Sette gli operatori umanitari di Wck uccisi. Le storie di Zomi l’australiana morta e dello chef polacco Damian
Sette operatori umanitari internazionali dell’associazione World Central Kitchen sono rimasti uccisi in un raid israeliano a Gaza. La prima vittima accertata è una donna, Zomi Frankcom, 44 anni, di Melbourne. Appena una settimana fa compariva in un video girato dalla Ong proprio a Gaza. Gli altri volontari provenivano da Polonia, Regno Unito, Canada— uno, con doppia cittadinanza degli Stati Uniti — e dalla Palestina.
Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha confermato che Zomi Frankcom, 44 anni, di Melbourne, è fra le persone uccise e ha detto che il suo governo ha chiesto spiegazioni a Israele. “Si tratta di una persona che stava facendo volontariato all’estero per fornire aiuti attraverso questa associazione di beneficenza a persone che stanno soffrendo tremende privazioni a Gaza. E questo è assolutamente inaccettabile”, ha dichiarato Albanese.
È stato identificato come Damian Sobol, 35 anni, il cooperante polacco rimasto ucciso nell’attacco che ha colpito a Gaza il convoglio di World Central Kitchen (Wck), provocando in totale 7 morti. A identificare la vittima è stato su Facebook Wojciech Bakun, il sindaco della cittadina dalla quale la vittima proviene, Przemysl, nel sudest della Polonia.
Gli altri operatori umanitari di Wck rimasti uccusi sono Saiffedin Issam Ayad Abutaha, 25enne palestinese, autista e interprete, Jacob Flickinger 33enne con cittadinanza americana e canadese, e i tre britannici John Chapman, James Henderson, e James Kirby, di 57, 33 e 47 anni, addetti alla sicurezza. “Questi sono gli eroi di World Central Kitchen. Queste 7 bellissime anime sono state uccise dall’IDF in uno raid aereo mentre tornavano da una missione di un’intera giornata. I loro sorrisi, le loro risate e le loro voci rimarranno per sempre impressi nei nostri ricordi. E abbiamo innumerevoli ricordi di loro che danno il meglio di sé al mondo. Stiamo vacillando per la nostra perdita. La perdita del mondo”, ha scritto Erin Gore, amministratore delegato della ong sul sito di World Center Kitchen.
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