L'intervista a LaPresse del presidente di Erc: "Difenderemo referendum su Catalogna, è la soluzione migliore"

La legge di amnistia per gli indipendentisti catalani è “perfettamente legale” e “se sarà approvata porrà fine a molte situazioni di ingiustizia che colpiscono centinaia di persone in Catalogna, perseguite per aver esercitato diritti fondamentali”. Lo ha detto in un’intervista a LaPresse il leader indipendentista catalano Oriol Junqueras, presidente del partito Esquerra Republicana de Catalunya (Erc), che nel 2019 fu condannato dalla Corte suprema spagnola a 13 anni di carcere per il tentativo di rendere indipendente la Catalogna. “Purtroppo non abbiamo ancora una legge di amnistia approvata, quindi dobbiamo essere cauti”, ma se verrà varata sarà “molto importante”, ha detto Junqueras, che è stato vicepresidente della Generalitat catalana dal 2016 al 2017, anno del referendum sull’indipendenza. “L’amnistia significa il riconoscimento degli eccessi commessi dalla repressione esercitata dallo Stato contro il movimento indipendentista e ci permette di porci su un piano di maggiore parità per negoziare la risoluzione del conflitto politico tra la Catalogna e lo Stato spagnolo“, ha spiegato il leader di Erc. La formazione politica ha raggiunto nei giorni scorsi l’accordo con il Psoe per l’investitura a premier del socialista Pedro Sanchez in cambio di una serie di misure, tra cui proprio la legge di amnistia. Il provvedimento è stato bollato dall’opposizione di Partito popolare e Vox come un attacco alla Costituzione e allo Stato di diritto in Spagna. “L’amnistia è perfettamente legale”, ha rimarcato Junqueras, affermando invece che “ciò che rappresenta un golpe allo Stato di diritto è l’uso abusivo delle leggi che è stato fatto per perseguitare il movimento pro-indipendenza. Per esempio, accusare di un reato di ribellione senza che ci fosse alcuna violenza solo per sospendere i rappresentanti eletti, come è stato fatto durante le indagini del processo per il referendum dell’1 ottobre 2017 sull’indipendenza, condannare per appropriazione indebita solo per aver ‘pensato’ di spendere denaro pubblico, o perseguire manifestazioni pacifiche per terrorismo”. Riguardo alle proteste che si stanno tenendo in questi giorni sotto alle sedi del Psoe, Junqueras ha affermato che si sta assistendo a come “l’accordo tra Esquerra Republicana e il Psoe per una legge di amnistia e per affrontare il conflitto politico con mezzi politici, e non con i manganelli e il carcere, abbia generato la reazione dei settori più estremisti dello Stato: nella Guardia Civil e in alcuni settori della magistratura, come il giudice della Corte nazionale García Castellón, che collegano” il movimento di protesta Tsunami Democratico “al terrorismo, e nelle strade, alle manifestazioni guidate dall’estrema destra”. “Più avanziamo lungo il percorso democratico, più gli antidemocratici creeranno caos”, ha sottolineato il leader catalano.

Su Catalogna “difenderemo referendum, è soluzione migliore”

Nell’intervista, Junqueras ha anche detto che “il referendum sull’autodeterminazione è il modo migliore per risolvere il conflitto tra la Catalogna e lo Stato spagnolo, il più democratico e il più inclusivo, perché permette a tutti di partecipare“. Rispondendo alla domanda se il suo partito continuerà a sostenere la necessità di un referendum sull’indipendenza della Catalogna, il leader di Erc ha evidenziato: “Il referendum, con cui i cittadini decidono il loro futuro collettivo attraverso il voto, è uno strumento democratico utilizzato per risolvere conflitti simili in altre parti del mondo, come quello tra Canada e Quebec, o tra Scozia e Regno Unito”. E chiarito: “Come abbiamo stabilito nell’accordo tra Esquerra Republicana e il Psoe”, “la seconda fase del processo negoziale, una volta approvata l’amnistia, deve concentrarsi su come dare voce ai cittadini catalani per risolvere un conflitto che è di sovranità e di legittimità. In questo negoziato, Esquerra Republicana continuerà a difendere l’indizione di un referendum”.

 

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