il raid sul campo profughi di Jabalia. Hamas parla di genocidio e attacca i governi che “tollerano i massacri dell’occupante sionista”. “Quando si muoveranno le coscienze per fermare la serie di massacri, aprire il valico di Rafah, portare sostegno, aiuti, carburante e ospedali da campo nella Striscia di Gaza e salvare migliaia di vite e anime innocenti, inclusi bambini, donne, malati e i feriti?”, si legge nella nota. 

Fatah annuncia ‘Giornata rabbia’ dopo raid Jabalia

Fatah, il partito del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, ha proclamato una ‘Giornata della rabbia‘, dopo il presunto raid israeliano contro il campo profughi di Jabalia, nella Strisca di Gaza, costato la vita a decine di persone. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz secondo cui la protesta coinvolgerà la parte settentrionale della Cisgiordania.

Francia: “Aiuti a Gaza troppo limitati, devono diventare stabili” 

Le quantità troppo limitate di aiuti a Gaza devono essere aumentate per diventare stabili“. Così la ministra dell’Europa e degli Affari esteri francese, Catherine Colonna, al termine del bilaterale con il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, nell’ambito della prima riunione del Comitato di cooperazione frontaliera italo-francese a Torino. “Vogliamo lavorare insieme, innanzitutto per i nostri cittadini che si trovano a Gaza e devono uscirne in sicurezza, e sulla necessità di assicurare a Israele il diritto a difendersi, che nessuno possa contestarlo, ma nel rispetto del diritto internazionale”, ha aggiunto. 

Almeno 15 morti in raid su campo profughi Nuseirat

È di almeno 15 morti il bilancio di un raid israeliano contro il campo profughi di Nuseirat, al centro della Striscia di Gaza. Lo scrive l’agenzia palestinese Wafa secondo cui aerei da guerra israeliani hanno colpito un edificio residenziale all’interno del campo profughi. Il corrispondente di Wafa precisa che il bilancio è provvisorio visto che decine tra morti e feriti si troverebbero ancora sotto le macerie.

Sirene allarme suonano nuovamente a Tel Aviv 

Le sirene di allarme suonano nuovamente a Tel Aviv e nel centro di Israele. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz. Le altre città interessate sono Givatayim, Ramat Gan, Holon, Rishon Letzion e Bat Yam.

Tajani: “Lavoriamo con Francia per aiutare civili e nostri cittadini”

“Abbiamo sottolineato la nostra comune posizione sulla situazione in Medioriente, lavoreremo insieme per cercare di aiutare la popolazione civile di Gaza e per i nostri concittadini che ancora sono nella Striscia di Gaza per cercare di farli uscire prima possibile onde evitare che sia messa a rischio la loro incolumità“. Così il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine del bilaterale con la ministra dell’Europa e degli Affari esteri francese, Catherine Colonna, nell’ambito della prima riunione del Comitato di cooperazione frontaliera italo-francese a Torino.

Israele, identificati corpi di 826 civili 

Sono 826 i cadaveri di civili israeliani uccisi nell’attacco di Hamas che sono stati identificati. Lo afferma la polizia israeliana secondo The Times of Israel. Secondo le autorità di Tel Aviv il numero di corpi identificati rappresenta circa l’85% dei civili uccisi da Hamas. Sinora 732 cadaveri sono stati rilasciati per consentirne la sepoltura. L’identificazione dei corpi è complessa a causa delle condizioni in cui si trovano. Spesso sono bruciati o mutilati. Al momento i militari morti sono oltre 350.

Tel Aviv: “Dopo Hamas dovremo pensare a Hezbollah” 

Le forze israeliane di difesa (Idf), dopo aver sconfitto Hamas nella Striscia di Gaza, dovranno eliminare la minaccia rappresentata da Hezbollah al confine settentrionale di Israele. Lo ha detto il consigliere israeliano per la sicurezza nazionale,Tzachi Hanegbi. Lo riporta il Jerusalem Post. “Il giorno dopo Hamas, dovremo riflettere su ciò che stiamo portando avanti in questo periodo in Libano. Ciò che abbiamo imparato ci obbligherà ad agire” contro Hezbollah, ha detto Hanegbi. 

Esercito Israele: “2 soldati morti in scontri a Gaza”

Le forze di difesa israeliane (Idf) affermano che due soldati sono stati uccisi e altri due sono rimasti gravemente feriti durante gli scontri con i terroristi di Hamas oggi nella Striscia di Gaza. Lo riporta The Times of Israel secondo cui i soldati morti sono Roei Wolf e Lavi Lipshitz, entrambi di 20 anni, che prestavano servizio nell’unità di ricognizione della Brigata di fanteria Givati. In precedenza l’esercito aveva affermato che era impegnato in feroci battaglie con Hamas e che numerosi terroristi erano stati uccisi. 

Sirene di allarme a Tel Aviv e nei sobborghi

Le sirene dell’allarme antiaereo sono risuonate a Tel Aviv e nei suoi sobborghi come Petah Tikva. Lo riporta il Times of Israel. Stessa situazione a nord della città negli insediamenti di Ra’anana, Herzliya e Kfar Saba. 

Hamas: “Duri scontri con esercito isrealiano”

Le brigate Al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno detto di essere “impegnate in violente battaglie” nelle zone sud e nord-ovest di Gaza City con l’esercito israeliano. Lo riporta Al Jazeera. 

Borrell: “Massacro Shani Louk esempio barbarie Hamas”

Sono inorridito dal massacro di Shani Louk, cittadina tedesca-israeliana, da parte di Hamas. La sua morte è un esempio della barbarie dei terroristi commessa contro centinaia di cittadini israeliani e internazionali. L’UE chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi a Gaza”. Lo scrive su X l’alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell. 

Israele: “8mila tra razzi e colpi mortaio lanciati da Gaza”

Dall’inizio della guerra, lo scorso 7 ottobre sono stati lanciati contro Israele più di 8mila tra razzi e colpi di mortaio. Lo scrive, in un rapporto, il Centro informazioni sull’intelligence e sul terrorismo ‘Meir Amit’, secondo cui “circa il 10% di questi lanci sono falliti, cadendo all’interno della Striscia di Gaza”. Negli ultimi giorni, secondo Amit, “i lanci di razzi sono diminuiti in modo significativo. Il 29 ottobre 2023 è stato lanciato uno sbarramento nella regione a est di Ashdod e a ovest di Gerusalemme. La mattina del 30 ottobre 2023, una raffica è stata lanciata contro la città di Netivot, nel sud di Israele, danneggiando una casa. Nel pomeriggio del 29 ottobre 2023, una decina di razzi sono stati lanciati in diverse raffiche dal Libano contro l’area di Rosh Pina, Kiryat Shemonah e Nahariya (vedi sotto, Libano)”.

Oms: “Ospedale oncologico Gaza a servizio ridotto” 

Grazie situazione all’ospedale turco-palestinese di Gaza, principale struttura della Striscia riservata ai malati di cancro. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nella struttura i servizi sono “gravemente ridotti” a causa della mancanza di energia elettrica e di una riduzione delle forniture. Su X l’Oms ha scritto che la notizie di attacchi aerei degli ultimi nelle vicinanze dell’ospedale sono “estremamente preoccupanti”. I servizi, afferma l’Oms, “sono stati gravemente ridotti a causa dell’interruzione dell’elettricità e dell’ingresso limitato di medicinali, altre forniture mediche, carburante e acqua”.

Recuperati 47 cadaveri in campo profughi Jabalia 

Almeno 47 corpi sono stati recuperati dalle macerie dopo il raid israeliano al campo profughi di Jabalia a Gaza. Lo rende il noto il Guardian che fa riferimento a riprese video dove si vedono i cadaveri recuperati dalle macerie. 

Min.Sanità Gaza: “In campo profughi 50 morti e 150 feriti”

Il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha affermato che il raid israeliano sul campo profughi di Jabalia nella Striscia ha causato “più di 50 martiri e circa 150 feriti“. Inoltre “dozzine” di persone si troverebbero sotto le macerie. In precedenza il ministero dell’Interno della Striscia aveva parlato di 400 fra morti e feriti. 

Operatore Save the Children a Gaza: “Moriremo e nessuno lo saprà”

“Ci sono bombardamenti molto, molto violenti e attacchi casuali ovunque, in tutte le aree della Striscia, dall’aria, dal mare e dalla terra, e allo stesso tempo non c’è comunicazione, trasmissione o internet a Gaza. Sto cercando di contattare le persone, ma non c’è alcuna connessione. Potremmo morire tutti o sopravvivere… pregate per noi”. È quanto racconta un membro dello staff di Save the Children, Abdallah (nome di fantasia, ndr), che vive con il figlio di 2 anni a Gaza. “Da quanto ho saputo, interi quartieri di Gaza City sono scomparsi… abbiamo raggiunto uno stadio in cui non c’è acqua, cibo, carburante, elettricità, comunicazioni o Internet!”, aggiunge Abdallah, “provo talmente tanta paura da non sentire più nulla. Queste sono le ultime parole che manderò. Al momento non sappiamo cosa stia accadendo agli abitanti di Gaza, che potrebbero morire in qualsiasi momento, esattamente come non lo sa una qualunque persona all’estero, chiunque sia lontano, che non conosce le notizie”. “Anche se morissi, nessuno al mondo lo saprebbe“, denuncia, descrivendo i continui blackout e i tagli alla connessione, “dopo che avranno staccato la rete, e con il bombardamento assurdo, saremo solo numeri. Le nostre anime sono già morte e i nostri corpi stanno semplicemente cercando di combattere per sopravvivere”.

Israele: “Accordo per rilascio ostaggi non vicino”

Il capo del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano, Tzachi Hanegbi, ha affermato di non considerare vicino un accordo per la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas. Lo riporta il Guardian. Durante una conferenza stampa Hanegbi ha affermato: “A oggi non vediamo un accordo vicino per il rilascio degli ostaggi”. Ha anche aggiunto che “la fine della guerra non è vicina” e che a seguito dei massacri di Hamas del 7 ottobre “tutto ciò che sappiamo del passato è scomparso, sbiadito”. 

Campo profughi di Jabalia completamente distrutto 

Il campo profughi di Jabalia è “completamente distrutto”. Lo ha detto il ministero degli Interni di Gaza citato da Al Jazeera. “Si tratta di edifici che ospitano centinaia di cittadini – ha detto il portavoce Iyad al-Bazum ai giornalisti fuori da un ospedale di Khan Younis – l’aeronautica degli occupanti ha lanciato sei bombe di fabbricazione americana. È l’ultimo massacro causato dall’aggressione israeliana nella Striscia di Gaza. la comunità internazionale deve agire immediatamente per fermare Israele prima che sia troppo tardi”.

Autorità Gaza: “400 fra morti e feriti in raid su campo profughi” 

Il ministero dell’Interno di Gaza, guidato da Hamas, ha affermato che una serie di raid israeliani hanno colpito il campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Il primo bilancio è di 400 persone morte o ferite. Il portavoce del ministero Ayed al-Bazm ha detto in una conferenza stampa che sei bombe hanno colpito martedì l’area.

Media: “50 morti in raid su campo profughi a Gaza” 

Il direttore dell’ospedale indonesiano di Gaza ha affermato ad Al Jazeera che decine di persone sono state uccise nell’attacco al campo profughi di Jabalia. “Più di 50 persone sono state uccise finora“, ha dichiarato aggiungendo che l’ospedale non è ancora in grado di fornire il numero totale delle vittime poiché sta ancora contando le vittime. “L’ospedale smetterà di funzionare completamente domani sera a causa della carenza di carburante”, ha avvertito ancora il direttore.

Crosetto: “Ipotesi di portare ospedale campo a Gaza”

“Un altro C-130 dell’Aeronautica militare con la seconda tranche di aiuti umanitari per Gaza è atterrato all’aeroporto di Al Arish e si sta procedendo allo scarico del materiale. Nel frattempo stiamo organizzando la possibilità di portare a Gaza un ospedale da campo“. Così su X il ministro della Difesa Guido Crosetto. 

Autorità Gaza: “Forze Israele entrate da Nord-Ovest”

Il ministero degli Interni di Gaza ha riferito che le forze israeliane sono entrate nel nord-ovest di Gaza e sono presenti ad Al Karama, un quartiere a nord di Gaza City, e in Salah al-Din Street, l’autostrada principale della Striscia. Lo riporta il New York Times. Secondo il dicastero di Gaza le forze israeliane stanno cercando di raggiungere Al-Rasheed Street, un’autostrada costiera, “mentre cercano di dividere la parte settentrionale della Striscia di Gaza da quella meridionale”. 

Tank israeliani verso Gaza City, forti scontri 

Alcuni carri armati israeliani si sarebbero spostati verso la città di Gaza e sarebbero in corso forti scontri tra gli uomini di Hamas e le truppe di Tel Aviv. Lo riporta un reporter di Al Jazeera secondo cui i tank israeliani hanno “attraversato il villaggio di Beit Lahia nel nord della Striscia di Gaza e ora si trovano a Gaza City in una delle strade principali, via al-Nasr”. Testimoni, ha proseguito il reporter, riferiscono di “un pesante scontro a fuoco tra i combattenti e le truppe israeliane”. 

Israele: “Numerosi scontri con Hamas a Gaza”

Le forze israeliane hanno ingaggiato nella notte “numero scontri” con i miliziani di Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha detto alla Bbc Peter Lerner, uno dei portavoce dell’esercito israeliano. Secondo Lerner le truppe israeliane stanno “distruggendo Hamas passo dopo passo, e colpo dopo colpo”. Il piamo militare di Israele è quello di “distruggere le loro infrastrutture”.Lerner accusa anche Hamas di usare anche moschee ed edifici civili come basi. 

Autorità Gaza: “219 morti in ultimo giorno di raid”

È di 219 morti il bilancio delle vittime dell’ultima giornata di raid israeliani nella Striscia di Gaza. Lo afferma il locale ministero della Sanità, guidato da Hamas. Dall’inizio della guerra nell’enclave palestinese sono morte 8.525 persone, tra cui 3.542 bambini e 2.187 donne. Secondo il portavoce del dicastero, Ashraf al-Qidra, il principale generatore di energia dell’ospedale indonesiano di Beit Lahia, a nord di Gaza, ha smesso di funzionare a causa per carenza di carburante. Al-Qidra ha aggiunto che molti ospedali rischiano di non poter operare nei prossimi giorni se non riprenderanno le consegne di carburante.

Idf: “Arrestati in Cisgiordania 38 palestinesi, anche membri Hamas”

L’esercito di Israele riferisce che 38 palestinesi ricercati sono stati arrestati nella notte in Cisgiordania e fra loro ci sono 8 membri di Hamas. Secondo l’Idf, le truppe hanno confiscato armi e nella città di Qabatiya, a sud di Jenin, contro i soldati sarebbero stati lanciati degli esplosivi, il che avrebbe portato a uno scontro a fuoco. 

Tajani: “Attacco concentrico contro Israele”

“E’ chiaro che c’è un attacco concentrico contro Israele”. Lo ha detto il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina in Triennale a Milano, commentando la notizia di un drone intercettato da Israele e proveniente dallo Yemen. “Si sa che in Yemen ci sono organizzazioni legate a Hezbollah, legate a certe posizioni che cercano di colpire anche Israele”, ha aggiunto Tajani, “ci sono iniziative che partono anche da alcune parti della Siria“.

Responsabile aiuti Onu parla con famiglie di Gaza

Il sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza dell’Onu, Martin Griffiths, ha parlato con alcune famiglie palestinesi che si trovano a Gaza. “Ciò che hanno dovuto sopportare dal 7 ottobre è più che devastante – ha scritto su ‘X’ – quando una bambina di 8 anni ti dice che non vuole morire, è difficile non sentirsi impotenti”.

Media, Israele intercetta drone, forse da Yemen 

L’allarme risuonato stamattina a Eilat, nel sud di Israele, era stato attivato a causa di un drone che si stava avvicinando a Israele e che è stato alla fine intercettato dall’esercito israeliano (Idf) fuori dai confini di Israele. È quanto riporta Haaretz. Il giornale riferisce di avere saputo da fonti di sicurezza che è possibile che il drone sia stato lanciato dallo Yemen e che un’indagine è in corso. 

Idf: “Ostaggi a Gaza sono 240”

L’esercito di Israele (Idf) ha aggiornato il numero degli ostaggi che si trovano nella Striscia di Gaza a seguito dell’attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre nel sud di Israele, fissandolo a 240. Lo riportano i media israeliani. 

