Gaza, Idf denuncia due ufficiali per raid su Wck

Chiusa dopo le minacce dell'Iran l'ambasciata israeliana a Roma

Due ufficiali licenziati e tre rimproverati. Sono le misure disciplinari prese dall’esercito israeliano (Idf) contro i responsabili degli attacchi con droni che hanno ucciso sette operatori umanitari della ong World Central Kitchen (Wck), mentre erano in missione per consegnare cibo a Gaza. Secondo quanto emerso dalle indagini interne, i due militari hanno gestito male informazioni critiche e violato le regole di ingaggio dell’esercito. “È un evento grave di cui siamo responsabili, che non sarebbe dovuto accadere e che faremo in modo che non si ripeta”, ha detto il portavoce dell’esercito, Daniel Hagari. La ong Wck ha accolto l’allontanamento dei due ufficiali come “passi avanti importanti”, ma ha ribadito la richiesta di un’indagine indipendente sull’accaduto e di un “cambiamento sistemico” nel modo di operare dei soldati israeliani. “Le loro scuse per l’oltraggiosa uccisione dei nostri colleghi rappresentano un freddo conforto“, ha commentato la ceo Erin Gore. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha assicurato che Washington esaminerà il rapporto redatto da Israele sulla vicenda. Blinken ha anche sottolineato l’importanza dell’apertura di nuovi valichi per l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia. Misura annunciata nella notte tra giovedì e venerdì da Israele, dopo una telefonata di fuoco tra il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro Benjamin Netanyahu. La promessa di Tel Aviv di aprire temporaneamente il porto di Ashdod e il valico di Erez nel nord dell’enclave palestinese non è stata però finora attuata.

Onu chiede stop armi a Israele

Nel frattempo, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni unite ha approvato una risoluzione in cui esorta i Paesi a interrompere la vendita o la spedizione di armi a Israele. La stessa risoluzione chiede che lo Stato ebraico sia chiamato a rispondere di eventuali crimini di guerra e contro l’umanità commessi a Gaza. “L’Onu condanna Israele per la guerra a Gaza ma non fa menzione di Hamas né dei crimini commessi il 7 ottobre”, è la replica del ministero degli Esteri di Tel Aviv, criticando la risoluzione che “si oppone al diritto di Israele di difendersi, fornisce legittimità alla ‘resistenza’ palestinese, richiede un embargo sulle armi contro Israele e ignora palesemente la fornitura di armi a Hamas da parte dell’Iran e dei suoi alleati”.

Minacce Iran, chiusa ambasciata israeliana a Roma

Proprio dall’Iran sono arrivate nuove parole di sfida nei confronti di Israele, dopo l’attacco lanciato lunedì dalle truppe di Tel Aviv contro il consolato di Teheran a Damasco. “Nessuna minaccia resterà senza risposta“, ha assicurato il comandante della Guardia rivoluzionaria iraniana, il generale Hossein Salami, durante il funerale pubblico degli agenti uccisi nel raid in Siria. Il timore di ritorsioni in concomitanza con l’ultimo venerdì di Ramadan ha costretto Israele a chiudere 28 delle proprie ambasciate nel mondo, tra cui anche la sede a Roma. “Siate certi che la risposta iraniana all’attacco al consolato a Damasco arriverà inevitabilmente“, ha ribadito in un discorso di in diretta tv il leader del gruppo libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah