Le parole di Bisan, inviate prima che ci fosse un nuovo black out delle comunicazioni

Bisan, che lavora a Gaza con Save the Children, poco prima dell’ultimo black out delle comunicazioni nella Striscia, ha lasciato il suo rifugio per trovare un posto con un po’ di connessione internet, in modo da poter inviare questo messaggio, in cui ci racconta le sue ultime notti. “Sono Bisan da Gaza e siamo ancora vivi”, esordisce l’operatrice dell’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loto un futuro. “Ieri e ancora prima, ogni tipo di canale di comunicazione è stato interrotto e ci sentivamo come se fossimo tagliati fuori per sempre. Internet non funziona, i cellulari non funzionano, anche l’elettricità è stata interrotta. Stiamo parlando di buio totale, nessuno può sapere nulla, e ci sono solo bombardamenti intorno a noi. Abbiamo visto il cielo che si illuminava, abbiamo sentito i bombardamenti, ma non sapevamo dove fossero. Immaginate di essere stati uccisi o feriti, di avere bisogno di aiuto, di qualcuno che vi soccorra, della protezione civile che vi tiri fuori dalle macerie, ma di non poterli raggiungere in nessun modo, di non riuscire a far sapere che siete stati bombardati. Nessuno può chiamare un’altra persona a Gaza per sapere se lui è vivo o no, se lei è viva o no”, continua Bisan. “(Finora) ho usato la connessione a internet per dire alle persone di tutto il mondo cosa ci sta succedendo e per far sentire la nostra voce. Ora, senza connessione, sono costretta ad uscire dal rifugio e camminare per più di un chilometro per andare in un posto dove c’è internet, per caricare un video e tornare indietro, correndo, scappando per le strade. La situazione è davvero orribile, terrificante. Non sappiamo quando finirà, ma temo che sarà troppo tardi. Cessate il fuoco a Gaza. Aiutateci”, conclude Bisan.

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