Situazione sempre più tesa in Medio Oriente dove nella notte Gran Bretagna e Stati Uniti hanno lanciato un attacco congiunto in Yemen contro le postazioni degli Houthi. Un’operazione mirata di risposta alla campagna di attacchi con droni e missili contro navi commerciali dall’inizio del conflitto israelo-palestinese e finalizzata a “intralciare il commercio internazionale sul Mar Rosso”. “La risposta della comunità internazionale a questi attacchi sconsiderati è stata unita e risoluta”, ha dichiarato Biden mentre i ribelli, che sostengono di aver perso 5 combattenti nei raid, promettono una risposta.
Sul fronte diplomatico continua a l’Aja l’udienza con le risposte di Israele dopo le pesanti accuse mosse dal Sudafrica che ha esplicitamente sostenuto, davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, che “Tel Aviv ha commesso un genocidio contro i palestinesi”.
Ancora contestazioni per il presidente Joe Biden, oggi in visita a Allentown, in Pennsylvania. Al suo arrivo alla Allentown Fire Training Academy, il presidente Usa è stato accolto da decine di manifestanti pro-palestinesi che hanno urlato slogan come, “pace ora”, “ce ne ricorderemo a novembre” e “nessun voto per il genocida Joe”, in riferimento al voto per le presidenziali. L’area era presidiata da un nutrito numero di agenti di polizia in tenuta anti sommossa.
“Non credo ci siano state vittime civili, questo è un altro motivo per cui è stato un successo”. Lo ha detto il presidente Usa, Joe Biden, parlando con i giornalisti, riguardo al bombardamento contro i ribelli houthi in Yemen.
“Ho già mandato un messaggio all’Iran”. Così il presidente Joe Biden ha risposto a un giornalista che gli chiedeva se intendesse inviare un messaggio all’Iran. “Faremo in modo di rispondere agli houthi se continuano con questo comportamento oltraggioso”, ha aggiunto il presidente Usa, a chi gli chiedeva se intendesse continuare a bombardare i ribelli filo iraniani in caso di nuovi attacchi
“Noi abbiamo aderito a una dichiarazione politica qualche giorno fa di condanna assoluta degli attacchi che gli houthi fanno alle navi mercantili che attraversano il Mar Rosso. Abbiamo sempre condannato l’azione degli houthi, partecipiamo con la nostra Marina militare all’operazione Atlanta nel Mar Rosso che garantisce la sicurezza del trasporto marittimo, c’è un’altra iniziativa americana e britannica, riteniamo sia legittima la difesa da parte americana per quanto riguarda la sicurezza delle loro navi però l’Italia non può partecipare a missioni di guerra se non c’è l’approvazione Parlamento”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, parlando a Tg2 Post, su Rai 2, a proposito dei raid di Usa e Regno Unito contro i ribelli houthi in Yemen. “Non abbiamo partecipato all’attacco militare contro i ribelli houthi nello Yemen perché per partecipare ad un’azione di guerra serve un’autorizzazione del Parlamento”, ha poi ribadito Tajani.
L’esercito israeliano (Idf) riferisce che tre uomini armati palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania dopo avere aperto il fuoco contro alcuni soldati che stavano compiendo un pattugliamento nell’insediamento di Adora. Il Times of Israel riporta che un israeliano di 34 anni è rimasto ferito nell’attacco e, secondo il servizio di ambulanze Magen David Adom, è stato colpito a una gamba. Secondo la ricostruzione fornita dall’Idf, i soldati hanno inseguito gli uomini armati e, “durante le ricerche, tre terroristi sono stati identificati ed eliminati dalle forze di sicurezza”.
Di fronte ad eventuali rappresagli degli houthi, il presidente Joe Biden “non esiterebbe nell’ordinare altre azioni per proteggere le nostre truppe, installazioni e il commercio internazionale”. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, in uno scambio con i giornalisti a bordo dell’Air Force One che sta portando il presidente Biden in Pennsylvania.
L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha annuncia che Israele trasferirà nei prossimi giorni farmaci che verranno consegnati agli ostaggi trattenuti a Gaza. L’ufficio di Netanyahu afferma che il premier ha ordinato al capo del Mossad guidato da David Barnea di collaborare con il Qatar per portare a termine il trasferimento dei medicinali. Lo riporta The Times of Israel.
Il ministero degli Esteri dell’Egitto ha espresso profonda preoccupazione per l’intensificarsi delle operazioni militari nel Mar Rosso in seguito agli attacchi aerei di Stati Uniti e Regno Unito che hanno colpito diverse aree dello Yemen. Lo riferisce il giornale egiziano Al Ahram, aggiungendo che l’Egitto sottolinea la necessità di un cessate il fuoco e di porre fine alla guerra di Israele a Gaza per prevenire ulteriori destabilizzazioni, conflitti e minacce alla pace e alla sicurezza internazionale nella regione.
