Ennesima notte di raid e scontri con le truppe israeliane a sud

Continua la guerra in Medioriente: una novantina di palestinesi feriti e quasi 450 persone con doppia cittadinanza e stranieri hanno lasciato Gaza questa mattina per l’Egitto attraverso il valico di Rafah dopo che le autorità del Cairo, ne hanno annunciato l’apertura per la prima volta al pubblico, dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas. Ennesima notte di raid e scontri con le truppe dello Stato ebraico a sud di Gaza city. Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen, ha proclamato la “giornata di rabbia” dopo le bombe su 3 campi profughi che hanno provocato decine di vittime. “E’ la guerra più giusta, avanti fino alla vittoria”, afferma il premier israeliano Netanyahu, commentando la morte di 12 militari nei combattimenti delle ultime ore a Gaza.

Casa Bianca: “Uscita stranieri da Gaza importante primo passo”

L’uscita dei primi palestinesi con doppio passaporto e degli stranieri da Gaza è un “importante primo passo in un processo che ci aspettiamo continui nei prossimi giorni”. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un briefing a bordo dell’Air Force One che sta portando il presidente Joe Biden a Minneapolis. Si è trattato di un risultato della “diplomazia personale” messa in campo dal presidente Biden, e dal segretario di Stato Blinken, ha detto Kirby, citando le telefonate fatte domenica da Biden al presidente egiziano al Sisi e al premier israeliano Netanyahu, in cui le operazioni “sono state discusse nel dettaglio”.

Hamas: “Pronti a ripetere attacco 7 ottobre” 

Ghazi Hamad, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha affermato in un’intervista ad un canale televisivo libanese che il gruppo terroristico ripeterà l’attacco del 7 ottobre ancora e ancora finché Israele non sarà annientato. “Israele è un paese che non ha posto nella nostra terra. Dobbiamo rimuoverlo perché costituisce una catastrofe a livello di sicurezza, militare e politica per la nazione araba e islamica. Non ci vergogniamo di dirlo”, ha detto Hamad in un’intervista alla rete televisiva LBC il 24 ottobre, pubblicata oggi da Mmemri, come riporta Times of Israel, aggiungendo che una clip dell’intervista è stata condivisa oggi su X dal ministro degli Esteri britannico James Cleverly.

Tajani: “In buone condizioni primi 4 italiani usciti da Gaza”

“Ho appena parlato con i primi 4 italiani usciti dalla striscia di Gaza. Sono stanchi ma in buone condizioni”. Lo ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in riferimento ai cittadini con passaporto italiano che hanno potuto lasciare Gaza per andare in Egitto attraverso il valico di Rafah. I 4 italiani sono “assistiti dal console d’Italia al Cairo. Continuiamo a lavorare per far uscire tutti gli altri”, ha scritto ancora Tajani.

Giordania richiama suo ambasciatore in Israele

La Giordania ha richiamato il suo ambasciatore in Israele per protestare contro il conflitto su Gaza. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri giordano ad Amman. Come riporta Al Jazeera, il ministro degli Esteri giordano Arman Safadi ha inoltre comunicato al ministero degli Esteri israeliano di non rimandare l’ambasciatore israeliano ad Amman, partito per misure di sicurezza all’inizio della guerra. Il ritorno degli ambasciatori al loro posto è condizionato alla cessazione della guerra da parte di Israele contro Gaza, si legge nella dichiarazione

Capo Hamas: “Cessate il fuoco necessario per rilascio ostaggi”

Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, ha detto di aver informato i mediatori nei negoziati per il rilascio degli ostaggi che un cessate il fuoco è necessario per un accordo sullo scambio di prigionieri. Secondo Haniyeh, come riporta Haaretz, gli ostaggi israeliani tenuti nella Striscia di Gaza assediata sono stati soggetti alla stessa “morte e distruzione” che hanno dovuto affrontare i palestinesi. Hamas ha detto ai mediatori che era necessario che il “massacro” finisse e ha invitato la gente a continuare a protestare per la causa palestinese, soprattutto in Occidente. Haniyeh, riporta ancora Haaretz, ha aggiunto che il valico di frontiera di Rafah dovrebbe continuare ad operare in entrambe le direzioni.

