La guerra in Medioriente giunge al giorno 108. Benyamin Netanyahu sbatte di nuovo la porta in faccia a Joe Biden e all’Ue: finché sara’ premier, non ci sarà nessuno Stato palestinese, tantomeno con sovranità su Gaza. La Striscia dovrà essere “smilitarizzata” e “restare sotto il pieno controllo di sicurezza israeliano. Finché saro’ primo ministro, questa sarà la mia posizione”.
Israele ha presentato ad Hamas, attraverso mediatori del Qatar e dell’Egitto, una proposta che include fino a due mesi di pausa nei combattimenti come parte di un accordo in più fasi che includerebbe il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti a Gaza. Lo riferiscono funzionari israeliani, citati da Axios. Anche se la proposta non include un accordo per porre fine alla guerra, si tratta del periodo di cessate il fuoco più lungo che Israele ha offerto a Hamas dall’inizio dei combattimenti.
Israele starebbe portando avanti negoziati per un nuovo accordo per la liberazione degli ostaggi, mediato dal Qatar. Lo riporta la tv israeliana Kan secondo cui si registrano alcuni progressi dovuti ad alcuni cambiamenti nella posizione di Hamas. Secondo tre funzionari politici e di sicurezza che hanno parlato con Kaan News, il nuovo schema prevede quattro punti principali: la liberazione di ostaggi non militari, un cessate il fuoco significativo, il ritiro tattico delle forze israeliane di difesa da diverse aree della Striscia di Gaza, la liberazione di palestinesi dalle prigioni israeliane.
La Knesset ha bocciato la mozione di sfiducia presentata dal partito laburista israeliano contro il premier, Benjamin Netanyahu. Lo riporta The Times of Israel, ricordando che per essere approvata la mozione avrebbe dovuto ricevere il via libera dalla maggioranza dei 120 deputati della Knesset. I voti favorevoli incassati sono stati, invece, soltanto 18. I laburisti sostengono che Netanyahu abbia fallito nel tentativo di ottenere la liberazione dei 136 ostaggi ancora nelle mani di Hamas.
“Se finisce la guerra il governo finirà con essa”. Lo ha detto il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, durante una riunione del partito di destra radicale ‘Potere ebraico’. Lo riporta Maariv. Ben Gvir è fautore della linea dura nei confronti di Hamas e ha più volte ribadito la sua contrarietà a un cessate il fuoco e a qualunque allentamento della pressione militare nella Striscia di Gaza.
“Sono venuto qui per incontrare i ministri degli Esteri Ue per spiegare loro la gravità della situazione nella Striscia di Gaza e il deterioramento della situazione in Cisgiordania, tre mesi e mezzo sono ormai passati e contiamo ogni giorno un alto numero di palestinesi uccisi, feriti o sepolti sotto le macerie. Sono centinaia e persino migliaia. La situazione sta diventando fuori controllo, il sistema sanitario è al collasso e non c’è modo di curare quelli che probabilmente sono decine di migliaia di palestinesi feriti nella Striscia di Gaza, che non sono nemmeno in grado di lasciare Gaza per ricevere trattamenti all’esterno. Ed è per questo che sono venuto qui solo per dire ai miei colleghi europei che l’azione più importante da intraprendere è il cessate il fuoco“. Lo ha affermato il ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, Riyad al-Maliki, a margine del Consiglio Ue Affari esteri a Bruxelles. “Dobbiamo chiedere collettivamente un cessate il fuoco. Non possiamo accettare niente di meno. Non possiamo esitare riguardo a un cessate il fuoco. Ogni giorno che mostriamo esitazione, vengono uccise persone innocenti, vengono uccisi bambini, donne e anziani. E questo è intollerabile e inaccettabile. La verità per i palestinesi conta davvero. Mi aspetto che l’Ue condanni la dichiarazione di Netanyahu di rifiutare la soluzione detta (dei due Stati, ndr). Mi aspetto che l’Ue inizi a considerare sanzioni contro Netanyahu e altri che stanno distruggendo davvero le possibilità di trovare una soluzione per la pace in Medioriente. Penso che la responsabilità collettiva dell’Unione europea risieda in questo momento particolare, in un momento in cui deve mostrare leadership e coraggio, nel prendere davvero la posizione giusta. Altrimenti ciò che diciamo da tempo sui doppi standard verrà mostrato chiaramente in questo caso”.