“Se all’Onu è rimasto anche solo un briciolo di ragione e di moralità, allora la spregevole azione penale del Sudafrica, che sostiene il terrorismo, dovrebbe essere gettata nei prossimi giorni nella pattumiera della storia”. È quanto afferma l’ambasciatore di Israele presso le Nazioni unite, Gilad Erdan. “Il procedimento dell’Aia dimostra come l’Onu e le sue istituzioni sono diventate armi al servizio delle organizzazioni terroristiche”, dichiara Erdan, aggiungendo che “l’uso della Convenzione sulla prevenzione del genocidio contro lo Stato ebraico e al servizio dei nazisti del nostro tempo, Yahya Sinwar e Ismail Haniyeh, dimostra che non c’è un calo morale a cui l’Onu non sia arrivato”. “È l’Onu che dovrebbe essere processata all’Aia per aver chiuso un occhio, e quindi essere stata complice, dello scavo di tunnel del terrore a Gaza, dell’uso di aiuti internazionali per la produzione di missili e razzi e dell’educazione all’odio e all’omicidio”, accusa Erdan.
L’Agenzia per le operazioni commerciali marittime del Regno Unito (Ukmto) in un aggiornamento in merito all’ “incidente” segnalato nelle acque del Mar Rosso ha spiegato di aver ricevuto la segnalazione di un missile lanciato contro una nave a circa 90 miglia nautiche a sud-est di Aden. Il missile – secondo quanto viene riportato – è atterrato in acqua a circa 400-500 metri di distanza dall’imbarcazione. Non ci sono notizie di danni o feriti e l’agenzia ha affermato che sono in corso “ulteriori indagini”.
L’Agenzia per le operazioni commerciali marittime del Regno Unito (Ukmto) afferma che è stato segnalato un incidente nel Mar Rosso a circa 166 km a sud-est dal porto della città Aden, nello Yemen, e che le autorità stanno indagando. Lo riporta Al Jazeera.
Tutti gli interessi statunitensi e britannici sono diventati “obiettivi legittimi” per i ribelli Houthi dello Yemen dopo la loro “aggressione diretta e dichiarata” contro lo Yemen. È quanto afferma il Consiglio politico supremo degli Houthi, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu. “L’aggressione americana-britannica infida e palese di cui è stata vittima la nazione è illegale e ingiustificata”, recita ancora la dichiarazione.
“Per quanto riguarda la condotta delle ostilità, abbiamo ripetutamente evidenziato le ricorrenti mancanze di Israele nel sostenere i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario: distinzione, proporzionalità e precauzioni nell’esecuzione degli attacchi”. Lo ha dichiarato la portavoce dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, Liz Throssell, parlando a Ginevra. “L’Alto Commissario ha sottolineato che le violazioni di questi obblighi rischiano di esporre a responsabilità per crimini di guerra e ha anche messo in guardia dai rischi di altri crimini atroci”, ha aggiunto la portavoce.
“Questa domenica segnerà 100 giorni da quando Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno lanciato il loro terribile attacco contro Israele, in cui 1.200 persone, perlopiù israeliani, sono state uccise e circa 250 prese in ostaggio. Nelle ultime 14 settimane, mentre Israele ha portato avanti una risposta militare massiccia e distruttiva, sono stati uccisi più di 23mila palestinesi, circa due terzi dei quali donne e bambini. Le infrastrutture civili di Gaza, tra cui case, ospedali, scuole, panetterie, luoghi di culto, sistemi idrici e strutture delle Nazioni Unite, sono state ampiamente danneggiate o distrutte. Come ha ripetutamente chiesto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk, è necessario un cessate il fuoco immediato, per motivi umanitari e di diritti umani. Un cessate il fuoco che ponga fine alle terribili sofferenze e alle perdite di vite umane e che consenta la consegna rapida ed efficace degli aiuti umanitari a una popolazione che sta affrontando livelli sconvolgenti di fame e malattie”, ha dichiarato la portavoce dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani (Ohchr). “Questo è più urgente che mai”, ha aggiunto.
L’esercito israeliano ha affermato che oltre 700 lanciarazzi di Hamas sono stati distrutti dall’inizio dell’offensiva di terra a Gaza. Lo riporta il Times of Israel. L’Idf ha fatto notare che nelle ultime settimane si è verificato un “calo significativo” nel numero di lanci di razzi da Gaza che i funzionari militari hanno attribuito al controllo israeliano del territorio e alla cattura da parte delle truppe dei depositi di razzi e dei siti di lancio di Hamas.
Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha rilasciato una dichiarazione al termine dell’udienza della Corte internazionale di giustizia, affermando che il Sudafrica non ha presentato “alcuna prova” contro Israele ma “solo indicazioni di una guerra morale senza eguali”. Lo riporta Haaretz. “Spero che la denuncia venga respinta e credo che la giustizia prevarrà”, ha concluso.
Sono saliti a 23.708 i palestinesi uccisi dall’inizio degli attacchi dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. É questo il bilancio aggiornato fornito dal ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. Altre 60.005 persone sono invece rimaste ferite, mentre alcuni morti si trovano ancora sotto le macerie e sulle strade, ma le ambulanze e i soccorsi non possono raggiungerli.
