Duro colpo assestato dal leader ungherese al presidente ucraino Zelensky

 L’Unione Europea non è riuscita a trovare un accordo su un pacchetto di 50 miliardi di euro (54 miliardi di dollari) in aiuti finanziari di cui l’Ucraina ha bisogno, dopo la decisione di aprire i negoziati di adesione con il Paese devastato dalla guerra. Sugli aiuti ha posto il veto il primo ministro ungherese Viktor Orban, assestando un altro duro colpo al presidente ucraino Volodymyr Zelensky che questa settimana non è riuscito a convincere i legislatori statunitensi ad approvare ulteriori 61 miliardi di dollari per l’Ucraina, principalmente per acquistare armi dagli Stati Uniti

Nella giornata di ieri al Consiglio europeo, i leader Ue, a sorpresa, hanno dato il via libera all’apertura dei negoziati di adesione Ue all’Ucraina e alla Moldova. La decisione, presa grazie all’assenza strategica del premier ungherese Viktor Orban, potrebbe favorire gli altri capitoli aperti a cominciare dalla revisione del bilancio pluriennale Ue, che ha tenuto banco tutto il giorno al vertice Ue. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è detta molto soddisfatta “per i concreti passi avanti nel processo di allargamento raggiunti“.

Il pressing su Orban aveva dunque funzionato: il vertice era iniziato con un’ora e mezzo di ritardo per far posto agli incontri col leader magiaro, a cui ha preso parte anche la premier Meloni.

Resta veto di Orban sul bilancio, discussione rimandata a gennaio

Nulla di fatto la scorsa notte sulla revisione del bilancio pluriennale Ue al Consiglio europeo, che ha deciso di rimandare la decisione a gennaio. “C’è stato un forte sostegno da parte di 26 Stati membri all’ultima versione del negobox del Quadro finanziario pluriennale. Ma l’Ungheria ha ripetuto chiaramente che non permetterà nuovi soldi per l’Ucraina né il pagamento degli interessi di NextGenerationEU“, ha spiegato una fonte diplomatica.

“Per garantire le migliori possibilità di un esito positivo, i leader hanno deciso di concludere qui la discussione per questo vertice e ritorneranno sulla questione a gennaio, concedendo qualche settimana in più per ulteriori negoziati. C’è stato un forte supporto a 26, ma uno (la Svezia, ndr) necessita dell’autorizzazione parlamentare. Non significa accordo a 26, ma un forte sostegno a 26 all’ultima versione”, ha aggiunto. 

Michel: “Sostegno 26 a bilancio, dibattito riprende a inizio 2024” 

La revisione del Quadro finanziario pluriennale, in tutte le sue componenti e priorità – ossia sostegno all’Ucraina, migrazione e dimensione esterna (rubriche 4 e 6), piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa, pagamenti degli interessi di NextGenerationEU, strumenti speciali, nuove risorse proprie ed elementi che riducono l’incidenza sui bilanci nazionali – è sostenuta con fermezza da 26 capi di Stato o di governo. Torneremo sulla questione all’inizio del prossimo anno“. Lo dichiara in una nota il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, al termine della sessione di ieri del Consiglio europeo. 

Ungheria: “Da noi nessun ricatto, revisione bilancio non serve”

Sul bilancio non stiamo facendo ricatti. L’allargamento non è legato a nessuna questione del bilancio ed è stato chiaro ieri, è stato tenuto separato. Ora la situazione è diversa, perché parliamo di soldi. Altri paesi hanno ricattato l’Ungheria per anni, perché non abbiamo ricevuto i soldi che ci spettano per molte ragioni politiche. Non vogliamo lasciare l’Ue, siamo parte dell’Ue. Siamo sempre costruttivi, lo siamo stati anche ieri. Vogliamo solo una preparazione adeguata. La posizione dell’Ungheria è che non abbiamo bisogno di una revisione del bilancio“. Lo ha affermato il portavoce del governo ungherese, Balasz Orban, parlando alla stampa a margine del Consiglio europeo. “Se i leader Ue o la Commissione vogliono fare qualcosa fuori dal bilancio, l’opportunità è aperta, ma tutti hanno detto ‘no’ perché vogliono che sia nel bilancio ma allora serve una preparazione adeguata”, ha aggiunto. “Se vogliono una modifica del bilancio Ue serve un accordo che tenga conto anche i problemi di bilancio ungherese“, ha sottolineato. “Noi non siamo contro il sostegno finanziario dell’Ucraina”, ha spiegato. 

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