Il vicepremier: "Ambasciata si è attivata subito"
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani riferendo alla Camera dei deputati sul caso di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria, ha rimarcato che l’ambasciata italiana nel Paese si è “attivata subito per garantire l’assistenza” della connazionale ed è “intervenuta per venire incontro alle richieste” di Salis.
Tajani: “Netto miglioramento condizioni detenzione”
“Ieri il nostro ambasciatore ha nuovamente incontrato Salis che gli ha sottolineato il netto miglioramento delle condizioni di detenzione“, ha aggiunto Tajani. L’ambasciatore, ha detto Tajani, “ha menzionato gli aspetti igienici, come la disinfestazione della cella e la distribuzione di lenzuola e coperte nuove, e sanitarie riguardo sia la dieta sia la trasmissione dei referti medici richiesti” nonché l’approccio “più cortese del personale carcerario e un regime soddisfacente delle comunicazioni”, può infatti “parlare liberamente sia con la famiglia che con l’Ambasciata”. Il ministro degli Esteri ha sottolineato poi che “stanno dando accesso a Salis ai video a sostegno dell’accusa anche se non ha ancora la traduzione italiana degli atti processuali”, una questione, ha garantito “che l’Ambasciata tornerà a sollevare”.
Tajani: “Italia culla del diritto, ci ispira il garantismo”
“L’Italia è la culla del diritto, è la patria di Cesare Beccaria” e l’azione del governo è “sempre orientata al rispetto del diritto”, “il garantismo ispira il nostro agire” e “per noi ciò che conta è sempre la tutela della dignità della persona”, questi sono “i principi e i valori che ci guidano”, ha aggiunto il vicepremier.
Tajani: “Ambasciata non è luogo idoneo a misure coercitive”
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha poi aggiunto Tajani, “ha illustrato le ragioni per cui la richiesta di sostituzione della misura cautelare presso l’ambasciata italiana non è possibile. L’Ambasciata non è un luogo idoneo alle misure coercitive, non ha nè la struttura nè la legittimazione di sostituirsi a un domicilio privato come luogo di detenzione, servirebbero lavori all’interno dell’Ambasciata per creare un’apposita area di detenzione e servirebbe un incremento del numero di carabinieri”.
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