I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio su un disegno di legge sulle condizioni di lavoro di chi lavora tramite piattaforme
I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio su un disegno di legge volto a migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano tramite piattaforme online, in particolare i cosiddetti rider. La direttiva sul lavoro su piattaforma mira a garantire la corretta classificazione dello stato occupazionale delle persone che svolgono lavoro su piattaforma e a introdurre le prime norme Ue sulla gestione algoritmica e l’uso dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro. Attualmente, almeno 5,5 milioni di persone che svolgono lavoro tramite piattaforma potrebbero essere erroneamente classificati come lavoratori autonomi (il cosiddetto lavoro autonomo fittizio) e non godono di importanti diritti lavorativi e di protezione sociale – scrive l’Europarlamento in una nota -. Le nuove norme introducono una presunzione di rapporto di lavoro che scatta quando sono presenti due indicatori di controllo o di direzione su un elenco di cinque. Questo elenco può essere ampliato dagli Stati membri. La presunzione può essere fatta valere dal lavoratore, dai suoi rappresentanti e dalle autorità competenti di propria iniziativa. Questa presunzione può essere confutata se la piattaforma dimostra che il rapporto contrattuale non è un rapporto di lavoro.
Attualmente, le persone che lavorano su piattaforme non accedono alle informazioni su come funzionano gli algoritmi e su come il loro comportamento influenza le decisioni prese dai sistemi automatizzati. Con le nuove regole, le piattaforme forniranno queste informazioni ai lavoratori e ai loro rappresentanti. Con le nuove regole, alle piattaforme sarà vietato prendere alcune decisioni importanti, come licenziamenti e decisioni di sospendere un account, senza la supervisione umana. Il testo garantisce inoltre un controllo più umano sulle decisioni dei sistemi che incidono direttamente sulle persone che svolgono il lavoro tramite piattaforma.
Le piattaforme saranno inoltre obbligate a valutare l’impatto delle decisioni prese o supportare da sistemi decisionali e di monitoraggio automatizzato sulle condizioni di lavoro, sulla salute e sicurezza e sui diritti fondamentali. Le nuove norme proibiranno alle piattaforme di trattare determinate tipi di dati personali, come convinzioni personali, scambi privati con colleghi o quando un lavoratore non è al lavoro, e la direttiva introduce norme più protettive per il lavoro tramite la piattaforma nel campo della protezione dei dati. Le piattaforme dovranno inoltre trasmettere informazioni sui lavoratori autonomi alle loro dipendenze alle autorità nazionali competenti e ai rappresentanti delle persone che svolgono lavoro tramite piattaforma, come i sindacati. Secondo la nuova legge, una piattaforma non potrà eludere le norme ricorrendo a intermediari, ovvero quando i lavoratori hanno un rapporto contrattuale diretto con un soggetto diverso dalla piattaforma digitale interessata. Gli Stati membri dovranno garantire che le persone che svolgono lavoro tramite piattaforma attraverso intermediari godano dello stesso livello di protezione di quelle con un rapporto contrattuale diretto.
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