Tajani: “Coloni non aizzino violenza”

“Noi abbiamo sempre detto che Hamas è un’organizzazione terroristica. Siamo con Israele, ma da entrambe le parti la prima preoccupazione deve essere per i civili. La reazione di Israele deve essere proporzionata. È un monito anche ai coloni. Né loro, né i gruppi palestinesi devono incentivare la violenza sulla popolazione civile”. Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, in un’intervista a ‘La Stampa’. “Bisogna evitare una escalation, non favorire la violenza da entrambe le parti”, ha aggiunto. “Questo vale per i coloni in Cisgiordania e per i palestinesi. Anche i coloni devono essere prudenti. Noi siamo amici di Israele, ma bisogna comprendere quali sono le condizioni. È una situazione al calor bianco, è il momento più difficile per la diplomazia. Quel che possiamo fare è mandare messaggi di pace, chiedere la liberazione dei civili, mandare aiuti, chiedere che la popolazione civile palestinese venga tenuta fuori dalla reazione di Israele”. Tajani ribadisce che “l’obiettivo a cui bisogna lavorare sono i due popoli, due Stati“. “La Palestina ha diritto ad un suo Stato, l’unico modo per tagliare l’erba sotto i piedi di Hamas è dare una prospettiva a questa aspirazione. Questa è la soluzione. Che riconosca, ovviamente, lo Stato di Israele, che non può essere considerato uno scherzo sulla carta geografica, come pensano alcuni fondamentalisti”

Allarme a Eilat per sospetta intrusione drone

L’allarme è risuonato a Eilat e nelle aree circostanti, nel sud di Israele, per la sospetta intrusione di un drone. Lo riferiscono i media israeliani, aggiungendo che l’esercito di Israele (Idf) sta facendo verifiche sull’incidente. Times of Israel ricorda che l’allarme giunge dopo che gli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, sono stati accusati di aver tentato di lanciare droni e missili contro Israele nelle ultime due settimane. I missili sono stati abbattuti dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita, mentre i droni si sono schiantati contro città nella penisola egiziana del Sinai. La settimana scorsa l’Idf ha dichiarato che una “minaccia aerea” è stata intercettata da un jet da combattimento israeliano sul Mar Rosso. 

Idf: “Ucciso leader Hamas che attaccò kibbutz il 7 ottobre”

Aerei da combattimento, guidati dall’intelligence militare e dallo Shin Bet, hanno ucciso il comandante del battaglione Beit Lahiya della Brigata Nord di Hamas, Nassim Abu Ajina, che aveva lanciato gli attacchi di Hamas contro i residenti del Kibbutz Erez e Moshav Netiv Ha’ Assara. Lo rende noto l’Idf in un suo aggiornamento sulla situazione in Medioriente. In passato, Ajina – spiega Idf – ha comandato l’aeronautica di Hamas e ha contribuito a sviluppare l’uso di droni da parte dell’organizzazione terroristica. La sua morte “è molto importante perché infligge un duro colpo agli sforzi dell’organizzazione terroristica Hamas che cerca in ogni momento di ostacolare le operazioni di terra dell’Idf”.

Hamas: “Rilascio ostaggi con cessate il fuoco”

“Noi non siamo sicuri di come stiano gli ostaggi, la settimana scorsa il portavoce delle Brigate Qassam ha detto che forse circa 50 sono stati uccisi insieme alla nostra gente e sono sotto le macerie delle case a causa dei bombardamenti israeliani. Ma noi abbiamo detto fin dall’inizio che siamo disposti a rilasciare tutti gli ostaggi, parliamo di civili e stranieri, immediatamente in presenza di un cessate il fuoco”. Lo ha detto uno dei leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali di Gaza, intervistato da Agorà, su Rai3.

Hamas: “Non possiamo proteggere civili”

“Noi oggi non possiamo proteggere i civili, tutto ciò che possiamo fare è solo difenderci cercando di attaccare le truppe israeliane”. Lo ha detto uno dei leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali di Gaza, intervistato da Agorà, su Rai3. Alla domanda se si sia perso il controllo dell’ordine nella Striscia, alla luce dell’assalto ai magazzini con le scorte di aiuti umanitari, Naim ha risposto: “Hamas è impegnata unicamente nelle attività militari contro l’occupazione, l’altra parte della nostra vita, la vita civile, è controllata dal governo all’interno di Gaza e tutti i ministeri e quando lasci gente in queste condizioni è possibile che si perda un po’ di controllo”. 

Hamas: “Propaganda idiota dire che impediamo fuga civili a sud”

Hamas nega l’accusa secondo cui impedirebbe ai civili di spostarsi verso il sud della Striscia di Gaza. “Davvero crede a questa propaganda idiota? Credevo ne avessero una migliore. Come possiamo impedire a un milione di persone di spostarsi?”, ha detto uno dei leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali a Gaza, rispondendo a una domanda in merito posta nel corso di un’intervista fatta da Agorà, su Rai3. E alla domanda sulle accuse di Israele, secondo cui Hamas ha un suo centro operativo sotto l’ospedale Shifa di Gaza City, Basem Naim ha dichiarato: “L’hanno detto molte volte, nel 2008 dissero la stessa cosa, nel 2012, nel 2014 e nel 2021, credo sia solo un tentativo mal riuscito di legittimare loro aggressione”.