Ministero Sanità Gaza: “8.796 morti, oltre 3.600 sono bambini”

Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza si è aggravato a 8.796 morti, fra cui 3.648 morti e 2.290 donne. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza, che in un briefing ha aggiunto che ci sono almeno 22.219 feriti. Le persone che risultano disperse, secondo lo stesso ministero della Sanità sono 2.030, fra cui 1.120 bambini. Al Jazeera aggiunge che in Cisgiordania sono 128 i palestinesi uccisi dall’inizio della guerra e oltre 1.980 quelli feriti.

Siria: milizie irachene filo-Iran, attaccata base Usa

La cosiddetta Resistenza Islamica in Iraq (Iri), milizia appoggiata dall’Iran, ha dichiarato di aver lanciato un attacco alla base militare statunitense di al-Tanf, vicino al confine siriano-iracheno, utilizzando due droni. L’Iri, come riporta l’agenzia siriana Np, ha affermato in un comunicato che l’attacco ha colpito direttamente l’obiettivo, ma non ha menzionato vittime o danni materiali. Secondo i media statunitensi, il governo iracheno avrebbe comunicato che l’attacco è stato sventato. La Resistenza Islamica ha effettuato una serie di attacchi contro le basi militari statunitensi in Siria e Iraq dall’inizio della guerra tra Hamas e Israele. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha dichiarato lunedì scorso che 23 attacchi hanno preso di mira le basi statunitensi in Siria e Iraq dallo scorso 17 ottobre. 

Hamas: “7 ostaggi uccisi in raid israeliano su Jabalia”

Hamas ha affermato che sette ostaggi sono stati uccisi ieri in un attacco aereo israeliano sul campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza. Il gruppo militante ha detto che tre degli ostaggi erano stranieri. “Le Brigate Al-Qassam annunciano l’uccisione di sette dei suoi detenuti civili ieri nel massacro di Jabalia, tra cui tre titolari di passaporti stranieri”, si legge su Telegram, come riporta Sky News. Israele ha affermato che l’attacco ha preso di mira e ha ucciso un comandante di Hamas di nome Ibrahim Biari, uno dei leader responsabili dell’organizzazione degli attacchi del 7 ottobre. Funzionari dell’ospedale indonesiano di Gaza hanno detto che più di 50 persone sono state uccise nell’attacco e altre 150 sono rimaste ferite.

Rsf: “34 giornalisti uccisi da inizio guerra”

Sono 34 i giornalisti uccisi dall’inizio della guerra fra Israele e Hamas. Lo riferisce il gruppo Reporter senza frontiere (Rsf), che accusa entrambe le parti di possibili crimini di guerra e ha chiesto alla Corte penale internazionale (Cpi) di indagare su queste uccisioni. “La portata, la gravità e la natura ricorrente dei crimini internazionali contro i giornalisti, in particolare a Gaza, richiedono un’indagine prioritaria da parte del procuratore della Corte penale internazionale”, ha dichiarato Christophe Deloire, numero uno di Rsf. L’organizzazione ha riferito di aver presentato una denuncia al procuratore della Corte penale internazionale in merito a 8 giornalisti palestinesi che sarebbero stati uccisi durante i bombardamenti israeliani sulle aree civili di Gaza e a un giornalista israeliano ucciso durante il sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre nel sud di Israele, che ha scatenato la guerra. La denuncia cita “la distruzione deliberata, totale o parziale, delle sedi di oltre 50 organi di informazione a Gaza” dall’inizio della guerra. Si tratta della terza denuncia di questo tipo presentata dal gruppo dal 2018, che denuncia crimini di guerra contro i giornalisti palestinesi a Gaza. Israele afferma che fa gni sforzo per evitare di uccidere i civili e punta il dito contro Hamas, accusando il gruppo di mettere a rischio i civili operando in aree residenziali.