Israele ha una propria “iniziativa” per il rilascio degli ostaggi. È quanto ha affermato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, incontrando i parenti dei prigionieri di Hamas, senza però offrire ulteriori dettagli. Lo riporta il Times of Israel. Il premier israeliano ha anche aggiunto che Hamas non ha presentato una proposta concreta per un accordo sulla liberazione. “Nonostante ciò che si dice, non esiste una vera proposta di Hamas”, ha assicurato Netanyahu, “non è vero”.
“Prima di dare sanzioni ai coloni israeliani, che stanno certamente sbagliando quando aggrediscono la popolazione civile, bisogna infliggere dure sanzioni all’organizzazione di Hamas, ancora più dure, anche per stroncare qualsiasi attività finanziaria che possa portare all’acquisto di armi o a sostenere attività terroristiche”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del Consiglio Ue Affari Esteri. “Ai coloni bisogna dire ‘basta’, perché non è così che si favorisce la pace, non bisogna dare strumenti assolutamente ai terroristi per giustificare le loro azioni. Non escludo che possano arrivare sanzioni anche ai coloni – ha spiegato – ma la nostra scelta deve essere sempre proporzionata. La più grave responsabilità e la responsabilità di ciò che sta accadendo adesso nell’area del Medioriente è di Hamas. Quindi bisogna colpire prima Hamas“, ha aggiunto, concludendo: “Se ci sono da dare delle sanzioni per fatti precisi alla fine si voteranno le sanzioni”.
La polizia israeliana ha arrestato due residenti di Gerusalemme est accusati di sostenere l’Isis e di aver pianificato attacchi in città. Lo riporta The Times of Israel, specificando che si tratta del secondo arresto di questo tipo nel giro di un mese. I due, secondo la polizia israeliana e il servizio di sicurezza dello Shin Bet, sarebbero riusciti ad acquistare materiali chimici per la realizzazione di esplosivi che avrebbero dovuto usare per colpire i civili e le forze di sicurezza a Gerusalemme.
Le famiglie degli ostaggi in mano ad Hamas rimarranno barricate davanti alla residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme finché non verrà raggiunto un accordo. Una nuova manifestazione è prevista per questa sera al presidio ‘Time Has Run Out’, dove le famiglie degli ostaggi hanno allestito tende di fronte alla residenza di Netanyahu a Gerusalemme per unirsi alla richiesta al governo israeliano di “fermare l’esecuzione e raggiungere subito un accordo”. “Dopo 108 giorni in cui 136 ostaggi sono tenuti nelle profondità dei tunnel di Hamas senza medicine, cibo, acqua e cure mediche adeguate, le famiglie degli ostaggi chiedono al primo ministro e ai membri del Gabinetto di guerra di sfruttare appieno ogni opportunità di rilascio di tutti gli ostaggi vivi, perché non ci sarà immagine di vittoria senza la restituzione di tutti gli ostaggi”, sottolinea il Forum delle famiglie degli ostaggi.
Decine di parenti di ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza hanno fatto irruzione in una riunione della Commissione Finanze del Parlamento israeliano, o Knesset, urlando “Non vi siederete qui mentre loro stanno morendo lì!”. I manifestanti hanno interrotto la sessione chiedendo le dimissioni del primo ministro Netanyahu e invocando nuove elezioni.
Nebal Farsakh, portavoce della Mezzaluna Rossa Palestinese (Prcs), ha riferito ad Al Jazeera che l’ospedale Nasser a Khan Younis, proprio come tutti gli ospedali nel sud della Striscia di Gaza, è sotto intenso attacco da parte dell’esercito israeliano. “Questa non è la prima volta. Nelle ultime settimane si sono verificati diversi attacchi e bombardamenti nella zona dell’ospedale Al-Amal a Khan Younis”, ha detto, “abbiamo avuto attacchi diretti al quartier generale della Mezzaluna Rossa Palestinese con bombardamenti di artiglieria, che hanno letteralmente distrutto tre piani e ucciso almeno sette persone”. Farsakh ha aggiunto che entrambe le strutture, gli ospedali Nasser e Al-Amal, sono sotto assedio: “La situazione è estremamente pericolosa, si sentono forti bombardamenti nella zona. Chiunque cerchi di uscire o semplicemente di camminare per strada viene preso di mira”.
Continua a salire il bilancio delle vittime civili palestinesi negli attacchi sulla Striscia di Gaza condotti dalle forze militari israeliane. Dall’inizio della guerra in 25.295 sono stati uccisi nell’enclave, secondo il ministero della Sanità locale, gestito da Hamas, mentre i feriti sono oltre 63.000.
