Stati Uniti: "Votazioni non sono state né libere né giuste", congratulazioni da Hamas

L’atteso trionfo di Vladimir Putin nelle elezioni presidenziali russe rende ancora più evidente la spaccatura in due del mondo. L’Occidente si rifiuta di congratularsi con il leader del Cremlino bollando la consultazione come “non libera” mentre altri Paesi scrivono a Mosca per rallegrarsi e ribadire la loro volontà di cooperare. 

L’Alto rappresentate della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, ha bollato le elezioni come basate sulla “repressione” e “illegali” a causa, in primis, del voto nei territori ucraini attualmente sotto il controllo di Mosca. La Casa Bianca ha ribadito che le elezioni in Russia “non sono state né libere né giuste” pertanto da Washington non ci sarà nessuna telefonata di congratulazioni.

Nella tarda mattinata di martedì 19 marzo, Bassem Naim, membro dell’ufficio politico del movimento palestinese Hamas, si è congratulato con Vladimir Putin per la vittoria alle elezioni presidenziali. “La rielezione del Presidente Putin significa molto per la questione palestinese”, ha detto Naim a Ria Novosti, “il Presidente Putin è noto per la sua posizione incrollabile a sostegno della questione palestinese e del diritto del popolo palestinese a resistere all’occupazione”. “La vittoria del Presidente Putin è nell’interesse strategico dei palestinesi e della regione nel suo complesso”, ha concluso il membro dell’ufficio politico di Hamas. 

Blinken: “Elezioni sono state antidemocratiche”

Facendo eco a quanto dichiarato dalla Casa Bianca, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che le recenti elezioni in Russia “possono essere descritte solo come antidemocratiche“. Ha aggiunto che le consultazioni “si sono svolte in un contesto di intensa repressione delle voci indipendenti e di carcerazione, morte o esilio di quasi tutta la vera opposizione politica. Il Cremlino ha sistematicamente emarginato i gruppi che sostengono i processi democratici e lo Stato di diritto, compresi gli osservatori elettorali”. E continuato: “Le autorità russe hanno anche negato la registrazione alle presidenziali di candidati contrari alla guerra con falsi pretesti tecnici e non hanno invitato l’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, o qualsiasi altra organizzazione internazionale credibile, a osservare le votazioni. Questi passi illustrano la misura in cui il Cremlino ha negato ai suoi cittadini un processo democratico trasparente e significativo“.

Le congratulazioni di Cina, Corea del Nord e Iran

Il Cremlino, dal canto suo, ha definito “assurde” le accuse di illegittimità delle elezioni. I capi di Stato che hanno voluto far sapere la loro approvazione per l’affermazione di Putin sono comunque molti, a partire da quelli di Cina, Corea del Nord e Iran. Pechino si è detta fiduciosa che la “partnership strategica” con Mosca “continuerà a svilupparsi” mentre il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha sottolineato la necessità di “un ulteriore ampliamento” delle relazioni bilaterali. Ancora più entusiaste le dichiarazione di Kim Jong Un. Il leader di Pyongyang ha affermato che i due Paesi svilupperanno una cooperazione strategtica “eterna” basata sull’idea comune dell’ “indipendenza antimperialista”. Messaggi di congratulazioni a Putin sono giunti anche dall’India, Paese che fa parte dei Brics ma allo stesso tempo ha fitti rapporti con l’Occidente, e dall’Autorità nazionale palestinese. Nella fattispecie il presidente Mahmoud Abbas si è detto “orgoglioso per le relazioni di amicizia e solidarietà che uniscono i due Paesi e popoli”, e ha espresso il suo “grande apprezzamento per il sostegno della Russia ai diritti del popolo palestinese”.

Navalny e lo scambio di prigionieri

Nel frattempo non si spegne l’eco relativo alle parole pronunciate domenica sera da Putin nei confronti di Alexei Navalny. Il Cremlino ha precisato che il presidente russo si era detto “potenzialmente d’accordo” su uno scambio di prigionieri che coinvolgesse il dissidente ma vere trattative “non si sono mai svolte”. Opposto il pensiero di Leonid Volkov, braccio destro dell’attivista morto in un carcere in Siberia, secondo cui Putin ha di fatto “confermato” di aver ucciso Navalny “per non scambiarlo” con altri prigionieri.

La festa nella Piazza Rossa a Mosca

Intanto Putin è comparso in serata sulla Piazza Rossa a Mosca per festeggiare, insieme ai tre rivali sconfitti alle elezioni, il decimo anniversario della riunificazione della Crimea alla Russia. “Non è solo un territorio strategicamente importante, ma sono soprattutto le sue persone ad essere l’orgoglio del Paese”, ha dichiarato. Il presidente russo ha anche promesso che Mosca andrà avanti insieme, mano nella mano, con le nuove regioni (i territori ucraini occupati, ndr)” e questo renderà il Paese “più forte”. 

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