Medioriente, Khamenei a Paesi musulmani: “Bloccare export petrolio in Israele”

“I governi musulmani devono insistere sulla cessazione immediata dei crimini a Gaza” e “bloccare l’esportazione di petrolio e cibo al regime sionista”. Lo ha detto il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Khamenei, affermando che “vanno fermati immediatamente i bombardamenti israeliani su Gaza”. Lo riporta l’agenzia di stampa iraniana Irna. Khamenei ha aggiunto che la battaglia non è tra Gaza e Israele, ma tra la verità e la falsità e tra il potere della fede e il potere dell’arroganza.

Il popolo di Gaza è riuscito “a smuovere le coscienze”, “guardate cosa sta succedendo nel mondo, nei Paesi occidentali, nel Regno Unito, in Francia, in Italia e in vari Stati Usa folle di persone scendono in strada e cantano slogan contro Israele e contro gli Usa” ha inoltre detto Khamenei, durante un incontro con un gruppo di studenti a Teheran.

Esercito Israele su minacce Mar Rosso: “Sappiamo come attaccare”

Le forze israeliane “sanno come attaccare quando e se lo decidessimo”. È l’avvertimento lanciato dal portavoce dell’esercito israeliano (Idf), Daniel Hagari, in riferimento alle minacce identificate e intercettate ieri provenienti dallo Yemen. Lo riporta Haaretz. In questo contesto, l’esercito israeliano ha annunciato un rafforzamento di difesa nell’area del Mar Rosso con l’invio di navi missilistiche della Marina militare.

Netanyahu: “Avanti fino alla vittoria”

Il premier di Israele, Benjamin Netanyahu, ha diffuso un messaggio di condoglianze ai familiari dei 12 soldati israeliani di cui è stata comunicata la morte nei combattimenti nella Striscia di Gaza, promettendo che la guerra porterà alla vittoria nonostante le “perdite dolorose”. “Siamo in una guerra difficile. Sarà una guerra lunga. Abbiamo ottenuto risultati importanti, ma anche perdite dolorose. Sappiamo che ogni nostro soldato è un mondo intero. L’intera nazione di Israele abbraccia voi, le famiglie, dal profondo dei nostri cuori. Siamo tutti con voi nel momento di grande dolore. I nostri soldati sono caduti in una guerra ingiusta, la guerra per la nostra casa. Prometto a voi cittadini di Israele: completeremo il lavoro, andremo avanti fino alla vittoria”, ha detto Netanyahu. 

Da Gaza a Egitto via Rafah oltre 400 stranieri e 80 feriti palestinesi

I media statali egiziani riferiscono che sono più di i 80 palestinesi feriti ai quali è stato consentito di passare da Gaza all’Egitto attraverso il valico di Rafah per ricevere cure mediche. Le ambulanze sono state viste entrare al valico di Rafah dal lato egiziano e un ospedale da campo è stato allestito nella vicina città di Sheikh Zuweid, sul lato egiziano del confine. L’autorità palestinese per il valico, inoltre, ha comunicato che sono oltre 400 i titolari di passaporti stranieri autorizzati a lasciare Gaza oggi. L’Egitto ha chiarito nei giorni scorsi che non intende accettare un afflusso di rifugiati palestinesi per timore che Israele non permetta poi loro di tornare a Gaza dopo la guerra.

Valico Rafah aperto per evacuazione limitata feriti e stranieri

 Il valico di Rafah fra la Striscia di Gaza e l’Egitto è stato riaperto per un’evacuazione limitata verso l’Egitto di feriti palestinesi e detentori di passaporto straniero. Lo ha riferito una fonte egiziana al quotidiano israeliano Haaretz. 

