IN AGGIORNAMENTO – Seconda giornata di Consiglio Europeo a Bruxelles. Sul tavolo dei leader il sostegno all’Ucraina con il nodo dei possibili dazi al grano russo e l’emissione di eurobond per finanziare la difesa. A far parlare di sé è ancora il primo ministro ungherese Viktor Orban che, dopo aver fatto le sue congratulazioni al presidente russo Putin per il plebiscito che lo ha rieletto, oggi dice che nel vertice a Bruxelles c’è “atmosfera di guerra”. Ecco tutti gli aggiornamenti di oggi, 22 marzo.
“Il servizio legale di qualsiasi banca comprende le conseguenze catastrofiche di tali azioni di esproprio dei beni, sia per la banca, sia per il Paese nel suo complesso, sia per l’economia europea“. È quanto ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, commentando la proposta dell’Ue presentata dagli Stati membri sull’utilizzo degli extraprofitti sui beni russi congelati in Europa. “Se tali decisioni verranno attuate, avranno conseguenze molto gravi per coloro che le hanno prese e per coloro che le hanno attuate”, ha aggiunto Peskov, come riporta l’agenzia Tass.
I consumatori europei patiranno sicuramente le restrizioni all’import di cereali dalla Russia e dalla Bielorussia. È quanto ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, parlando ai giornalisti, commentando la proposta avanzata dalla Commissione europea. “Il consumatore europeo soffrirà inequivocabilmente“, ha detto, sottolineando che un’iniziativa del genere è “un altro chiaro esempio di concorrenza sleale“. Lo riporta l’agenzia Tass.
Il presidente della Cei, Matteo Zuppi, commenta quanto sta emergendo dal Consiglio Europeo e in particolare le parole del presidente Charles Michel secondo cui se si voleva la pace l’Europa doveva prepararsi alla guerra. “Resto ancora della ferma convinzione che se vuoi la pace devi preparare la pace. Dobbiamo impegnarci molto di più per cercare una via di negoziato che risolva il conflitto”, ha detto il prelato. “Il perdono è un modo per preparare la pace. La pace deve essere giusta, ma senza perdono non basta”, ha spiegato.
La Commissione europea propone di aumentare le tariffe sulle importazioni nell’Ue di cereali, semi oleosi e prodotti derivati dalla Russia e dalla Bielorussia, tra cui grano, mais e farina di girasole. Queste tariffe, sebbene sufficientemente elevate da sopprimere nella pratica tali importazioni nell’Ue, non influenzerebbero le esportazioni verso paesi terzi. Le misure sono progettate per raggiungere diversi obiettivi. In primo luogo prevenire la destabilizzazione del mercato dell’Ue attraverso qualsiasi futuro reindirizzamento significativo dei prodotti cerealicoli russi sul mercato dell’Ue: la comunità agricola dell’Ue, in particolare, ha espresso preoccupazione per questo rischio e il ruolo della Russia come principale esportatore mondiale di cereali, unito alla sua volontà di utilizzare le esportazioni alimentari come strumento geopolitico, dimostra che è elevato. Il secondo obiettivo è contrastare le esportazioni russe di cereali ottenuti illegalmente e prodotti nei territori dell’Ucraina, alcuni dei quali sono stati esportati illegalmente nel mercato dell’Ue deliberatamente etichettati erroneamente come “russi”. Le tariffe proposte oggi garantiranno che questo metodo di esportazione illecito non sia più redditizio.
La decisione vuole infine impedire alla Russia di utilizzare i proventi delle esportazioni verso l’UE – sia di prodotti cerealicoli russi che di quelli ucraini illegalmente appropriati – per finanziare la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina. Poiché la Russia ha esportato verso l’Ue tali prodotti per un valore di circa 1,3 miliardi di euro nel 2023, queste tariffe UE taglieranno un’altra importante fonte di profitto per l’economia russa e, per estensione, la macchina da guerra russa. L’aumento delle tariffe si applicherebbe anche alla Bielorussia alla luce degli stretti legami politici ed economici del paese con la Russia. Inoltre, includendo la Bielorussia nella nuova misura, l’Ue impedirà alla Russia di utilizzare la Bielorussia per eludere le nuove tariffe e incanalare le sue merci sul mercato dell’Ue. La proposta odierna non incide sul transito di cereali, semi oleosi e prodotti derivati dalla Russia e dalla Bielorussia verso i paesi terzi. Ciò dimostra, conclude la Commissione, che l’Unione europea resta pienamente impegnata nella promozione della sicurezza alimentare a livello globale, soprattutto quando si tratta dei paesi in via di sviluppo.
“A Bruxelles c’è un’atmosfera di guerra, un linguaggio di guerra e una logica di guerra”. È quanto ha affermato il primo ministro ungherese Viktor Orban nel programma Good Morning della radio Kossuth. Secondo Orban, “ora siamo a un punto in cui i Paesi della Nato vengono sollecitati a intervenire militarmente nella guerra russo-ucraina. E se un Paese entra in un conflitto armato con la Russia, potrebbe minacciare una guerra mondiale“.
Su proposta della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il Consiglio europeo nelle sue conclusioni sulla Migrazione ha invitato la Commissione europea a proseguire nel rafforzamento di tutti gli strumenti a disposizione dell’Ue per contrastare efficacemente la tratta e il traffico di esseri umani, alla base di oltre il 90% degli ingressi di migranti irregolari nell’Unione europea. Lo riferiscono fonti italiane. Sempre su proposta della presidente Meloni, il Consiglio europeo ha concordato di lavorare parallelamente a un’alleanza globale per rispondere alla sfida posta dal traffico di migranti. Tale risultato si inserisce nella strategia globale italiana a favore di partenariati strategici con gli Stati di origine e transito dei migranti, del quale il Piano Mattei, ufficialmente presentato in occasione del Vertice Italia-Africa dello scorso gennaio 2024, costituisce una componente essenziale insieme alla strategia Global Gateway dell’Unione Europea. Secondo il Governo italiano questo è anche il modo migliore per affrontare il problema della migrazione illegale, per combattere i trafficanti di esseri umani, i primi nemici dello sviluppo dell’Africa. Il modo migliore – riferiscono le fonti – è riaffermare il diritto dei cittadini del continente africano a non emigrare verso l’Europa, e questo è qualcosa che è possibile fare solo attraverso lo sviluppo, ed è esattamente quello di cui si sono poste le basi domenica scorsa con la visita congiunta al Cairo della presidente Meloni con la presidente von der Leyen e i leader di Austria, Belgio, Cipro e Grecia.