Hamas: “Italia sbaglia, coinvolta in aggressione a palestinesi”

“Purtroppo il governo italiano ha scelto di nuovo la destra, la parte destra della storia, è un errore gravissimo che trasforma l’Italia in una delle parti coinvolte nell’aggressione del nostro popolo”. È quanto ha detto uno dei leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali di Gaza, intervistato da Agorà, su Rai3. “Israele oggi non agisce da solo, agisce per conto di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito, e purtroppo anche dell’Italia, che ha inviato alcune truppe nel Mediterraneo. Come possiamo affrontare tutto questo? Possiamo soltanto dire che la comunità internazionale ha oggi la stessa responsabilità degli israeliani per tutte le stragi commesse ogni giorno contro il nostro popolo”.

Hamas: “Guerra non iniziata da noi, atto difesa da occupazione”

“Non accetto la narrazione israeliana” secondo cui la guerra è stata iniziata da Hamas, “noi siamo sotto occupazione da oltre 75 anni, è stato un atto di difesa, secondo il diritto internazionale tutti abbiamo il diritto di difenderci, di opporci all’occupazione con tutti i mezzi possibili, anche la resistenza armata”. Lo ha detto un leader di Hamas, Basem Naim, capo del consiglio per le relazioni internazionali a Gaza, intervistato da Agorà, su Rai3.

Arrestati 3 affiliati Isis nel nord di Israele

La polizia israeliana e il servizio di sicurezza Shin Bet hanno annunciato l’arresto di tre residenti delle città arabe settentrionali di Arraba e Sakhnin con l’accusa di affiliazione con l’Isis e di cospirazione ai fini di un attacco terroristico. Lo riporta il sito israeliano Haaretz.

Idf: “Stiamo attaccando tutta la Striscia di Gaza”

L’esercito israeliano sta “attaccando tutte le aree della Striscia di Gaza“. Lo ha confermato il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), tenente colonnello Jonathan Conricus, in un aggiornamento sull’operazione. “Dirigeremo le nostre operazioni nella parte settentrionale di Gaza, che è il centro di Hamas… ma continuiamo ad attaccare in altre zone di Gaza. Diamo la caccia ai loro comandanti, attacchiamo le loro infrastrutture e ogni volta che si verifica un obiettivo importante lo colpiamo”. Conricus ha ribadito che Israele sta facendo tutto il possibile per impedire l’uccisione di civili, prima di accusare Hamas di utilizzare l’ospedale principale di Gaza City, Al Shifa, come “covo dei terroristi”.

Esercito Israele demolisce casa leader Hamas in Cisgiordania

Le forze di difesa israeliane hanno demolito una casa di proprietà del funzionario di Hamas Saleh al-Arouri, nella città di ‘Arura, vicino a Ramallah. I filmati pubblicati sui social media mostrano l’esplosione controllata effettuata dall’Israel Defense Forces (Idf). L’edificio era vuoto da diversi anni. Al-Arouri è considerato il leader de facto di Hamas in Cisgiordania.

Israele, colpite basi Hezbollah in Libano

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver effettuato attacchi aerei in Libano contro il gruppo militante Hezbollah, alleato di Hamas. Su X, l’Israeli Defence Forces (Idf) conferma che “aerei da combattimento della Israeli Air Force hanno colpito le infrastrutture dell’organizzazione terroristica Hezbollah sul territorio del Libano, comprese armi e postazioni”.

Fonti palestinesi, raid Israele vicino ospedale a Tal-Alhwa

La Mezzaluna Rossa Palestinese afferma che raid aerei israeliani hanno colpito nelle vicinanze dell’ospedale Al-Quds, nella Striscia di Gaza causando “paura e panico” tra i civili sfollati e gli operatori sanitari. In un post pubblicato su X la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) ha segnalato “continui attacchi di artiglieria e aerei nell’area di Tal-Alhwa a Gaza, dove si trova l’ospedale Al-Quds. L’edificio trema e i civili sfollati e le squadre di lavoro provano paura e panico”.

 

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