Decine stranieri a gaza entrano in valico Rafah verso Egitto

Un giornalista di Associated Press sul posto ha visto decine di titolari di passaporti stranieri entrare nel valico di Rafah da Gaza verso l’Egitto. È la prima volta che ai titolari di passaporti stranieri pare venga permesso di lasciare la Striscia dall’inizio della guerra fra Israele e Hamas. Il giornalista di AP, che stava filmando il passaggio, ha visto un flusso di decine di persone muoversi attraverso il lato di Gaza del valico di frontiera di Rafah con l’Egitto; trascinavano valigie e portavano zaini. Anche alcune auto hanno attraversato i cancelli, alcune con bagagli che uscivano dai loro bagagliai aperti. Un gruppo di persone è entrato nel valico con un asino che trainava un carretto con i loro beni. Non è chiaro se verrà consentito loro immediatamente di passare dal lato egiziano del valico. Nelle ultime settimane più volte centinaia di persone si sono radunate al valico ma non erano poi state autorizzate a uscire dalla Striscia a causa di disaccordi tra Egitto, Israele e Hamas. 

Nuovo blackout a Gaza

Gaza è stata nuovamente colpita da un blackout delle comunicazioni. Lo riferiscono gli operatori Paltel e Jawwal. In un’e-mail inviata ad Associated Press, il gruppo NetBlocks.org per la difesa dell’accesso a internet ha confermato che Gaza “è nel mezzo di un blackout totale o quasi totale delle telecomunicazioni” come il blackout del fine settimana. Il precedente blackout era durato da venerdì sera all’inizio di domenica, in coincidenza con l’ingresso di un gran numero di soldati israeliani a Gaza per operazioni di terra, in quella che Israele ha descritto come una nuova fase della guerra. Dalle prime ore di oggi, mercoledì, tentativi di raggiungere telefonicamente persone residenti a Gaza non hanno avuto successo. Le agenzie di aiuti umanitari hanno avvertito che questi blackout disturbano gravemente il loro lavoro in una situazione già disastrosa a Gaza.

4 palestinesi uccisi in scontri in Cisgiordania nella notte

Quattro palestinesi sono stati uccisi durante scontri con le forze israeliane avvenuti nella notte in Cisgiordania. Lo riferisce il ministero della Sanità dell’Autorità palestinese, precisando che 3 persone sono state uccise a Jenin e un’altra a Tulkarem. Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Times of Israel, forze di polizia in incognito sono entrate ieri sera a Jenin per arrestare Atta Abu Rumaila, il segretario generale di Fatah nella città settentrionale della Cisgiordania. Fonti militari israeliane, citate dalla stessa testata, affermano che non c’è stata resistenza durante l’arresto di Abu Rumaila, che è stato trattenuto insieme al figlio, ma aggiungono che in seguito le truppe israeliane sono entrate nuovamente a Jenin per distruggere “infrastrutture terroristiche” e avrebbero trovato e distrutto ordigni esplosivi piazzati nelle strade e un tunnel sotterraneo usato dagli uomini armati.

X sospende account di Hezbollah

L’account di Hezbollah sulla piattaforma di social media , è stato sospeso. Lo riferisce il Jerusalem Post. L’account, @Hezbollah_FA, è stato individuato da Michael Freund, giornalista ed editorialista del Jerusalem Post Magazine ed ex vicedirettore delle comunicazioni del primo ministro Benjamin Netanyahu. “Hezbollah è stato designato come organizzazione terroristica straniera dal governo degli Stati Uniti dal 1997, eppure ha un account X attivo”, ha twittato Freund all’inizio di ottobre.”@elonmusk Perché il loro account è consentito?”. Dopo aver segnalato l’account, Freund ha appreso che X lo aveva sospeso, citando violazioni delle sue politiche sulle minacce violente.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata