Von der Leyen? "Si vedrà", dice la premier. Tiepido anche Macron

La premier Giorgia Meloni torna soddisfatta da Bruxelles forte dei risultati raggiunti su Bosnia-Erzegovina, agricoltura, difesa e migranti. L’esigenza di dare una risposta a livello di leader alle sfide del mondo agricolo era partita proprio dall’Italia e le conclusioni del vertice hanno appoggiato gli sforzi della Commissione europea “in tema di semplificazione della Pac, particolarmente in tema di sostegno alle filiere, di lotta alla concorrenza sleale” ma anche “un riferimento alla proroga degli aiuti di Stato in campo agricolo, che considero un importantissimo passo in avanti”, ha affermato la presidente del Consiglio.

Questo è stato il vertice che ha inaugurato l’economia della difesa per far fronte alla minaccia russa. E’ stato chiesto un coordinamento maggiore ma “rimane aperto il nodo delle risorse”, constata Meloni. Nel testo delle conclusioni non si fa riferimento alla richiesta alla Commissione europea di esplorare soluzioni innovative ma di valutare tutte le opzioni. Il tema degli eurobond è stato toccato un po’ da tutti i leader a margine dei lavori. Sul tavolo non c’è solo l’idea di fare debito comune che spaventa i frugali – il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito di non essere un fan della misura – ma anche “la proposta di allargare il mandato della Banca europea degli investimenti” che “trova molto consenso ed è un passo avanti”, afferma la premier, secondo cui però “si può fare qualche passo avanti ulteriore”. Per il presidente francese Emmanuel Macron ricorda che sarà il Consiglio europeo di giugno, quello che inizierà a discutere anche di nomine alla luce dei risultati delle Europee, a decidere sui “finanziamenti nuovi e finanziamenti aggiuntivi per accrescere questo sforzo di difesa collettiva”.

Tra Meloni e Macron c’è stato un incontro tête-à-tête a margine dei lavori del Consiglio europeo. I due hanno affrontato i principali temi dell’agenda internazionale a partire dall’Ucraina e confermato “il valore fondamentale dell’unità e della determinazione dell’Unione europea, in coordinamento con i partner G7, nel sostegno alla resistenza ucraina contro l’aggressione russa e nel giungere a una pace giusta”, riferiscono fonti italiane. Insomma, niente fughe in avanti come la proposta francese di inviare truppe sul suolo ucraino.

A poco più di due mesi dal voto europeo, è già partito il ‘Toto nomine’ per i posti apicali alla guida dell’Ue. “Se Ursula von der Leyen è ancora una buona candidata per la presidenza della Commissione europea? Questo è un dibattito che non mi appassiona. Io appartengo a quel tipo di politici che aspettano a vedere come votano gli italiani prima di decidere chi debba fare cosa”, è stato il commento di Meloni. “Il tema che mi appassiona”, aggiunge, è “quale è l’Europa che si vuole realizzare. Penso che l’Europa di domani debba essere molto diversa da quella di oggi in tema di rapporto con la propria capacità di incidere sulla competitività e con un approccio molto meno ideologico”. La voce della premier sembra aggiungersi a un coro di commenti sempre più tiepidi espressi dai politici europei nei confronti della leader tedesca, eletta dal Ppe per correre per un secondo mandato. Il colpo di grazia a una sua riconferma, che un mese fa sembrava data per certa, è arrivato da proprio da Macron, il leader che l’aveva tirata fuori dal cilindro e fatta eleggere cinque anni fa. “Ho sempre fatto parte di coloro che hanno dubbi sugli spitzenkandidaten perché non ci sono liste transnazionali e la figura del candidato di punta iperpoliticizza il ruolo di presidente della Commissione, che istituzionalmente non è emanazione del Parlamento”, ha detto l’inquilino dell’Eliseo rispondendo a chi gli chiedeva di commentare la candidatura di Ursula von der Leyen a un secondo mandato. “La seconda cosa è che chi guida la Commissione deve tutelare l’interesse generale e deve elevarsi sopra i partiti e i paesi. La presidenza della Commissione – ha sottolineato – ha una vocazione di tutela dell’interesse generale: non deve essere iperpoliticizzata. Non faccio commenti sulle persone”. Un po’ poco per essere definito ancora il suo mentore. 

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