La Mezzaluna rossa palestinese afferma che l’esercito israeliano sta tenendo sotto assedio il suo centro di ambulanze a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, impedendo ai soccorritori di raggiungere i feriti, mentre le Forze di difesa israeliane (Idf) stanno intensificando l’assalto via terra. Nella notte, raid aerei sulla cittadina palestinese hanno ucciso almeno 10 persone, la maggior parte bambini.
Almeno 10 palestinesi, in maggioranza bambini, sono stati uccisi questa notte nei bombardamenti dell’esercito israeliano sulla città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera, mentre i media palestinesi riferiscono che i carri armati delle Forze di difesa israeliane (Idf) stanno tentando di avanzare verso la zona occidentale della città. Da diversi giorni nella zona sono in corso scontri tra militanti delle fazioni palestinesi e i soldati dell’Idf.
La Mezzaluna rossa palestinese afferma che i carri armati israeliani si stanno avvicinando all’ospedale al-Amal a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, e aggiunge di aver perso ogni contatto con la sua squadra nell’area. In precedenza sono stato riferiti bombardamenti sull’area nella notte, che hanno ucciso almeno 10 palestinesi, in maggioranza bambini.
“Il messaggio che trasmetterò a nome del Belgio, a nome della Presidenza belga del Consiglio dell’Unione europea, è chiaro: chiediamo un cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi, il rispetto del diritto internazionale, il ritorno al processo di pace che dovrebbe portare alla creazione di due Stati che vivano in pace fianco a fianco. Questa è l’unica via d’uscita, è l’unica possibilità per ripristinare permanentemente la pace nella regione”. Lo ha affermato la ministra degli Esteri belga, Hadja Lahbib, della presidenza di turno del Consiglio Ue, al suo arrivo al Consiglio Esteri. “L’obiettivo è ovviamente quello di rilanciare il processo politico. Questo conflitto non sarà risolto con la forza delle armi. Dal 7 ottobre hanno perso la vita quasi 25.000 persone. Gaza è in una situazione di estrema emergenza. Rischiamo la carestia, rischiamo le epidemie. La violenza deve finire”, ha sottolineato.
Il rifiuto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di porre fine alle operazioni militari nella Striscia di Gaza “significa che non c’è alcuna possibilità per il ritorno dei prigionieri israeliani“. Lo ha detto l’alto funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri, come riporta Al Jazeera. Ieri Netanyahu ha reso noto di aver respinto le richieste di un accordo con il gruppo palestinese, che proponeva il ritiro delle truppe israeliane dall’enclave assediata in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi.
“Esiste un chiaro rischio di regionalizzazione del conflitto. Oggi abbiamo nel mirino anche le violenze che si verificano in Cisgiordania. Anche lì ci sono molte vittime. La violenza deve finire. Auspichiamo anche che a Bruxelles si organizzi in un futuro più o meno prossimo una conferenza di pace che possa davvero rilanciare il dialogo politico”. Lo ha affermato la ministra degli Esteri belga, Hadja Lahbib, della presidenza di turno del Consiglio Ue, al suo arrivo al Consiglio Esteri.
Il Partito Laburista israeliano presenterà una mozione di sfiducia contro il governo guidato da Benjamin Netanyahu. Lo riportano i media israeliani. “Abbiamo evitato di farlo fino ad ora, ma poi ho visto Netanyahu respingere pubblicamente una proposta di negoziato invece di dire che sta ribaltando ogni pietra per restituire i sequestrati”, ha detto Merav Michaeli che guida il partito.
Aerei israeliani hanno ripreso a colpire Khan Younis nel sud della Striscia di Gaza e le esplosioni hanno rimbombato in tutta la città. Ci sono “bombardamenti intorno a noi”, ha fatto sapere i funzionari sanitari del reparto di chirurgia plastica e ustioni dell’ospedale Nasser della città. Lo riporta Al Jazeera. Le esplosioni hanno illuminato i cieli in alcune parti del campo profughi di Khan Younis, nuovo epicentro della guerra a Gaza.
I familiari degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas hanno piantato alcune tende davanti alla residenza del premier Benjamin Netanyahu a Gerusalemme. “Siamo rimasti scioccati nel sentire che il primo ministro ha deciso di sacrificare i nostri familiari lasciandoli al loro terribile destino nelle fauci dei mostri di Hamas”, le loro parole riportate da Channel 12. “Se avete deciso di sacrificare gli ostaggi ditelo onestamente. Chi li ha abbandonati ora ce li restituisca”.