Il diplomatico ed ex segretario di Stato è morto a 100 anni nella sua casa in Connecticut
L’ex segretario di Stato americano, Henry Kissinger, il diplomatico dagli occhiali spessi e dalla voce roca che dominò la politica estera mentre gli Stati Uniti si districavano dal Vietnam e abbattevano le barriere con la Cina, è morto all’età di 100 anni nella sua casa in Connecticut. Con la sua presenza burbera ma imponente e la gestione del potere dietro le quinte, Kissinger esercitò un’influenza inusuale sugli affari globali sotto i presidenti Richard Nixon e Gerald Ford, guadagnandosi sia feroci critiche sia il Premio Nobel per la pace. Decenni dopo, il suo nome ha continuato a stimolare appassionati dibattiti. Il potere di Kissinger crebbe durante i tumulti del Watergate, quando il diplomatico assunse un ruolo simile a quello di co-presidente dell’indebolito Nixon. “Senza dubbio la mia vanità fu stuzzicata”, scrisse in seguito Kissinger della sua crescente influenza. “Ma l’emozione dominante era la premonizione della catastrofe“. Ebreo fuggito dalla Germania nazista con la famiglia da adolescente (era nato a Fürth, in Baviera, il 27 maggio del 1923), Kissinger negli ultimi anni è divenuto un rispettato statista, tenendo discorsi, offrendo consigli sia a repubblicani che democratici e gestendo un’attività di consulenza globale. Si è presentato alla Casa Bianca del presidente Donald Trump in più occasioni. Ma i documenti e i nastri dell’era Nixon, man mano che venivano fuori nel corso degli anni, portavano rivelazioni – molte delle quali secondo le stesse parole di Kissinger – che a volte lo gettavano in una cattiva luce. Kissinger, dopo aver lasciato il governo, fu perseguitato da critici che sostenevano che avrebbe dovuto essere chiamato a rendere conto delle sue politiche sul Sud-Est asiatico e del sostegno ai regimi repressivi in America Latina.
Dal Vietnam alla Guerra Fredda
Per otto anni – prima come consigliere per la sicurezza nazionale, poi come segretario di stato, e per un periodo a metà con entrambi i titoli – Kissinger ha spaziato tra le principali questioni di politica estera. Ha condotto la prima “diplomazia-navetta” nella ricerca della pace in Medioriente. Ha utilizzato canali segreti per perseguire i legami tra Stati Uniti e Cina, ponendo fine a decenni di isolamento e reciproca ostilità. Fu lui ad avviare i negoziati di Parigi che alla fine fornirono un modo per salvare la faccia – un “intervallo dignitoso”, come lo definì – per far uscire gli Stati Uniti da una costosa guerra in Vietnam. Due anni dopo, Saigon cadde in mano ai comunisti. Kissinger inoltre perseguì una politica di distensione con l’Unione Sovietica che portò ad accordi sul controllo degli armamenti, creando i presupposti affinché le tensioni della Guerra Fredda e la sua minaccia nucleare non durassero per sempre. Kissinger ha continuato a impegnarsi negli affari globali anche nei suoi ultimi mesi di vita. Ha incontrato il leader cinese Xi Jinping a Pechino a luglio, quando le relazioni bilaterali erano ad un punto basso. E 50 anni dopo che la sua diplomazia a navetta contribuì a porre fine alla guerra in Medioriente del 1973, quando Israele respinse un attacco a sorpresa da Egitto e Siria, Kissinger avvertì dei rischi che quel conflitto si ripetesse dopo che Israele dovette affrontare un attacco a sorpresa da parte di Hamas il 7 ottobre.
La realpolitik e le critiche
Kissinger era un praticante della realpolitik, utilizzava la diplomazia per raggiungere obiettivi pratici piuttosto che per promuovere nobili ideali. I sostenitori hanno affermato che la sua inclinazione pragmatica serviva gli interessi degli Stati Uniti; i critici vedevano un approccio machiavellico contrario agli ideali democratici. Fu criticato per aver autorizzato le intercettazioni telefoniche dei giornalisti e del personale del Consiglio di Sicurezza Nazionale per tappare le fughe di notizie alla Casa Bianca di Nixon. Fu denunciato nei campus universitari per il bombardamento e l’invasione alleata della Cambogia nell’aprile 1970, con l’intenzione di distruggere le linee di rifornimento del Vietnam del Nord alle forze comuniste nel Vietnam del Sud. Kissinger acquisì anche la reputazione di donnaiolo nell’amministrazione Nixon. Il politico americano, che aveva divorziato dalla prima moglie nel 1964, definì le donne “un diversivo, un hobby”. Jill St. John era una compagna frequente. Ma si scoprì che il suo vero interesse amoroso era Nancy Maginnes, una ricercatrice di Nelson Rockefeller che sposò nel 1974. In un sondaggio del 1972 tra le ‘conigliette’ di Playboy Kissinger, soprannominato ‘Super-K’ da Newsweek, arrivò primo come “l’uomo con cui mi piacerebbe di più uscire”. La spiegazione del diplomatico: “Il potere è l’afrodisiaco supremo”. Kissinger ha avuto due figli, Elizabeth e David, dal suo primo matrimonio.
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