Degli attacchi effettuati da Usa e Regno Unito contro le basi dei ribelli Houthi in Yemen l’Italia era stata informata con anticipo dagli alleati. È quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi spiegando che il ‘joint statement’ sottoposto dagli americani non è stato sottoscritto dall’Italia al contrario di altri paesi (otto oltre a Regno Unito e Usa). Non è stato chiesto, viene tuttavia specificato, di partecipare alle operazioni militari. L’Italia, viene d’altronde ribadito, sta lavorando per mantenere bassa la tensione nel Mar Rosso ed è impegnata nell’ambito della coalizione europea a garantire la libera circolazione delle navi nell’area e continua a collaborare con le istituzioni internazionali.
“Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno ora condotto attacchi contro una serie di obiettivi Houthi nello Yemen, con il sostegno degli alleati Canada e Paesi Bassi e dei partner Australia e Bahrein. Questi attacchi erano difensivi e mirati a preservare la libertà di navigazione in una delle vie d’acqua più vitali del mondo. Gli attacchi Houthi devono finire. Le forze Houthi sono supportate, rifornite ed equipaggiate dall’Iran. Quindi Teheran ha la responsabilità speciale di regnare sui suoi delegati”. Lo dichiara il portavoce della Nato, Dylan White.
“Negli ultimi mesi abbiamo visto le forze Houthi tentare dozzine di attacchi alle navi commerciali nel Mar Rosso – ricorda il portavoce -. Questi attacchi rappresentano una minaccia diretta alla sicurezza marittima e al commercio internazionale. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu li ha condannati e la comunità internazionale ha chiarito che ci sarebbero state delle conseguenze se questi attacchi non fossero finiti”.
Oltre 10mila bambini sono stati uccisi dagli attacchi aerei e dalle operazioni di terra israeliane a Gaza in quasi 100 giorni e altre migliaia sono dispersi, presumibilmente sepolti sotto le macerie. Lo ha affermato Save The Children facendo riferimento ai dati forniti dall’Autorità sanitaria di Gaza. Si tratta – viene spiegato – dell’1% della popolazione infantile totale dell’enclave. Quanto a quelli sopravvissuti – afferma Save The Children – “stanno sopportando orrori indicibili, tra cui ferite mortali, ustioni, malattie, cure mediche inadeguate e la perdita dei genitori e di altre persone care”. Secondo l’organizzazione “circa 1.000 bambini a Gaza hanno perso una o entrambe le gambe e avranno bisogno di cure mediche per tutta la vita”.
Shaw ha poi ribattuto all’accusa del Sudafrica secondo cui i funzionari israeliani hanno mostrato un intento genocida, definendo le dichiarazioni a cui si riferisce il team legale del Sudafrica “citazioni casuali non conformi alla politica del governo”. Le ha liquidate come dichiarazioni di guerra emotive e prive di significato legale. Il leagale ha infine aggiunto che il gabinetto di guerra e l’esercito israeliano stavano operando in conformità con il diritto internazionale e stavano cercando di evitare una catastrofe umanitaria a Gaza, facendo riferimento alle dichiarazioni di alti funzionari israeliani. Ma non ha fornito prove che tali dichiarazioni fossero supportate dalla politica israeliana sul campo.
L’ospedale Al-Shifa, il più grande di Gaza, ha ripreso parzialmente la sua attività. Lo ha annunciato su X il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, spiegando che il personale dell’Oms e dei suoi partner “dopo più di due settimane” è riuscito “a raggiungere oggi l’ospedale Al-Shifa nel nord di Gaza e a consegnare 9.300 litri di carburante e a forniture mediche per coprire 1.000 pazienti traumatizzati e 100 pazienti sottoposti a dialisi renale”. La “parziale ripresa dei servizi ad Al-Shifa – avverte – significa che il consumo di carburante è molto più elevato e la necessità di forniture mediche è in aumento. L’Oms e i suoi partner hanno bisogno di un accesso duraturo e sicuro per continuare a fornire forniture mediche, carburante, cibo e acqua, in modo che gli operatori sanitari possano fornire cure essenziali ai pazienti. Insistiamo, ancora una volta, sul fatto che la salute deve essere protetta e mai presa di mira o militarizzata”.
È prevista per oggi la difesa di Israele sulle accuse di genocidio nella Striscia di Gaza avanzate dal Sudafrica davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia (Cig). Israele nega con forza le accuse di Pretoria che ieri ha chiesto alla Cig di ordinare l’immediata sospensione delle operazioni militari israeliani nell’enclave palestinese.
Israele spesso boicotta i tribunali internazionali e le indagini delle Nazioni Unite, sostenendo che siano ingiuste e parziali. Ma in questa occasione hanno dimostrato di prendere sul serio il caso, inviando un team legale pronto a difendere la reputazione dello Stato ebraico davanti alla Corte.